In seguito al propagarsi della lebbra e del morbo detto "fuoco di S. Antonio", l'Abbazia di S. Antonio Abate sorse nel territorio di Grottole subito dopo quella fondata a Napoli nel 1731 per volontà della Regina Giovanna.
Secondo una descrizione risalente al 1742, il complesso architettonico era circondato da terreni donati al Santo (circa 40 tomoli) con mandorli, fichi e querce.
Nella piana dove si raccoglievano i fedeli esisteva anche una piscina.
Fino al 1781, la nomina a Rettore, o ad economo del Santuario veniva fatta dal Cardinale di Napoli Abate e Generale Precettore della Badia di S. Antonio di Vienna, con regio assenso del sovrano.