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Castelmezzano - da: -la Basilicata nel Mondo- (1934 - 1937)

Lavori Pubblici a Castelmezzano
Castelmezzano, settembre.
Sono stati ultimati i lavori di costruzione di una pubblica fontana, con annesso abbeveratoio, nella frazione Spinoso di questo Comune, opera dell’Impresa Romano Giuseppe, a spese dell’Amministrazione Comunale che ha a capo l’egregio Sindaco Saverio Paternò, il quale tanto bene reca alla popolazione. Difatti a sue spese sta facendo costruire in questo abitato un lavatoio pubblico a cinque posti. Quanto prima saranno iniziati i lavori di costruzione di un’altra fontana pubblica, in contrada Calcescia ed anche quanto prima, pure a spese della suddetta Amministrazione, sarà reso accessibile ai traini il tratto della rotabile Castelmezzano-Cupolo (Laurenzana) ridotta impraticabile.
All’Amministrazione Comunale, ed in ispecie al Sindaco Paternò, vada il ringraziamento ed il plauso dell’intera cittadinanza anche per quel tempo che egli così bene impiega a benefizio non di lui, non della sua famiglia, ma, a benefizio di una famiglia più grande, a benefizio di tutto un popolo, pago e felice soltanto di vederlo contento e bene avviato verso una via larga e luminosa che è quella del vero progresso civile. Null’altro egli chiede: non premi, non ricompense, non gratitudine, ma semplice, intima soddisfazione di vedere realizzato il suo meraviglioso programma, di veder raggiunto il suo ben inteso ideale verso la terra che gli diè i natali, il cui amore e la grande passione gli fanno sembrare lieve ogni fatica, ogni sacrificio.


Castelmezzano, dicembre.
La mattina del 4 novembre Castelmezzano tutta festante nelle sue bandiere sventolanti ad ogni finestra celebrò solennemente, con la partecipazione spontanea di tutta la cittadinanza, la data storica del 4 novembre. Castelmezzano in ogni suo ceto professionale volle comporre il corteo che si snodò fra l’entusiasmo crescente della popolazione, che era tutta nelle strade ad assistere alla cerimonia indimenticabile. Il corteo percorse via Roma, Corso Vittorio Emanuele, Via Michele Volini e si recò al Viale della Rimembranza ove, tra il silenzio ed il raccoglimento profondo della folla immensa, il molto reverendo arciprete D. Michele celebrò la messa solenne in memoria dei caduti e parlò invitando gli astanti a chinarsi rivolgendo un memore pensiero. Indi il corteo si ricompose, sfilò innanzi alle piante che recano i nomi dei caduti e si recò in piazza dinanzi alla lapide situata sulla bella facciata della chiesa madre: qui ebbe luogo la distribuzione di otto brevetti e di altrettanti distintivi di onore agli orfani dei morti in guerra, conferendo alla cerimonia quella solennità che, dimostrando agli orfani come sia ricordato il glorioso sacrificio dei loro genitori, valga a rafforzare sempre più in essi l’amore per la patria. Pronunziò un discorso patriottico il Prof. Amico Michele, che raccolse applausi entusiastici e così ebbe termine la cerimonia.



Lavori stradali e varie da Castelmezzano
Castelmezzano, luglio
Il Sindaco cav. Saverio Paternò, che tanto si interessa per il miglioramento di questo paese, ha fatto provvedere al selciato che dalla via Regina Margherita mena alla Cappella S. Maria sita ad un quarto d’ora dall’abitato.

Pure quest’anno è stata solennizzata la festa di S. Antonio con musica e sparo di mortaretti, ad opera del signor Benevento Giuseppe.


