Chiesa di S. Vito

Appena fuori dell'abitato, a poche centinaia di metri dal cimitero, sull'attuale extramurale che conduce a Potenza, sorge su di uno spiazzo elevato, in mezzo a due alture, la cappella dedicata a San Vito, ultimo protettore, in ordine di tempo, della parrocchia di Avigliano.
Si racconta che Vito - assieme a Modesto e Crescenzia, suoi precettori - su proposta del padre-pagano, fosse fatto atrocemente giustiziare da Diocleziano, nella antica Lucania e precisamente dove il Tanagro confluisce nel Sele.
Incerta la data di costruzione dell'antica primitiva chiesetta, sulle cui rovine fu edificata intorno al 1500 l'attuale, ristrutturata e poi modificata ulteriormente nella facciata negli anni cinquanta.
Due olmi, dal fusto altissimo, con circa 22 palmi di circonferenza ed una quercia colossale, abbattutasi a seguito di un furioso temporale il 16 giugno 1780, costituivano per l'edificio sacro un pregio paesaggistico di notevole bellezza, e per la gente, che il 15 giugno vi si recava a visitare il Santo - consumandovi poi il pranzo al sacco - un sicuro riparo dalla calura estiva.
A cavallo tra il settecento e l'ottocento, a ridosso dell'altare maggiore, venne costruito un locale per la sacrestia ed un piano rialzato per l'alloggio dell'abate.
Questi, oltre che del culto, si prendeva anche cura degli ammalati morsicati da cani randagi e rabbiosi, ospitati in una specie di lazzaretto, sistemato nell'alloggio costruito al piano rialzato sulla sacrestia.
La piccola chiesetta era sotto la giurisdizione dei Domenicani dell'Annunziata e, secondo la RELAZIONE GAUDIOSO sulla BASILICATA, -del 1736, possedeva una rendita derivante cento vacche e cento pecore.
Si ha notizia di un quadro di pregevole fattura, raffigurante i martiri Vito, Modesto e Crescenzia, che un forestiero, dietro offerta di una cospicua somma di denaro, riuscì a farselo cedere.
Pare raccontasse l'episodio di uno schiaffo che Modesto avrebbe dato a Crescenzia per un rimprovero fatto a San Vito.
Quando, però, stipulato il contratto, si andò a schiodare il quadro, si racconta che le immagini divennero così brutte che il forestiero desistette dal condurre in porto l'affare.
Non sappiamo se le stesse ripresero poi l'antico bell'aspetto, anche perché non sono giunte fino a noi.
E' invece a noi giunto un vasto affresco di autore ignoto, che raffigura la gloria di San
Vito, di . pregevole fattura, risalente al 600, ben visibile sotto il soffitto dell'attuale Cappella.
Si conserva pure in detta Chiesa, custodita in una teca d'argento, una reliquia del braccio di San Vito.
La festa, anche esterna, viene celebrata il 15 giugno. Per tutta la durata della novena di preparazione le funzioni venivano ufficiate in detta cappella, avendo prima scambiate con la Chiesa Madre le rispettive statue del Santo che solo a fine festa ritornavano processionalmente al loro posto di origine.   

Testo tratto da "Avigliano città di Maria" di Don A. Verrastro, 1983 
Pubblicazione autorizzata dall'Autore

 

 

 

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