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SACCO VECCHIA

Alle falde del Monte Motola, nei pressi della gola profonda del Sammaro, in un paesaggio naturale che conserva intatta la sua stupefacente bellezza, insiste il centro abbandona to di Sacco Vecchia, una realtà monumentale di notevole interesse. Il passino medievale, pur nel degrado e nell'abbandono delle sue strutture racchiuse da mura e da torri, conserva pressoché interamente l'impianto urbano con le casette addossate l'una all'altra, le strette stradino acciottolate che si inerpicano sul pendio e la chiesetta la cui planimetria è perfettamente leggibile. La presenza delle sorgenti del Sammaro, nella gola profonda sottostante lo sperone su cui sorge il borgo medievale. In uno scenario naturale di estrema suggestione e bellezza, ha favorito, in età preistorica un insediamento in grotta. La grotta, nota come Grotta Grande di Sacco o Grotta di Jacopo, a un centinaio di metri dalle sorgenti, è stata abitata da una comunità pastorale tra il XV ed il XIV sec. a.C., in piena età del Bronzo. Peraltro anche l'evidenza della grotta di Sacco non è affatto isolata ma anch'essa rientra in un sistema di occupazione del territorio in età protostorica da parte di gruppi umani portatori di un cultura definita appenninica e ben attestata in tutto il territorio del Cilento interno con insediamenti sia in grotta che all'aperto. Un'escursione alle sorgenti del Sammaro consente di scoprire un patrimonio naturale di stupefacente bellezza; la salita al borgo medievale di Sacco vecchia è possibile attrave un impervio tratturo. Tutto il territorio di Sacco con il recupero del centro medievale, l'esplorazione dell'insediamento di età ellenistica a Tempa degli Antici e la sistemazione della Grotta Grande consente la creazione di un parco archeologico e naturale dove all'incontaminata conformazione naturale dei luoghi si adegua bene il recupero del patrimonio monumentale ed artistico.

Autore: Cartello affisso

 

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