Archivio Centrale dello Stato. Verbali del Consiglio dei Ministri.
Luglio 1943 - maggio 1948
Edizione critica a cura di Aldo G. Ricci
Volume I Governo Badoglio 25 luglio 1943 - 22 aprile 1944
(Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1994)
pagine 253-262
VERBALI DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI GOVERNO BADOGLIO
SEDUTA DEL 9 MARZO 1944
SOMMARIO
Sinistro ferroviario della linea di Potenza (Siciliani)
VERBALE
Alle ore 16 si è riunito in Salerno, nel palazzo municipale, sotto la
Presidenza del Capo del Governo, il Consiglio dei Ministri nelle persone
di:
Maresciallo Pietro Badoglio, Capo del Governo, Ministro degli Affari
Esteri;
Avv. Vito Reale, Ministro dell'Interno;
Avv. Ettore Casati, Ministro di Grazia e Giustizia;
S.E. Guido Jung, Ministro delle Finanze;
Gen. Taddeo Orlando, Ministro della Guerra;
Amm. Raffaele De Courten, Ministro della Marina;
Gen. Renato Sandalli, Ministro dell'Aeronautica;
Prof. Avv. Giovanni Cuomo, Ministro dell'Educazione Nazionale;
Avv. Raffaele De Caro, Ministro dei Lavori Pubblici;
Avv. Falcone Lucifero, Ministro dell'Agricoltura e Foreste;
Prof. Avv. Tommaso Siciliani, Ministro delle Comunicazioni;
Prof. Epicarmo Corbino, Ministro dell'Industria, Commercio e Lavoro.
Esercita le funzioni di Segretario l'Avv. Dino Philipson,
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il Ministro delle Comunicazioni riferisce sul sinistro ferroviario della
linea di Potenza il quale è da attribuirsi alla pessima qualità di
carbone fornito dagli Alleati. I morti sono 517. Tutto il personale
ferroviario addetto al treno è deceduto, all'infuori di un fuochista.
Tutti gli altri erano viaggiatori di frodo (5).
Il Segretario PHILIPSON
Il Capo del Governo BADOGLIO
NOTE
(5) Si allega la relazione:
A seguito delle notizie sommarie già trasmesse per telefono, comunico
all'E.V. le risultanze dei primi accertamenti eseguiti da alcuni
funzionari di questo Sottosegretariato, subito inviati sul posto, circa
il grave incidente in oggetto:
I - ACCERTAMENTI
1) Il 2 corrente la stazione di Battipaglia effettuò il treno
straordinario n. 8017 su Potenza, così costituito:
a) veicoli: n. 47, dei quali n. 6 carichi con merci varie civili e n. 41
vuoti.
b) destinazione: 2 veicoli (T. 55) per la stazione di Persano; 1 veicolo
(T. 28) per la stazione di Sicignano; i rimanenti carri per Potenza e
oltre.
c) assi: n. 94.
d) peso lordo complessivo: T. 520.
e) doppia trazione: (due locomotive n. 476020 e n. 480016 appartenenti
al deposito di Salerno - entrambe in testa al treno).
Sul convoglio aveva preso posto, abusivamente, anche una massa di
viaggiatori, valutata a circa 600, per lo più contrabbandieri, come
devesi ritenere dal genere di colli e di merci raccolte nei carri e
depositati nella stazione di Balvano.
Partito da Battipaglia alle ore 19 del 2/3 il treno subì nella stazione
di Balvano 37' di ritardo per accudienza locomotive riprendendo la
marcia alle ore 0,50 del giorno 3.
Alle ore 5,10, uno dei frenatori in servizio al treno comunicava al
dirigente della stazione di Balvano la notizia che il convoglio era
fermo nella galleria delle «Armi» con molti cadaveri a bordo.
Servendosi della locomotiva del treno 8025 sopraggiunto, il capo
stazione di Balvano dispose una ricognizione in galleria con l'ordine di
far retrocedere il treno.
Partita alle ore 5,25, la locomotiva rientrava però in stazione senza
aver potuto muovere il materiale del treno stesso causa la presenza di
molti cadaveri, oltre che nei carri, anche sulle banchine della
galleria. Fu quindi organizzata ed inviata una squadra di soccorso.
Raccolte le salme, il materiale del treno infortunato poteva in
definitiva essere ricoverato a Balvano alle ore 8,40.
Sul posto si recavano prontamente l'Ecc. il Prefetto [Mario De Goyzueta]
ed il Questore con squadre di pompieri e CC.RR. di Potenza nonché i Capi
Reparto Movimento e Trazione delle FF.SS. di Salerno.
