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LAURIA - ARTIGIANATO

Le attività artigianali che, un tempo, costituivano il caposaldo dell'economia, non solo lauriota ma di tutto il circondario, sono ora divenute un "contorno" all'indotto economica e praticate, ormai, soltanto da pochi. La lavorazione del legno era, ad esempio, diffusa su tutto il territorio sia per la produzione di botti, sia per la fattura di pregevoli mobili ed arredi. Anche la lavorazione del ferro aveva un ruolo importante - famose sono le preziose ringhiere arricchite da decorazioni floreali - ora l'unica bottega superstite produce per lo più manufatti ornamentali ed attrezzi per il camino. La presenza di estesi banchi di argilla compatta, inoltre, aveva determinato il proliferare di fornaci per la produzione di ceramiche e laterizi: da segnalare è la fornace sita in località Castagnara a camera circolare, alimentata a legna, che continua a produrre mattoni ed embrici. Le altre attività quali la lavorazione del pellame, la produzione di farina, ormai, sono testimoniate da splendidi esempi di archeologia industriale - parte dell 'ingranaggio a ruota relativo alla conceria Giordano è diventato elemento di arredo urbano in Largo Plebiscito. Così come da catalogare come modello di archeologia industriale è la centrale idroelettrica, sita presso la sorgente mandarino, che sfruttava una delle risorse del territorio più abbondante, l'acqua - di essa una delle turbine è esposta nell'atrio di Palazzo Viceconti, sede dell'ENEL.



Testi tratti dal CD "Lauria: città 10 e lode" - Fotottica Moderna
a cura di A. Chiacchio e C. D'Alessandro, 2001

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