Pasquale Totaro-Ziella
D’amore e di morti |
Finché sarò petto d'amore e di morti io tornerò sempre a paesuomo sconsolato con le ginocchia infangate e le braccia piegate: a cigliare quest'uomo di meraviglia che si germoglia alla radice e alla polvere per seminarmi al tempo della luna nell'ardore del fuoco e della cenere a incantare quest'uomo di storie nei solchi più profondi e nei ventri più pieni che hanno sradicato la lingua e il cervello per interrarmi il disumano e il disamore a fiorire quest'uomo d'innocenza che prende la cicala e la canna per acquietarmi la tristizia e lo scontento nello spavento e nello spaesamento.
(da: Spaesamento) |
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