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Craco vecchio - NECROLOGIA

Craco 7 Dicembre 1963
Da alcuni anni si sta verificando, nell'abitato di Craco, un movimento franoso, che da qualche mese è diventato sempre più preoccupante. Tale movimento interessa un gran numero di abitazioni: quasi 2/3 dell'intera cittadina, e si estende su un fronte di 500 mt, in senso longitudinale rispetto alla collina. Per cui si teme che da un momento all'altro, l'intero blocco di argilla slitti sullo strato stabile, travolgendo l'intero quartiere il che costituirebbe la pratica sparizione dalla carta geografica del nostro Comune. L'anno scorso si recarono in Prefettura il Sindaco e il parroco e il segretario della locale sezione della D.C. e prospettarono la gravità della situazione. Fu anche fatto un sopralluogo da parte del Genio Civile e una assegnazione di un cantiere di rimboschimento che nessun giovamento può, apportare allo stato attuale. Nel 1880 in occasione di una altra frana, fu costruito un solido muraglione di sostegno. Ebbene, oggi, è in pericolo, anche il bastione in quanto lo smottamento di terreno lo sta mettendo a nudo e il suo crollo causerebbe inevitabilmente il disastro paventato, che fa vivere oramai giorni di terrore a tutta la cittadinanza. Vi è stato ieri un sopralluogo di tecnici del Genio Civile, in seguito al quale sono state fatte nove ordinanze di sgombero per le abitazioni più pericolanti, le cui famiglie si stanno alloggiando, a proprie spese, in locali vuoti o di fortuna. Le case danneggiate sono, però un centinaio e la situazione permane grave per cui si invocano provvedimenti radicali, tra cui anche il possibile trasferimento dell'intero abitato in zona più solida e sicura. E' stato chiesto pure un intervento di geologi per valutare con maggior cognizione la situazione. La ricognizione delle cause sarebbe altrettanto importante. Per esempio le fognature e la rete idrica sono completamente efficienti o con le loro perdite continue causano pericolo di smottamenti di terreno?
Angelo Manghise



Gazzetta del Mezzogiorno dell' 8-12-1963
"Una grave situazione" Minaccia di frana a Craco sgomberati nove fabbricati.
Le case danneggiate sono, però, un centinaio.

Pisticci 9 Dicembre 1963
Tecnici del provveditorato alle O.O.P.P. di Potenza e del Genio Civile di Matera, insieme a funzionari della Prefettura, hanno compiuto questa mattina un sopralluogo per accertare l'entità del fenomeno franoso che da alcuni giorni sta interessando una vasta zona di Craco. I tecnici, che hanno posto sui muri delle case lesionate numerose spie di vetro, si sono riservati di far conoscere al sindaco, sig. Donato Gallotta, i risultati per successivi provvedimenti. La frana in atto, in località S. Maria Gianpaolo, ha un fronte di oltre 350 mt. Si muove lentamente verso il fondo valle precipitando in direzione del sottostante torrente Bruscata e interessa una decina di ettari di terreno. Nella medesima direzione per un fronte di circa 200 mt e per una larghezza di circa 150 mt, un altro movimento è in atto nell'abitato. Ha inizio dalla parte alta del paese in Via De Deo, un punto dove il torrente presenta due caratteristiche geologiche diverse: da ghiaioso e roccioso diventa argilloso e sembra finire sulla statale 103, sopra di un ponte, nel punto dove inizia l'altra frana. Se qest'ultimo movimento franoso, che interessa la parte abitata, dovesse ulteriormente aggravarsi e precipitare, il paese si spaccherebbe in due. Le case interessate in questa zona sono un centinaio. Venticinque sono pericolanti, tanto che il sindaco ha emesso già le prime ordinanze di sgombero. Frattanto, poiché la situazione potrebbe precipitare, le autorità amministrative, stanno requisendo tutti gli alloggi disponibili. Per la verità assai pochi, perchè a Craco negli ultimi tempi non si è mai costruito, tranne il riadattamento dei vecchi fabbricati. Ad ogni modo, le autorità del posto stanno considerando anche la possibilità di trasferire in un altro Comune i senza tetto. Molti desidererebbero trasferirsi a Pisticci, che è il Comune più vicino a Craco e dove hanno la possibilità di trovare un' occupazione nella zona industriale. Le zone della frana e le case lesionate sono ora sotto il controllo continuo delle autorità amministrative e dei Carabinieri di Craco. Il paese è posto a 391 mt s.l.m. su marme argillose e ghiaiose. Ha una popolazione di poco più di 1.700 abitanti suddivisi in 380 famiglie. La sua economia prevalentemente agricola, si sviluppa in un agro che ha una estensione di 7.600 ettari di terreno, per lo più collinoso. Circa mille vani compongono tutto il nucleo abitato. Già nel 1886 una frana colpì la medesima zona. Su quei ruderi i crachesi hanno costruito le loro nuove case, ora irrimediabilmente compromesse.


