Predice all'Abate Ruggiero 1a morte di Angelo signore di Rubio, debitore del Monastero. Per i tanti beni spirituali, aderiva, ormai, all'Altissimo
tanto da essere, secondo la Scrittura, un solo spirito con lui; e fra
gli altri carismi che dall'alto gli furono elargiti dai tesori di Dio,
rifulse, in modo particolare, lo spirito di profezia.
Note 1. L'oncia era, in origine, la dodicesima parte di una libbra. Nel medioevo indicò, in Sicilia e fuori, una moneta d'oro del valore di trenta tareni. 2. E' Giovanna II d'Angiò Durazzo (1371-1435) regina di Napoli dal 1414 alla morte del fratello Ladislao. 3. Nota marginale dell'Autore: Cedolare fatto nell'anno 1456 da Mandragolo di Lupolo di Napoli, segretario della Regina e maestro della Regia Camera della Sommaria, pg. 114, sul cui margine si legge anche questa precisa rubrica: Consta dai Commissari dei Focolari, che non è abitato. Ambedue i cedolari sono conservati nel grande Archivio della Regia Camera. E' il grande Archivio Angioino di Napoli, che fu distrutto dai Tedeschi in ritirata alla fine della guerra. Questo casale di Rubio non esisteva più già alla fine sel sec. XIV. Doveva essere un centro come tanti altri della Regione, se nel 1278 risulta che pagava un tributo per la manutenzione del castello di Rocca Imperiale, e nel 1280 fu obbligato a un tributo per l'ampliamento del castello di Melfi. Non si sa perché fosse, poi, abbandonato e distrutto: forse per lo spopolamento che si ebbe in tutta la Regione a partire dal 1348, o forse per un terremoto o per frane. Nelle vicinanze dell' antico centro sorse, nel 1395, la Certosa di San Nicola in Valle e, nella stessa zona, tra il 1425 e 1427, Francavilla sul Sinni. (Cfr. A. Giganti. o.c. XXXIV XXXV). 4. Erano tempi in cui mentre molti signori fondavano chiese e monasteri e li dotavano di molti beni, altri, al contrario, usavano tutti i mezzi per impadronirsene e darli alle proprie famiglie. Tutte le storie degli antichi monasteri sono piene di fatti di questo tipo. 5. Nel testo originale latino c'è, qui, un gioco di parole; la traduzione letterale è questa: "sciolga subito il legame del debito, perché è breve il termine in cui dovrà sciogliere il debito della carne". Prima il Beato aveva detto: "Va' a dire a quell'Angelo"; Giocando sul termine di chi, certamente, un angelo non era: è l'ironia naturale, forse anche involontaria, dei Santi, dovuta al loro totale distacco dagli interessi terreni. 6. A questo proposito A. Giganti (o.c. XXXV) nota: "L'ultima espressione di questa notizia potrebbe anche riferirsi alla distruzione e all'abbandono del casale di Rubio, in cui avrebbero trovato la morte tutti i componenti di quella famiglia". 7. Era il 1365 . Venceslao ebbe una vita movimentata e tragica. Nel 1395 fondò la Certosa di S. Nicola in Valle. Nel 1403 fu a capo della rivolta contro il re Ladislao. Morì assassinato nel 1404. Alla sua morte la Contea di Chiaromonte fu data, dal re Ladislao, ad Attendolo Sforza. 8. In origine era una somma che i feudatari versavano al re per essere esentati dal prestare servizio durante le guerre; poi, nell'Italia Meridionale, divenne una specie di tassa permanente. 9. Il grano (plurale le grana) era , in origine, la più piccola moneta in uso nell'Italia Meridionale. Come moneta effettiva, però, il grano cominciò ad essere usato solo al tempo di Ferdinando I d'Aragona e si usò fino alla caduta del Regno delle Due Sicilie. Prima dell'unificazione nazionale, la moneta ufficiale del Reame era l'oncia d'oro, che equivaleva a 30 tarì o a 60 carlini da 10 grana ognuno. Il grano, o soldo, era, a sua volta, diviso in dodici parti chiamate denari in Sicilia e cavalli a Napoli. Ugo Sanseverino era conte di Potenza e protonotario del Regno. Tommaso fu duca di Montescaglioso. |