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Albano di Lucania

da "la Basilicata nel Mondo" (1924 -1927)

 

 

DON GIUSEPPE MARINARO

Albano di Lucania deve molto alle rare doti dell’intelletto e del carattere sacerdotale di Don Giuseppe Marinaro, che, in lunghi anni di attività nelle lontane Americhe, ha sempre onorato e continua a onorare la sua patria e la sua fede, in una maniera degna, non dirò di lode, che la modestia dell’uomo se ne adonterebbe, ma di imitazione, feconda di bene.

Don Giuseppe Marinaro, che è da poco ritornato in America, dopo un viaggio in Italia, e una non breve permanenza in Albano, - viaggio e permanenza, durante i quali ha profuso ed elargito offerte cospicue per opere di carità cristiana e di umana beneficenza, ha assistito alla inaugurazione del maestoso portico in pietra bianca, ch’egli volle far erigere a sue spese, per accrescere il decoro della Chiesa Madre del suo paese nativo, quella chiesa, sacra alla Assunzione di Maria, nella quale egli, con anima trepida e commossa, aveva celebrato il primo sacrificio, vuotato il primo calice del divino olocausto.

Il portico, opera accuratissima e bellissima, impeccabilmente armonica ed estetica nella forte unità dello stile e nella cura dei particolari, non solo aumenta il fasto e lo splendore della bella chiesa, ma arricchisce il paese di una pregevolissima opera di arte, della quale, a buon diritto, potrà andar superbo, perché il monumento è di tale fasto e magnificenza che ugualmente onora il donatore e il paese.

Inutile dire che l’opera costò a Don Giuseppe Marinaro parecchie e parecchie decine di migliaia di lire. Ma che cosa non sarebbe Egli pronto a dare e a sacrificare per la sua fede e per il suo paese, per 1’amore della sua religione e per il culto della sua patria?

Egli è un apostolo della beneficenza. E tutto quello che la sua attività gli consente di guadagnare, è poi lieto di donare, per la fede e per la umanità.

Ricordate il manzoniano frate delle noci? « Noi siamo come i fiumi — egli diceva —; pigliamo 1’acqua dal mare e la riportiamo al mare » —Tale Don Giuseppe Marinaro. Tutto gli è nulla, per sé stesso, che, secondo il divino precetto evangelico, vuole « giungere nudo » alla meta. E la ricchezza per lui ha valore solo in quanto gli consente la gioia di dare, dare inesauribilmente, fino a ritrovarsi le mani vuote.

L’inaugurazione del portico della Chiesa di Albano fu solennizzata con una mirabile festa, di cui Don Giuseppe Marinaro, personalmente, stabilì il programma, e che, naturalmente, andò tutta a sue spese. Il vescovo della Diocesi di Tricarico, mons. Raffaello Delle Nocche, volle dare a Don Giuseppe Marinaro la prova più paterna della sua ammirazione, facendo coincidere la inaugurazione del Portico con la sua visita pastorale.

Lo splendore dei festeggiamenti fu inaudito, e resterà memorabile.

E fino a quando la bianca pietra del portico monumentale, di cui va fastosa la chiesa dell’Assunzione di Maria, in Albano, starà al bacio

dell’aria e del sole, contro il tempo e gli elementi, le generazioni di Albano di Lucania avranno memoria grata e amorevole di don Giuseppe Marinaro, il buon donatore, che per sé elesse la parte migliore della vita il bene, che in lui si manifesta come pietà cristiana, amore della umanità e della patria.

Cittadino e sacerdote esemplare don Giuseppe Marinaro sa fondere nel suo spirito e nel suo carattere il fervore apostolico della sua missione sacerdotale con il più austero concetto dei suoi doveri civici e sociali. Ed è per questo ch’egli si impone alla ammirazione schietta e reverente di quanti nel cammino misterioso della esistenza, s’imbattono nella sua opera, e risostano davanti, come a un oasi bene. Ed è sempre così fecondo per la umanità l’esempio di simili benefattori , che noi c’inchiniamo con reverenza davanti a don Giuseppe Marinaro, che veramente è una « luce del Signore » nella infinita via della vita. Di quella vita, che gli uomini medesimi si affannano a mutar in deserto di triboli e di spine, dimentichi della parola evangelica.

 

 

da "la Basilicata nel Mondo" (1924 -1927)


 

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