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Descrizione della Terra di Santo Arcangelo
(da un manoscritto del XVII secolo)

ANTONIO MOLFESE
 

Descrizione della Terra di Santo Arcangelo
(da un manoscritto del XVII secolo)

I N D I C E

 
La Dominazione Spagnola in Italia N o t e
Trascrizione del MANOSCRITTO Bibliografia / Fotografie
   


Centro Regionale Lucano

dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria

Torre Molfese - Sant'Arcangelo (PZ)
 

(Pubblicazione Autorizzata dall'Autore)

 


PRESENTAZIONE

Il Dott. Antonio Molfese, dirigente medico del MINISTERO DELLA SANITA', con la pubblicazione del manoscritto fornitogli dagli eredi dei Principi COLONNA che per più di un secolo hanno governato il feudo di STIGLIANO di cui SANT'ARCANGELO faceva parte, arricchisce la storia locale di nuove ed interessanti notizie che possono servire ai giovani studenti e agli uomini di cultura ad approfondire conoscenze e fare nuove ricerche.
Il manoscritto infatti riporta analiticamente le entrate fiscali, che intorno agli anni 1680/1691, la Regia Corte ricavava dall'Università di Sant'Arcangelo, inoltre fornisce una valida descrizione del Comune con i confini delle terre che appartenevano al feudo, o ai privati e fornisce il numero dei suoi abitanti, dei suoi principali rioni e delle sue principali colture.
Riporta inoltre informazioni circa i frati e i religiosi che abitavano nel Convento dei FRANCESCANI RIFORMATI, di quelli che abitavano nel Convento di Orsoleo e di quelli che abitavano nel Paese.
Interessanti sono anche le notizie che il documento fornisce intorno all'approvvigionamento idrico dell'abitato con il riferimento alle cisterne esistenti nel paese e alle finitane e sorgenti del territorio.
Nel lavoro ho trovato interessante anche i toponimi riferiti a rioni e contrade al fine di confrontarli con i nomi che oggi caratterizzano gli stessi luoghi e magari scoprire la derivazione di essi; mi sono invece rammaricato nell'apprendere che fin d'allora la cavallerizza che aveva ancora cento cavalli nelle scuderie presentava già molti locali diruti ed abbandonati.
Nella prima parte della pubblicazione il Dott. Molfese, con ricerca personale, fa riferimento al quadro storico generale del REGNO DI NAPOLI e del malgoverno spagnolo del periodo e traccia, in modo fedele ed appassionato le condizioni economico-sociali del Meridione e della provincia di Basilicata del tempo.
Da tale contesto storico è anche possibile fare il parallelismo tra la miseria delle masse e delle genti del Sud e gli abusi e i privilegi di cui godevano i signorotti dell'epoca, in questo quadro emerge che le classi sociali del nostro paese, se non altro godevano di una certa giustizia e di una certa possibilità di vivere.
Come Sindaco ho letto con piacere le informazioni che riguardavano il governo del Comune e ho fatto considerazioni circa il progresso e lo sviluppo che c'è stato anche in Sant'Arcangelo da quel tempo ma ho considerato anche il fatto che alcuni problemi che allora esistevano, (tasse, viabilità lavoro) ancora oggi non sono stati del tutto risolti.
Un ringraziamento di vero cuore al Dott. Molfese per le continue ricerche e sollecitazioni nella ricerca delle radici che da sempre hanno forgiato il carattere dei sant'arcangiolesi. A nome mio personale, dell'amministrazione comunale, dei cittadini ma sopratutto delle giovani generazioni tutta l'ammirazione possibile.

Domenico Esposito       
Sindaco di Sant'Arcangelo  

 

IL PERCHE' DEL LIBRO

Da bambino molte volte nei racconti avevo sentito parlare di una ricca famiglia di Napoli, i Colonna di Stigliano, feudatari di Sant'Arcangelo, ed ammiravo i maestosi ruderi del loro palazzo, situati ancora oggi ai lati del fiume Agri.
Mi ero appassionato ad approfondire la storia del nostro paese, per cui con un giovane geometra, Giovanni, rilevati tutti i ruderi del palazzo signorile, della stalla e carriera, mi proposi di ricercare documenti sulla loro storia. Dirigente medico al ministero della Sanità nel 1975, fui inserito nella delegazione ufficiale che rappresentava il nostro paese alla Conferenza Mondiale della Sanità che ogni anno si tiene a Ginevra in Svizzera. In quella occasione, dopo tante peripezie che non racconto, ebbi modo di incontrare il principe Colonna di Stigliano, che avevo contattato in precedenza, il quale mi consegnò il manoscritto copiato, che ora pubblico, della terra di Santo Arcangelo e mi promise che mi avrebbe fornito anche quelli della terra di Roccanova, Aliano, Alianello, Stigliano. Questo è quanto la caparbietà giovanile fa compiere.
Il manoscritto (anno 1680) "Descrizione della terra di Santo Arcangelo", che do alle stampe, inizia con la descrizione del paese (di 1205 anime) con i quartieri, le chiese, i monasteri, le cappelle disseminate sul territorio. Vengono riportate nel dettaglio le chiese più importanti e il personale ecclesiastico addetto (chiesa madre, di San Nicola, chiesa annessa al monastero dei padri riformati di San Francesco e chiamata Chiesa del Convento).
Vengono anche descritti i vari quartieri tra cui quello del castello "ubicato sopra la chiesa madre", dove erano già allora presenti molte case di "buona fabbrica" come quella appartenuta alla famiglia Molfese, dimora del principe fino alla costruzione del suo palazzo, dove era esistente una cisterna d'acqua, cosa rara per l'epoca.
Seguono informazioni minuziose del territorio che circonda il paese con gli alberi, la selvaggina esistente, le principali colture rappresentate da grano, orgio, avena, fave, grano di india, bambace, fagioli, canapo nonchè vigne. Vengono inoltre elencate le varie fontane sparse sul territorio che servivano a fornire acqua da bere e descritto il monastero di Santa Maria di Orsoleo con i vari prelati incardinati e la fiera importante che colì era tenuta nel mese di settembre.
Seguono poi le notizie sui cittadini "poco sono li facoltosi" ed il governo della terra affidata ad un sindaco e a quattro eletti, nonchè sulle tasse che la università pagava alla regia corte ed i pesi che sosteneva per l'amministrazione del territorio nel cui ambito insistevano terre demaniali che venivano affittate e producevano reddito.
Vengono riportati poi i conti dettagliati delle entrate feudali tenute da erari, che venivano sostituiti ogni anno ed i possedimenti delle università il cui fitto permetteva alle stesse di poter far fronte alle numerose spese.
Viene anche descritta la Cavallerizza "capace di 100 cavalli" splendida e maestosa dimora all'epoca dei feudatari e situata ai lati del fiume Agri, che già allora mostrava la decadenza per "i saloni sfondati", nonchè date notizie sugli affitti di giardini e molini, sulle entrate di grano per terraggi e di altri prodotti seminati e le spese che si pagavano ai sovrani sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione.
Viene infine descritto il palazzo del principe al Rione San Giovanni, da poco edificato, così come i terreni incolti ed alberati affittati che rendevano qualche ducato.
Il manoscritto è stato trascritto dal donatore e pubblicato come è a noi giunto con alcune parole mancanti. La premessa e le note annesse non rappresentano altro che una guida al lettore che volesse approfondire questo importante documento, che mi auguro sarà di molto aiuto ai numerosi studiosi della storia del nostro paese. Me lo auguro di vero cuore.

Sant'Arcangelo marzo 2009       
 

 

 

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