Castelmezzano — Dalla fiducia del Governo Nazionale Fascista è stato chiamato all’onorifica carica di Podestà di questo Comune il benemerito ed amato concittadino sig. Saverio Paternò.
Migliore non poteva essere la scelta. Mai come ora la nomina del Governo è caduta su persona designata e desiderata dalla popolazione, la quale ha avuto modo, in svariate circostanze, di apprezzare le sue qualità personali ed i meriti non comuni del sig. Paternò.
Il popolo di Albano e quello dei paesi limitrofi hanno appreso tale nomina con generale compiacimento.
Il popolo di Castelmezzano vede finalmente con gioia ritornare il suo Capo, il quale sarà con ferrea volontà, con ardimento da fascista e con l’antica cosciente abnegazione approntare e portare a termine i problemi più ardui del Comune, seguendo l'opera instancabile e fruttuosa dei parecchi anni, in cui egli mantenne con zelo crescente la carica di Sindaco. Di animo nobilissimo e galantuomo a ‘tutta prova che in ogni sua opera reca una speciale impronta di squisita signorile bontà, Saverio Paternò, fu un fascista di pura fede, che egli propugni, con fervore di apostolo e manifesti, con le opere più che con le parole.
Alcuni arrivisti lo accusarono di antifascismo; ora si può rispondere a quei signori senza tema di essere smentiti, che se il fascismo è fede e non personalismo, è amore per una grande causa e non semplice tornaconto, è sacrificio, è lotta, entusiasmo, fascio di forze pure e sincere. Saverio Paternò, con le opere, con i fatti, durante i molti anni del suo Sindacato, per il gran bene che fece al suo paese, per gli enormi sacrifici finanziari sopportati, dimostri, di essere un puro fascista prima che il fascismo fosse nato. Tutti sanno, è noto urbis et orbis, ch’egli in qualità di Sindaco, per moltissimi anni resse l’amministrazione con rettitudine e competenza, impiegando tutte le sue energie di mente e di cuore pel benessere morale e materiale di Castelmezzano. Ci duole per la tirannia dello spazio, non poter pubblicare il patriottico e generoso manifesto che egli ha fatto affiggere ai suoi concittadini nel prendere possesso della alta carica.
Il 13 marzo ebbe luogo l’insediamento. Nonostante egli avesse pubblicato il manifesto, esortando i cittadini ad astenersi da qualsiasi dimostrazione di simpatia, per non turbare il raccoglimento di una famiglia in lutto per la morte recente del giovane podestà sig. Como Giuseppe, pure una folla di amici si raccolse intorno al neo Podestà per esternargli tutta la gioia di averlo di nuovo a capo dell’Amministrazione Comunale, ove in qualità di Sindaco, per lunghi anni, aveva speso tutte le sue migliori energie, per l’assestamento delle finanze comunali e pel miglioramento di tutti i servizi pubblici.
Accompagnato al Municipio da amici ed ammiratori, nella Sala comunale, incapace a contenere tutta la enorme folla di cittadini di ogni classe, il Prof. Cav. Michele Amico, fra la commozione del pubblico, specie per la presenza della veneranda figura del dott. Rocco Como, padre del defunto Podestà, pronunzi, il seguente discorso: Sig Podestà, camerati, amici, prima di tutto compiamo il doloroso dovere di mandare oggi, da questo luogo, un a.ffettuoso pensiero ed un mesto saluto alla cara memoria del giovane Podestà. Volgiamo lo sguardo verso la sua ultima dimora e salutiamo la sua salma romanamente.
La nomina dello scorso luglio suono premio meritato all’Estinto per la sua fede ardente di fascista e per la sua disciplina e coraggio addimostrati come squadrista e milite. Suoni, grave torto per voi, signor Paternò, che per lunghi anni tutto vi siete prodigato, e in mille modi, per rialzare le sorti del povero Comune.
Accettammo la nomina per dovere di obbedienza alle superiori gerarchie del partito e per rendere anche noi omaggio al fascista ardente; ma non abbiamo mai dimenticato il bene, vi preghiamo di crederlo, Sig. Paternò, che voi avete fatto al Comune. La più nera ingratitudine macchierebbe tutto un paese se così fosse. Il bene, è vero, a questo mondo, si deve fare per il bene, senza speranza di ricompensa materiale, ma senza rinunziare a quella morale, che fa tanto bene e che consiste appunto nel ricordo almeno del bene ricevuto.
