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Chiesa Matrice di Santa Maria dell'Olmo

Molto incerta è l'epoca della prima costruzione di questa Chiesa, già nel 1544 indicata col nome -S. M. dell'Olmo- e come -Chiesa Maggiore- del paese (in occasione della Visita Pastorale del Vescovo di Acerenza e Matera, Cardinale Michele Saraceno). Si pensa possa risalire all'inizio del XVIII sec., con dimensioni inferiori alle attuali e forse con dedica originaria differente, a -Santa Maria della Stella Mattutina- (ma è più probabile l'esistenza di un'altra Chiesa con questo nome, di cui non resta traccia-. Nel corso dei secoli la Chiesa Madre di Castelmezzano ha subito diverse trasformazioni. Sicuramente, fino alla metà dell'800 essa era costituita da una sola navata, con quattro piccole Cappelle laterali -di Gesù Cristo, della Beneficienza, del Purgatorio e di Sant'Antonio- e diversi Altari -di questi ultimi, già nel 1544 se ne contavano 7-. Il Campanile era più basso, di forma rettangolare. Vi erano almeno due ingressi, quello principale che coincide con l'attuale ed un'altro più piccolo, sul lato sinistro. L'Altare centrale era sovrastato dalla pregevole pala lignea di stile Barocco antico detto della -Madonna della Stella-, che ora è posta a destra dell'entrata. Essa contiene una finissima icona bizantina raffigurante la Madonna col Bambino, racchiuso, in una cornice di pietra in cuiu sono scolpite delle scritte in latino (-Quì è Maria della Stella Mattutina-) e in greco, con la data 1118. A partire dal 1853 si hanno notizie dei lavori di consolidamento, trasformazione ed ampliamento che a più riprese interessarono la struttura nei successivi ottant'anni. Il primo progetto dell'architetto Filippo Montano di Laurenzana, prevedeva il consolidamento contro l'umidità attraverso la costruzione dell'attuale locale della Sagrestia, il rifacimento del Coro ligneo, l'ampliamento delle Cappelle laterali, l'illuminazione per mezzo di un lanternino da porre sotto l'arco trionfale ed il rifacimento della gradinata di uno degli ingressi. Dopo il terremoto del 1857, che danneggia seriamente l'edificio, parte di questi lavori iniziano; inoltre viene rifatto il tetto, e l'altezza dell'edificio viene quasi raddoppiata, come si osserva nell'arco della parete di fondo del coro, che è quasi il doppio di quelli delle navate, è probabilmente anche dell'antico arco trionfale. Si passa in tal data dallo stile romanico originario dello stile Barocco-Neoclassico delle pareti stuccate e dei cornicioni.
Nel 1870, l'Arciprete Don Michele Arcangelo Volinifece ampliare ulteriormente la navata centrale, ristrutturando la Sagrestia; trasformò l'ingresso, in origine a forma d'arco, aggiungendovi un'ampia gradinata a tre salite. Rifece inoltre il campanile, che raggiunse le dimensioni attuali, e diede la forma alle due navate laterali. Ad inizio del '900, la Chiesa Madre fu abbellita da numerosi altari in marmo, offerti perlopiù dagli emigranti di Castelmezzano negli Stati Uniti. Anche altri lavori, come il pavimento, la -@%&x§atura e il pulpito in marmo, furono possibili, nel 1929, grazie alle donazioni di alcuni fedeli emigrati in America. La forma attuale, infine, è opera della Sovraintendenza, con le ricostruzioni post-terremoto del 1980.
Numerose opere pregiate conserva la Chiesa Madre. La statua lignea policroma di -Santa Maria dell'Olmo- risalente agli inizi del XIV sec., di dolcissimo profilo bizantino. Un'altra statua lignea, di poco posteriore, della -Madonna col Bambino-, caratteristica per i riccioli biondi. Altre tre pale d'altare in legno, risalenti come quello succitato della -Madonna della Stella-, al XVII sec. Uno, detto del -Purgatorio-, a destra dell'ingresso; il secondo, del -Sacro Cuore-, a sinistra; e l'ultimo, che fa da cornice alla Madonna dell'Addolorata, nella parte centrale della navata di destra. L'altare di San Rocco(Protettore di Castelmezzano) risale invece al XVIII sec. Tre splendidi quadri arricchiscono l'interno: quello delle -Anime purganti- (di anonimo, XVI-XVII sec.); quello della -Madonna del Carmelo- (dello Scerra di Tricarico, 1616; una meravigliosa -Sacra Famiglia- (o -Trinità Terrestre-, opera del Pietrafesa della metà del XVII sec.). Da notare inoltre la parte superiore delle ghirlande in ferro battuto che abbelliscono lo sfondo dell'altare Maggiore e formano il trono della Madonna dell'Olmo: sono opera dell'artigianato locale risalente al XVIII sec. Più recenti sono le altre statue, tutte ottimamente restaurate, tra cui quella di Santa Lucia, o quella bellissima di Sant'Antonio. La piccola statua di -San Rocchicchio- (1888) era trasportata nel paese dai pastori, a lume di fiaccole, la sera precedente il dì di festa, cui, si dice, essi non potevano partecipare per non lasciare le greggi incustodite.
Per ultimo le Campane della Chiesa: la più antica risale al 1666 (intitolata alla Sacra Famiglia); del 1768 la seconda, dell'Imacolata Concezione, commissionata dall'Arciprete Giovanni Battista Volini; poi la terza risalente al 1820, intitolata a -S. Maria dell'Olmo- e realizzata dall'Arciprete Domenico Campagna; infine la più recente, del 1948, a cura della Procura e dell'Arciprete Giuseppe Eufemia.

Autore: Cartello affisso nei pressi della Chiesa

 

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