Le salme, in numero di 501, furono scaricate e successivamente
trasportate nel cimitero di Balvano.
Fra i colpiti è risultato tutto il personale in servizio al treno meno
un fuochista ed un frenatore: complessivamente 7 agenti morti, le cui
salme furono trasportate, con l'autorizzazione dell'Ecc. il Prefetto di
Potenza, a Salerno.
2) La linea, nel senso della marcia del treno, da Battipaglia a Potenza,
presenta i seguenti tronchi:
a) Battipaglia-Sicignano, con pendenze variabili di limitata entità;
b) Sicignano-Baragiano, con pendenza in salita variabile fino al massimo
del 13 circa;
c) Baragiano-Tito, con pendenza in salita massima del 25 circa.
La galleria delle «Armi» trovasi nel tronco Sicignano-Baragiano, tra le
stazioni di Balvano e di Bella Muro, e precisamente fra le progressive
Km. 126+623 e Km. 128+409.
Il suo sviluppo è quindi di m. 1692,22.
La sua pendenza è del 12,80 ed il grado di prestazione è
conseguentemente il 16º.
L'asse del F.V. della stazione di Balvano (prog. Km. 124+482) dista
dall'ingresso della galleria stessa m. 1791.
3) I funzionari, che hanno fatto gli accertamenti, non hanno potuto
prendere contatto con alcun viaggiatore superstite, ad eccezione del
fuochista che si è salvato e che apparteneva alla locomotiva di testa.
Detto fuochista ha riferito che ad un certo momento si è sentito mancare
il respiro ed è svenuto. Ricorda di avere visto il proprio macchinista
nell'atto di manovrare la leva di inversione allo scopo, ritiene, di
disporre la locomotiva a marcia indietro.
L'infortunato non ha saputo precisare come sia giunto a Balvano. Che un
tentativo di far retrocedere il treno verso Balvano ci sia stato si può
arguire dal fatto che il veicolo di coda del convoglio fu trovato
all'ingresso della galleria stessa - lato Balvano e la leva delle
locomotive fu trovata realmente disposta nella posizione indicata dal
fuochista.
II - CAUSE CHE HANNO ORIGINATO IL GRAVE INCIDENTE
1) La morte di un così elevato numero di vittime è da ritenersi dovuta
ad asfissia e probabilmente all'azione dei gas tossici derivanti da
incompleta combustione del carbone (ossido di carbonio).
Salvo diverse conclusioni da parte della Commissione presieduta dal Capo
Compartimento di Napoli, che, con l'intervento di ufficiali e di tecnici
della Direzione Generale del «Military Railway Service», sta svolgendo
regolare inchiesta, la sciagura devesi attribuire alla pessima qualità
del carbone fornito dal Comando Militare Alleato, la cui combustione dà
luogo alla produzione:
a) di una forte percentuale di vapori di zolfo;
b) di una elevata quantità di ceneri, scorie e di residui volatili.
Ne consegue:
- facile e continua ostruzione della griglia e quindi una insufficiente
entrata di aria nel forno;
- ostruzione dei tubi bollitori in caldaia con relativa difficoltà di
tiraggio;
- ritorno in cabina, ad ogni apertura del forno, di gas tossici che
colpiscono il personale di macchina mettendolo in condizioni di non
potere più fare servizio;
- difficoltà nella condotta del fuoco;
- depressione in caldaia e quindi diminuzione nello sforzo di trazione
della locomotiva con conseguente lenta corsa e talvolta arresto del
convoglio in piena linea là ove specialmente, come nelle gallerie, alle
difficoltà di trazione si aggiunge lo slittamento delle ruote motrici
per umidità esistente sulle rotaie.
Già in precedenza, lungo la galleria esistente nel tronco Baragiano-Tito,
con pendenza di oltre il 22, erasi verificato un caso mortale di
asfissia nel personale di macchina di un treno per conto dell'Autorità
americana. La stessa Autorità Alleata, riconosciuta la fondatezza del
rilievo aveva disposto che:
a) il peso dei treni nel tratto di maggiore pendenza, fra Baragiano e
Tito, non dovesse superare le 350 tonn.;
b) la doppia trazione in detto tratto sarebbe stata effettuata
impiegando locomotori americani Diesel-elettrici con spinta in coda data
a mezzo di locomotiva a vapore italiana disposta con il fumaiolo nel
senso contrario alla marcia dei treni così da convogliare i prodotti
della combustione verso la coda dei treni stessi senza nuocere al
personale di macchina.
