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ARCANGELO MENNELLA
da "La Basilicata nel Mondo" (1924-1927)

Questo degno figlio della fiera e generosa terra Lucana è nato il 2 agosto 1858 in Rionero, la cittadina ridente adagiata sulle ubertose pendici del Vulture, la cittadina industre, generatrice di menti elette, di coscienze sicure dalla tempra adamantina.

Fin dai primi anni della sua giovinezza Arcangelo Mennella seppe farsi

conoscere ed apprezzare per le superbe qualità di mente e di cuore che lo distinguevano fra i coetanei, ed ancora oggi è ricordato con simpatia e con stima dai compagni di collegio e di Liceo, il “Salvator Rosa,, di Potenza, ove segui gli studi classici.

Licenziato dal liceo col massimo dei punti, pur attratto dal miraggio degli studi letterari, a lui tanto cari, e della musica, cui erasi anche dedicato, autodidatta valoroso, con esito fortunato, si iscrisse per l'amore alla scienza e per la convinzione profonda di altruismo dell’animo suo buono e generoso, alla facoltà di medicina presso l’Università di Napoli.

Ed in quell’Ateneo, fucina di scienziati insigni, vanto e decoro della medicina italiana, ebbe a maestri il De Luca, l’Antonelli, il Semmola ed il Cantani, che lo predilessero, e che bene a ragione lo laurearono medico con votazione plebiscitaria, dopo una dottissima tesi da lui presentata sopra “un caso clinico di pustola maligna,, tesi che ancor oggi costituisce una completa monografia di quella malattia.

Nel 1883, il giovane dottore, educato alla scuola di fervente patriottismo della sua famiglia, entra a far parte dell’Esercito Italiano, e, dopo aver frequentato i corsi presso la Scuola militare di Firenze, nel 1884 riceve le spalline di ufficiale medico.

Ed egli si dedica alla sua missione col fervore di un apostolo, e pur nella dura diuturna fatica, inizia nuovi e più larghi studi, che prosegue poi con, sempre più crescente successo nell’ardua via della scienza.

Ne fanno fede le sue svariatissime pubblicazioni intorno ai più gravi problemi del campo sanitario. Tali pubblicazioni sarebbe troppo lungo enumerare. Basterà ricordare i due studi sugli antitermici, elogiati vivamente dal Semmola, dal Baccelli, dal Dulardin, Beaumètre, da altri illustri stranieri le pubblicazioni intorno all’influenza, alla malaria alla febbre estiva, alla nevrastenia, alle nevrosi traumatiche; gli scritti importantissimi sull’equitazione, sul ciclismo, sul ballo, sul bacio: ed infine tutta l’opera intorno alla profilassi e terapia della tubercolosi polmonare, che, se non è di ponderosa mole, ha, quel che importa, un grande contenuto profondamente sociale. Perché il Mennella non è uno di quelli che coltivano la scienza astratta o di quegli altri, un pò più lungimiranti, che credono assoluto il computo della medicina colla guarigione del singolo: per lui ben più vasti sono gli orizzonti delle scienze salutari, ben più esteso il campo di azione di esse.

Eccolo infatti, con profonda convinzione attinta alle fonti più pure dell’osservazione rigorosa e dell’amore per la società, farsi propugnatore di una legislazione intesa a vietare il matrimonio ai tubercolosi ed ai sifilitici - lo sono qui ad invocare per legge - egli diceva all’XI congresso medico internazionale tenutosi in Roma nel marzo-aprili 1894 — che, salvo in articulo mortis, nessuno possa contrarre matrimonio, se prima non provi con documento scritto di essere immune da sintomi di sifilide e di tubercolosi ,,. Nello stesso discorso egli aveva ad un punto esclamato con mirabile frase, che dà insieme 1’idea e la misura del suo animo nobile ma energico: “Anche a me sorrideva, e sorride in un roseo e lontano orizzonte, una immagine soave di fanciulla, sospiro eterno del mio povero cuore; ma quella cara visione è messa in fuga dallo spettro di un morbo ereditario, che ha fatto e farà tacere il mio cuore

Queste idee intorno al matrimonio dei tubercolotici egli ha esposto ancora nell’aprile 1900 al Congresso internazionale contro la tubercolosi in Napoli: queste idee egli ha ripetuto confortandole con larga serie di osservazioni e di dati al XIV congresso internazionale di medicina tenutosi in Madrid nell’apri1e del 1903: queste idee egli ha propugnato dalla cattedra dell’Università popolare e dal banco del conferenziere.

Incaricato, in rappresentanza della Sanità Militare al 6° congresso di medicina interna, nel 1895, vi tiene tre dottissime comunicazioni sulla cura dell’anemia, sul velocipedismo e sull’Achillea millefolium, comunicazioni che meritano il plauso cosciente di tutti gli scienziati presenti.

