La traslazione del suo Sacro Corpo. Nel nono
giorno dalla morte del Beatissimo Uomo Giovanni(1),
ai Venerabili Padri del Sagittario, ancora afflitti, capitò uno
straordinario fatto triste e, nello stesso tempo, lieto: giunsero,
infatti, al Sagittario alcuni parenti del Beato Giovanni da Caramola in
cerca delle preziosissime perle di quel Santissimo corpo(2).
"Sappiate, venerabili Padri, dissero, che noi siamo di Tolosa. Mentre,
ognuno lontano dagli altri, eravamo in dormiveglia, ci apparve un
vecchio di aspetto bellissimo, con un bastone in mano e vestito
dell'Abito del Vostro Sacro Ordine Cistercense, e a ognuno di noi disse
queste parole: Io sono Giovanni vostro consanguineo e se volete avere
mie notizie andate al Monastero dell'Ordine Cistercense che si chiama
Sagittario, nella Contea di Chiaromonte, della Provincia di Lucania".
E, detto questo, disparve. Fattosi giorno, uno parlò all'altro e ognuno
di noi consanguinei parlò agli altri di questa visione pensando che
fosse stato solo lui ad averla avuta. Perciò, riunitici tutti insieme,
dopo aver riflettuto attentamente sulla visione, stabilimmo di recarci
al Monastero della Grande Selva del vostro Ordine, nella nostra Diocesi
di Tolosa, per avere notizie più sicure e più certe del nostro Giovanni.
Alcuni dei nostri si recarono, dunque, in quel Monastero, ove trovarono
un certo Converso, anche lui di nome Giovanni, con il quale soprattutto
volevamo parlare, data la fama di santità che per la sua vita era nata
negli animi dei fedeli e che di giorno in giorno cresceva sempre di più
essendo ritenuto grande al cospetto del Signore. Questo sant'uomo,
dunque, quando vide i nostri disse loro: Voi siete tolosani e parenti di
un nostro fratello converso che a lungo avete pianto come morto o come
perduto. Egli, in realtà, è da molti anni morto al mondo e vive solo per
Dio, che per mezzo di lui ha operato e continua di giorno in giorno a
operare grandi cose. I nostri, pieni di meraviglia per le cose udite,
gli chiesero: Come lo sai, Padre Santo? - Ed egli disse: Lui stesso,
vestito di questo mio stesso abito, volle apparire a me peccatore, e
avendogli io chiesto in quale Monastero servisse, mi rispose: Nel
Monastero del Sagittario, che si trova nella Contea di Chiaromonte,
della Diocesi di Anglona, nel Regno di Napoli; e mi disse che sarebbe
vissuto per poco tempo ancora.
Antifona alle Lodi
Preghiera
Note 1. Nota marginale dell'Autore: Nello stesso responsorio. 2. Nota marginale dell'Autore: Dalla Tradizione degli antichi Monaci del Sagittario. 3. E' il monastero della Grand Selve, fondato nel 1145. 4. Avere il corpo di un santo è stato per secoli, nell'Europa cristiana, il desiderio di città e paesi e di particolari categorie di persone, che, per averlo, erano capaci di spendere vere ricchezze, ma anche, a volte, a ricorrere a vari sotterfugi e anche al furto e persino, a volte, a vere e proprie battaglie. 5. Qui il De Lauro scrive esplicitamente, in cifre arabe, 1339, mentre nel cap. precedente, parlando della morte del Beato aveva scritto in lettere (anno) millesimo trecentesimo trigesimo nono. E proprio perché indicato con il numerale ordinale, l'anno potrebbe intendersi anche come 1338, perché quando in latino si indica l'età (e si usa, in genere, l'ordinale) si può trovare il numero immediatamente superiore a quello reale; così, ad es, per dire un fanciullo di 7 anni, si può trovare, ed è la regola comune, un fanciullo nell'ottavo anno della sua età. Ma qui il De Lauro dice esplicitamente, in cifre arabe, 1339, quindi intendeva questo come l'anno della morte del Beato. Invece sia l'Anonimo del '300 sia l'Ughelli dicono esplicitamente 1338, che è, forse, la data vera. 6. Sono tutte espressioni ampollose, certamente non consoni al nostro gusto moderno, ma che erano tipiche, una volta, dello stile proprio delle narrazioni religiose, che non erano solo espositive, ma anche elogiative. 7. Nota marginale dell'Autore: Responsorio settimo cit. 8. Nota marginale dell'Autore: Davide Salmo 15. Atti degli Apost. Cap 2 num. 31. Cap. 13. num 35. Ma il salmo, ripreso negli Atti degli AP. non è il 15 ma il 16, che al verso 10 suona così: Perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. 9. Certamente a noi fa una certa impressione questa cruda mutilazione del corpo di un santo, ma nel medioevo era una pratica molto comune e non la peggiore. 10. Attualmente le reliquie del Beato sono conservate nella Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista in Chiaromonte. 11. Niente, ovviamente, di queste immagini, è rimasto dopo la distruzione del Monastero. Una raffigurazione in legno del Beato, il capo barbuto coperto dal cappuccio dell'abito cistercense, con un bastone su cui poggia, e a piedi scalzi, si può ancora vedere scolpita sullo schienale di uno stallo del coro ligneo del XVI sec. proveniente dalla chiesa del Sagittario e attualmente conservato nella chiesa di S. Giacomo in Lauria. Questo coro ligneo, finemente intagliato era stato voluto dall'Abate commedatario Giovannello Virgallito e collocato in chiesa nel 1554. 12. La cappella del Beato, costruita sul lato sinistro della Chiesa Abbaziale del Sagittario, è attestata già nel 1371. 13. E' quello tante volte citato (lett. Respons.) nel corso dell'opera. 14. Cioè quello ufficiale della Comunità. 15. E' un segno, questo, di grandissimo onore: nella liturgia, cioè, qualsiasi ufficio si recitasse o cantasse, ogni giorno, al mattino (Lodi) e alla sera (Vespri), si ricordava ufficialmente il Beato. 16.
La traduzione è volutamente un po' libera per conservare il ritmo
dell'originale latino. 18. Nella vecchia terminologia della Chiesa erano detti Confessori tutti i Santi non martiri, quelli, cioè, che avevano confessato, cioè, professato la fede non con il martirio, ma con l'eroismo della vita. |