CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI o dei Riformati, 
meglio conosciuta con il nome di Chiesa del MONASTERO ("ri gli muonici" )

La chiesa dedicata a SANTA MARIA DEGLI ANGLI, detta anche dei Riformati, fu costruita con l'annesso convento nel sec. XVI, per i frati minori osservanti (1580? ).
Nel 1614 passò all'obbedienza della Riforma, un movimento interno di rinnovamento dell'ordine francescano che si riprometteva un ritorno allo spirito primitivo e alla piena osservanza della regola.
Nell'ambito di questo rinnovamento religioso, detto convento, assunse un'importanza notevole sia perché destinato a studio generale dell'ordine, sia perché luogo di raccolta di studiosi, letterati e poeti, i quali avevano libero accesso alla biblioteca, ricca non solo di opere a carattere religioso e filosofico, ma anche di classici.
La relazione GAUDIOSO sulla Basilicata del 1736, parlando di Avigliano, dice che all'epoca esistevano due conventi di frati, di cui uno dei minori mendicanti di San Francesco con la famiglia di trenta frati.
Ancora prima, in documenti rinvenuti presso l'archivio parrocchiale di Avigliano, si fa menzione del convento di Santa Maria degli Angeli in un testamento di don Donato Corbo
del 10-1-1652 e in altro documento del 1687 si legge che il "convento dei Frati Riformati" è "mantenuto dall'Università di Avigliano".
Ebbe in seguito molto lustro dalla permanenza di Mons. Luigi Filippi, un frate di Avigliano, nato il 20 gennaio 1810.
Dopo aver avuto, appunto in quel convento, la prima istruzione, Vito Antonio Sebastiano - questi erano i nomi ricevuti dai genitori nel battesimo - passò prima a Potenza e quindi a Laurenzana per i successivi studi, per poi far ritorno ad Avigliano, da provinciale dell'ordine, nel 1844, rimanendovi fino al 1853, pochi anni prima della, soppressione del convento. 
In quell'anno infatti ottenne la nomina a Vescovo dell'Aquila, nomina che conservò fino al 1876, anno in cui la sua personalità ebbe un ulteriore riconoscimento da parte della Santa Sede che lo elevò alla dignità di primo Arcivescovo dell'Aquila.
La Chiesa, certamente posteriore, almeno nella struttura odierna del frontale - come si rivela da una data sopra scolpita, A.D. 1786 - presenta una facciata artistica ed articolata settecentesca con portali laterali, a bugnato, di notevole fattura.
L'interno è a due navate, la centrale coperta a volta a botte, lunettata, divisa da arcate, su pilastri; quella laterale, a destra, coperta con volta a crociera
Il vano absidale è arricchito da un pregevole coro ligneo con sovrastante cantoria ed organo di interesse artistico.
La fisionomia architettonica interna è caratterizzata da una sobria decorazione a stucco, ricorrente su pilastri, archi e volte.
Nelle arcate laterali si possono ammirare 8 artistici altari barocchi in legno, finemente decorati con dorature ed intagli, con interessanti tele seicentesche, tra cui spiccano, per bellezza, la glorificazione della Eucaristia e Santa Chiara che scaccia i saraceni dal tempio.
Di un certo interesse artistico è anche la statua di San Francesco, il gruppo della crocifissione e una statua in legno dell'Immacolata di pregevole fattura.
Sono anche conservati i monumenti sepolcrali in marmo di Domenico Vaccaro, Nicola Maria Corbo e Chiara Gagliardi con il figlio Andrea Corbo, anch'essi di un certo valore artistico.

Testo tratto da "Avigliano città di Maria" di Don A. Verrastro, 1983 
Pubblicazione autorizzata dall'Autore
 

Chiesa e convento di S. Maria degli Angeli o dei Riformati 

La chiesa fu costruita nel XVII secolo con una interessante facciata tardo-secentesca nella quale il portale dell'avancorpo centrale presenta motivi scultorei di derivazione rinascimentale e la finestra superiore negli stipiti e piattabanda è decorata con motivi di ascendenza pugliese-salentina. Due finestre ovali sulle pareti sghembe ed un coronamento a timpano con volute concludono il prospetto. 
L'interno è a navata centrale con volta a botte lunettata, divisa da quattro arcate con pilastri, ed una navata laterale a destra,coperta da volte a crociera con quattro archi trasversali. Una sobria decorazione in stucco su archi pilastri e volte, probabilmente realizzata da artisti locali, ravviva gli interni. Sulla parte sinistra sono collocati splendidi altari barocchi, con dipinti su tela del XVII secolo, tra i quali "La glorificazione dell'Eucarestia" e "Santa Chiara che scaccia i Saraceni dal Tempio" di Francesco Giordano; sono conservati anche un Crocifisso ed una statua dell'lmmacolata in legno. Vi sono anche le tombe monumentali di Domenico Vaccaro e Nicola Maria Corbo e di Chiara Gagliardi con il figlio Andrea Corbo. 
Da fonti del 1723 si apprende che il convento fu fondato nel 1615 dal Municipio, con, al piano terra, refettorio, cucina, dispensa e tre stanze, due delle quali adibite a foresteria, ed una grande stanza"in cui si carda la lana per i panni da vestire per i frati"; al primo piano quattro dormitori, con trentadue celle, ed una "mediocre" libreria; all'epoca ospitava trenta frati.  

Testo tratto da "Itinerari di Federico II " A. Borghini, 2000 
Pubblicazione autorizzata da APT BASILICATA
 

 

 

 

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