Allo scopo poi di evitare il dimezzamento dei treni, nella stazione di
Baragiano, all'inizio, cioè, del tronco di maggiore acclività, fu
disposto che i convogli in partenza da Battipaglia non superassero il
peso prescritto delle 350 tonnellate.
III - RESPONSABILITÀ DEL PERSONALE
1) Come si è detto, la sciagura si è verificata nella galleria delle
«Armi» con pendenza massima del 13 circa, per la quale non era stato
necessario emanare apposite disposizioni limitative del peso dei treni
in circolazione.
Sotto questo punto di vista, salvo eventuali ulteriori risultanze in
contrasto, non si può fare carico al personale di stazione di una vera e
propria responsabilità sull'accaduto.
Tuttavia sono state rilevate le seguenti gravi infrazioni:
a) il capostazione di Battipaglia non avrebbe dovuto consentire la
effettuazione di un treno avente peso superiore alle 350 tonn., anche se
la prestazione delle due locomotive ne consentiva il traino.
Era noto infatti, e le disposizioni scritte lo confermano, che causa la
cattiva qualità del carbone, la prestazione delle locomotive non poteva
e non doveva calcolarsi secondo le norme fissate dalla Prefazione
all'Orario Generale di Servizio, ma applicando ad essa un coefficiente
di riduzione che dall'Autorità Alleata era stato fissato con criteri di
un largo margine di sicurezza.
Il capostazione di Battipaglia ha commesso quindi una grave mancanza in
quanto può sorgere il dubbio che qualora il treno, invece di 600 tonn.,
come in realtà è risultato, avesse avuto il peso di 350 tonn. non si
sarebbe probabilmente verificata la difficoltà di trazione e conseguente
arresto del convoglio nella galleria ed asfissia dei viaggiatori;
b) i Dirigenti delle stazioni di Balvano e di Bella Muro hanno commesso
delle gravi infrazioni al regolamento sulla circolazione in quanto non
si sono curati di accertare la posizione del treno partito da una
stazione e non giunto in orario nella successiva.
Forse il loro tempestivo interessamento, come del resto prescrivono le
Norme di Circolazione, avrebbe potuto rendere meno grave e meno tragica
la sciagura che ha causato tante vittime;
c) non è del tutto da escludere che il personale di macchina abbia
trascurato di assicurarsi, all'atto della partenza, del regolare
funzionamento delle sabbiere e che ciò abbia impedito di superare, al
momento opportuno, lo slittamento delle ruote.
L'inchiesta in corso preciserà le singole responsabilità: tuttavia le
mancanze accertate a carico dei Capi Stazione di Battipaglia, Balvano e
Bella Muro vanno severamente punite, indipendentemente dalla eventuale
responsabilità penale, che potrà essere stabilita dalla Autorità
giudiziaria.
Ho disposto intanto che i tre agenti siano sospesi a norma dell'art. 101
del Regolamento del Personale.
Faccio riserva di trasmettere il verbale di inchiesta, non appena
compilato.
(Salerno, Rel. per.) |
[Il Corriere - Salerno, 23 marzo 1944, pagina 2]
Risultato dell'inchiesta sul disastro ferroviario del 3 marzo
La commissione ufficiale ha concluso la sua inchiesta sulla disgrazia
ferroviaria avvenuta la notte del 3 marzo u. s.
La catastrofe è stata determinata da una combinazione di cause
materiali, quali densa nebbia, foschia atmosferica, mancanza completa di
vento, che non ha mantenuto la naturale ventilazione della galleria,
rotaie umide, ecc., cause che malauguratamente si sono presentate tutte
insieme e in rapida successione.
Il treno si è fermato a causa del fatto che scivolava sulle rotaie e il
personale delle macchine era stato sopraffatto dall'avvelenamento
prodotto dal gas, prima che avesse potuto agire per condurre il treno
fuori del tunnel.
A causa della presenza dell'acido carbonico, straordinariamente
velenoso, si è prodotta l'asfissia dei passeggeri clandestini.
L'azione di questo gas è così rapida, che la tragedia è avvenuta prima
che alcun soccorso dall'esterno potesse essere portato.
È stato constatato che nessun fattore ha contribuito più di un altro;
quindi si può trovare giustificazione dell'avvenuto, classificandolo,
con fraseologia legale, un «caso di forza maggiore» piuttosto che
negligenza di personale e difetto di macchine.
La cifra ufficiale mostra che invece di 509 morti, come precedentemente
annunziato, si deplorano 426 vittime, per asfissia prodotta dall'acido
carbonico.
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