La famiglia Paternò, aveva già tanti titoli di benemerenza verso il Comune, ma nuovi e più grandi ne sta acquistando giorno per giorno non solo verso il paese, ma pure verso la Provincia e l’Italia tutta. Le immense fortune dei suoi componenti non solo servono a dare il giusto premio a chi col lavoro e l’intelligente operosità ha saputo acquistarle, ma buona parte di esse sono anche destinate, come sapete, a fare il bene e a tenere alto nel nuovo mondo il nome d’Italia.
Tutto questo, Sig. Podestà, noi Io vediamo e lo ammiriamo; bisognerebbe essere ciechi per non vederlo e ben ingrati per non riconoscerlo.
il nostro amatissimo Segretario Federale, in una sua scultorea circolare di giorni sono, dice fra l’altro:
Voglio che cessi definitivamente la rissa e il linciaggio a colpi d’insinuazioni e malevolenze. Talvolta la censura mascherata di finalità politiche riesce non completamente a dissimulare il desiderio di colpire un nemico personale. E un mal costume che neppure con la necessaria severità. Prima di essere censori e giudici degli altri, bisogna essere spietati con se stessi.
Così il nostro valoroso gerarca avv. Siniscalchi.
Noi, da militi disciplinati e ubbidienti, tutto intendiamo gittare nel dimenticatoio e pieni di ardore e di fede nel grande avvenire d’Italia, intendiamo cooperare con l'Autorità comunale per rialzare le sorti del nostro piccolo paese.
Il Commissario Prefettizio ci parli, sere sono di un vile che aveva ardito di coIpirvi alle spalle, Sig. Paternò, riferendo all’Ill.mo Sig. Prefetto un cumulo di bugie. La notizia fece fremere tutti d’indignazione e di disgusto. Vorremmo che il vile non fosse dei nostri ranghi, e che la gloriosa camicia nera non si sia insozzata a coprire un cuore così ignobile; ma se voi, Sig. Paternò, ci aiuterete a scoprire e ad identificare il vigliacco, noi vi diciamo pubblicamente qui e solennemente che la gloriosa insegna della camicia nera gli verrà strappata in modo esemplare e clamoroso, additandolo così al disprezzo ed allo scherno generale.
Fuori, lontani da noi i vigliacchi; questa è e sarà sempre la nostra parola d’ordine.
Ed ora, dopo la breve parentesi, e credo qui d’interpretare il pensiero e la volontà dei presenti e degli assenti, vi diciamo, Sig. Paternò, con tutta lealtà e sincerità, che siamo ben lieti di salutare in voi il primo cittadino di Castelmezzano.
La breve assenza, Sig. Paternò, non deve suonare offesa per voi; essa è servita per farvi maggiormente apprezzare e desiderare.
Noi, ripeto, vi stendiamo la mano con cordialità e sincerità e ci auguriamo che ci si venga incontro da parte vostra con altrettanta cordialità e sincerità.
La vostra anima generosa, Sig. Paternò, ci affida che non rimarrà delusa la nostra giusta attesa e insieme uniti, in solido fascio, schiacceremo i rettili che vorrebbero colpire alle spalle e potremo procedere avanti pel bene dei cittadini e del paese.
E in nome della pace che oggi qui suggelliamo solennemente tra noi, vi invito, o Signori, a gridare: Viva l'Italia I Viva il
Re! Viva Sua Eccellenza Mussolini!
Applausi scroscianti accolsero la fine del magnifico discorso. Seguì il Sig. Camillo Ponsolillo, amico del festeggiato, venuto appositamente da Potenza, il quale volle porgere al Sig. Paternò, il suo augurale saluto.
Rispose con accenti commossi il signor Paternò, ringraziando gli amici ed il pubblico di tanta attestazione di affetto, ripromettendosi di continuare quel programma di savia ricostruzione, amministrativa per le migliori fortune del nostro paese: programma che egli è andato svolgendo per diversi anni in qualità di Sindaco. Augumandosi che la collaborazione dei buoni non gli verrà meno, fece rilevare com’egli, alieno da qualsiasi idea di superbia, accetterà i consigli di tutti i cittadini, pel migliore espletamento del mandato affidatogli dalle Superiori Autorità, cui manda il suo reverente saluto.
Una salve di applausi accoglie le parole del Podestà e s’inneggia a lui, al Re, al Duce.
Formatosi di nuovo l’imponente corteo il nostro Podestà viene accompagnato alla propria casa, ove, da quella eletta gentildonna, la signora Paternò, vengono fatti signorilmente gli onori di casa e distribuiti agl’intervenuti paste e liquori a profusione.
La giornata ha lasciato nell’animo di tutti i cittadini un senso di gioia e di speranza per i migliori destini del nostro paese, che tutto si aspetta dall’ impareggiabile amministratore.

Autore: da: -la Basilicata nel Mondo- (1934 - 1937)

 

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