Ed in otto altri congressi nazionali ed internazionali egli dice, cosi come egli sa dire, della profilassi e cura della tubercolosi con un suo metodo speciale, il che gli vale articoli laudativi su tutti i giornali medici esteri ed italiani.

Igienista per eccellenza, pubblica lavori sull’igiene del ballo (1898) sull’equitazione (1900) sul velocipedismo (1900) sullo sport in genere.

Ed importanti pubblicazioni dà alla luce la sua mente pronta e versatile, sempre nel campo della scienza medica, sull’ influenza, (1887) sugli antitermici, sulle sinoviti,(1889) sulla sudoterapia nelle malattie esantematiche, (1895) sulla malaria, (1900) sul tifo, (1900) sulla nevrastenia, (1907) sulle nevrosi traumatiche (1912).

Ideologo, pubblica trattati sulle acque da tavola (1910) su quelle di Salsomaggiore (1903) sulle acque di Casciana (1911).

Giornalista dalle ampie vedute e scrittore forbito nel 1907 pubblica le “ Cronache Piacentine ,, ed entra a far parte quale redattore apprezzatissimo e ricercato del “ Nuovo Giornale ,, di Firenze.

Ancor oggi collabora in vari quotidiani e periodici, tra cui il “ Giornale d’ Italia ,,  il “ Piccolo ,, il Giornale di Basilicata ,, etc.

Sono recenti quattro suoi poderosi articoli, comparsi sull’ “ Epoca ,, di Roma, nel 1924, sui lavori e sulle bonifiche in Basilicata.

Piacevole ed elegante dicitore, avvince gli intellettuali uditori, che invadevano i saloni all’annunzio delle sue conferenze, riportando sempre, in Roma, Firenze, Piacenza, Spezia e Livorno successi strepitosi.

E di tutto egli tratta e parla, e di tutto sa trattare e parlare in maniera meravigliosa: del ballo, del bacio, dell’alcool, del tabacco, dei veleni, del dolore, della bellezza, dei sogni, del matrimonio, tutto egli svolge con pensiero eletto, e porge con parola calda, suadente, fine e corretta, anche nei passi delle sue conferenze, in cui parla non il cavaliere cortese, ma il medico, lo scienziato, che con la sua franca parola deve apportare il bene all’umanità.

Tra le maggiori sue conferenze scientifiche ricorderemo: “ Tubercolosi e matrimonio ,, “ Malattie Infettive,, “Avvelenamenti,, “Il dolore,, “Alcool e tabacco,, “Igiene alimentare,, “La donna,, “Per la bellezza,,.

E delle conferenze tiene anche al fronte, durante la guerra vittoriosa, d’ordine del Comando Supremo, agli ufficiali medici di intiere armate, e nell’Ospedale Maggiore di Milano, su alcune sue personali osservazioni cliniche e terapeutiche sulle truppe combattenti, e cioè sul trasporto dei feriti in montagna, sulle nefriti in trincea, sull’ ittero infettivo, sull’ uso dei fermenti lattici nel tifo.

E pur nello studio difficile e diuturno della scienza medica, in Arcangelo Mennella trova motivo di applicazione, come dianzi ho detto, e di profonda applicazione, anche la musica, ed eccolo dedicarsi al culto di Euterpe, riuscendovi mirabilmente. Ed in varie sale e salotti privati, ed in varie città, la tastiera del piano, magistralmente toccata dalla sua mano sicura, ha pianto ed ha riso, con delirio di passione e verismo impressionante, ha cullato menti e cuori in dolci melodie, ha ripetuto dinanzi ad uditori estatici, diecine e diecine di opere, riprodotte senza l’ausilio dello spartito, perché impresse nella memoria ferrea del pianista.

E non solo valoroso pianista è Arcangelo Mennella, ma pure compositore. Sei romanze per canto e piano pubblicate con fortuna, a Torino; quattro per piano solo, tre tempi di mazurka di stile classico ed una serenata napoletana sono le sue composizioni delicatissime, che rispecchiano l’animo suo fine di poeta e sognatore.

Di due altre mazurke per banda, una — Cavalleria leggiera — è nel reportoriq di parecchie musiche militari; un’ altra della Banda Municipale di Napoli.

E così nella scienza, nelle lettere e nella musica il nostro comprovinciale illustre eccelle, come solo chi in terra lucana sia nato può eccellere, per quell' impronta che la nostra terra sa imprimere nello intelletto e nel cuore dei suoi figli migliori.

E per ultimo, perché a lui più caro, dirò della sua vita militare, della sua rapida carriera, dei meritati assensi.

Allievo medico alla Scuola di Firenze nel 1883, due anni dopo ne esce sottotenente effettivo. Nel 1887 è promosso tenente ad anzianità, nel 1892 capitano a scelta.

Ed anche a scelta è promosso maggiore medico nel 1908, tenente colonnello nel 1914, colonnello nel 1916.

Rapidissima ascesa sol che si pensi alla lentezza delle promozioni ante guerra, specie, poi, per la tirannia degli organici, nel corpo sanitario militare.

Nel 1895 e 1896 prende parte alle campagne d’Africa, a capo di una sezione di sanità e dopo Adua fu alla direzione degli Indigeni ad Asmara.

Nel 1915 è nominato, per personale designazione di mobilitazione, Direttore di Sanità dell’ importantissima Piazza Marittima di Spezia, e nel 1916, colonnello, assume, invece, la Direzione del servizio sanitario del III° Corpo di Armata Mobilitato, incarico che detiene fino all’armistizio.

Un ufficiale dal pugno di ferro occorre, nell’immediato dopo guerra, alla Direzione di Sanità del Corpo d’armata di Roma: il colonnello Mennella è il prescelto. Si forma 1’8a Armata a Trieste: il dottor Mennella ne dirige il servizio sanitario.

Dopo 39 anni di effettivo servizio, di cui cinque di campagne di guerra, Arcangelo Mennella sente bisogno di meritato riposo, e chiede nel 1920 la posizione ausiliaria speciale.

Ed in tale posizione, il 6 gennaio 1922, è promosso generale medico. Quattordici decorazioni brillano sull’ampio petto. Il Sovrano Militare Ordine di Malta lo nomina Cavalier donato di 1a classe, gli ordini dei SS. Maurizio e Lazzaro, della Corona D’Italia e di Danilo I lo iscrivono tra i loro commendatori; l'Esercito lo fregia della Croce al merito di guerra, di quella di oro per 40 anni di servizio, delle medaglie della guerra d’Africa ed Italo Austriaca. La Sanità civile gli decreta la medaglia d’argento per la salute pubblica; la Croce Rossa la medaglia d’argento per i benemeriti: e la stessa medaglia gli assegna il Ministero dell’ Interno per l’opera da lui prestata nel terremoto della Marsica.

E nella sua ancor giovine vecchiezza, oggi, il generale Mennella, del quale fra non molto potremo ancora registrare una nuova promozione, che lo farà assurgere alla cima eccelsa della gerarchia militare, rivolgendosi indietro nel suo passato di cittadino e di soldato, con santo orgoglio, senta inumidirsi il ciglio, perché la sua opera non e andata dispersa, perché vana non fu la sua vita!

E dall’una e dall’altra a noi, giovani di terra lucana, che dall’esempio dei nostri grandi dobbiamo saper trarre, giornalmente, motivo per nobili fatiche, un nuovo monito ed un nuovo insegnamento venga dal motto che fu ed è il blasone di Arcangelo Mennella: Bontà, lavoro, onestà!

 

GIMES

 

 

 

OPERE DI ARCANGELO MENNELLA

 

Sulla pustola maligna, lesi di laurea, 1883; L’ Influenza. Conferenza tenuta a Verona, 1887; Degli antitermici, 1889; Sopra un caso di sinovite suppurata del ginocchio, 1893; Dell’Achillea Millefolium, 1894; Cura pronta delle gravi anemie, (Tre comunicazioni al 6 Congresso di Medicina Interna) 1895; Sul velocipedismo; Dell'Achillea Millefolium, 1895; La sudoterapia nelle malattie esantematiche, 1895; Meccanismo d’azione degli antitermici 1895; Igiene in cavalleria, 1899; La malaria, monografia, 1900; Fisiologia e patologia del ciclismo, 1900; La reazione di Widal nel tifo, 1900; L’influenza, monografia. 1900; Dell’equitazione, monografia. 1900; Azione fisiologica e terapeutica delle acque di Salsomaggiore, 1903; Nevrastenia ed autointossicazioni, 1907; Della febbre estiva. 1908; Cronache piacentine, 1907; Storia, fisiologia e patologia del bacio, 1908; Otto comunicazioni a Congressi Medici Nazionali ed Internazionali sulla profilassi e cura della Tubercolosi; Nevrastenia, errori dietetici Conferenza, Firenze 1910; Acque da tavola; Sonno ed emozioni dopo i pasti, 1910; Diagnosi e prognosi delle nevrosi traumatiche, 1912; Sull’origine dei sogni, 1912; Sull’azione delle acque di Casciana, 1911; Osservazioni cliniche e terapeutiche sulle truppe combattenti; a) Trasporti di feriti in montagna; b) Nefriti in trincea; c) Ittero infettivo; d) Fermenti lattici del tifo, 1917.
 

da "La Basilicata nel Mondo" (1924-1927)

 

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