Gazzetta del Mezzogiorno del 10-12-1963
Per accertare l'entità del fenomeno franoso. "Da ieri i geologi "spiano" i muri di Craco".
Non esclusa la possibilità di trasferire i senza tetto in altro Comune.

Pisticci 10 Dicembre 1963
La frana che da alcuni giorni sta interessando la località S. Maria Gianpaolo ed una parte dell'abitato di Craco continua il suo lento movimento verso il fondo valle. Il movimento tuttavia appare meno sensibile nella parte abitata. Le spie di vetro apposte dai tecnici sulle mura delle case lesionate, fino a questa sera non si sono mosse. Qualcuno ha denunciato questa mattina ai carabinieri, di avere sentito qualche scricchiolio nei muri della propria abitazione. La situazione comunque, a detta delle autorità locali, rimane stazionaria, quest'oggi si è avuto un sopralluogo di tecnici dell'Acquedotto Pugliese e una visita del medico provinciale, ognuno per le rispettive competenze. Questa sera è incominciata a cadere la pioggia. Questo fatto nuovo sta preoccupando gli abitanti e le autorità del posto, le quali sono impegnate anche nella ricerca di alloggi da destinare ai senza tetto frattanto, nel locale sezione D.C. si è svolta una riunione dei dirigenti politici del partito, presenti tra gli altri oltre al segretario dott. Andrea Corrado di Pisticci, in rappresentanza del segretario provinciale, dott. Salerno, impossibilitato a partecipare, e gli universitari Nino Lopergolo e Piero Esposito, componenti la segreteria di Pisticci. Dopo un attento esame della situazione è stato approvato un ordine del giorno, nel quale è detto fra l'altro: "Il direttivo della sezione D.C. di Craco, riunito di urgenza, esamina la grave situazione determinatasi nell'intero abitato di Craco per il movimento franoso, esprime innanzitutto la piena solidarietà alla popolazione invitandola ad affrontare l'attuale situazione con serietà e senso di responsabilità. Fa appello all'amministrazione comunale perchè si adoperi con spirito di abnegazione e con la dovuta competenza a far fronte alle esigenze più urgenti imposte dalle ordinanze di sgombero, invita le locali autorità amministrative e i tecnici regionali e provinciali a procedere con al massima celerità all'accertamento delle cause". In particolare nel documento si chiede che il Genio Civile di Matera e il Provveditorato alle O.O.P.P. di Potenza procedano alle operazioni di accertamento per stabilire con relativa certezza lo stato reale dell'abitato e le prospettive nel futuro, a breve e a lunga scadenza. Copie dell'ordine del giorno sono state inviate a tutte le autorità provinciali di Matera.



Gazzetta del Mezzogiorno dell'11-12-1963
Da ieri piove sulla città e sulla zona. Continua a scendere a valle il movimento franoso di Craco.

Pisticci 11 Dicembre 1963
Su Pisticci, su tutto il Metapontino e su molti altri centri del basso materano, cade da oltre ventiquattr'ore una fitta pioggia, la nebbia ostacola il traffico sulle strade. Tutti i corsi d'acqua si sono ingrossati. A Craco, il movimento franoso che interessa principalmente la località S. Maria, alla periferia dell'abitato si è ulteriormente accentuata per le persistenti piogge. La frana che interessa l'abitato si è estesa ad altre costruzioni, tanto che alcuni proprietari di case sulle vie De Cesare e Alighieri, hanno denunciato lesioni ai rispettivi fabbricati. Anche alcune spie di vetro, apposte dai tecnici sui muri delle case pericolanti, si sono rotte. Sino a questa sera sono state emesse dal Sindaco tre ordinanze di sgombero, mentre procede, da parte del Comune con l'assistenza dei Carabinieri, la requisizione di alloggi da assegnare ai sinistrati. Secondo tecnici del Genio Civile, la situazione generale dell'abitato non presenterebbe per il momento pericolo imminente, dato lo stato dei dissesti rilevati nei fabbricati, tanto che non è estranea, secondo il Genio Civile, la vetustà dei fabbricati ed i sistemi costruttivi a suo tempo adottati. Il Comune di Craco è compreso nell'elenco dei paesi da essere consolidati a spese dello Stato. Circa l'ottanta per cento delle costruzioni presentano lesioni vecchie o nuove. La situazione è sotto continuo controllo da parte dei tecnici del Comune e dei Carabinieri del luogo.



Gazzetta del Mezzogiorno del 12-12-1963
Ci voleva anche la pioggia! - Spie - rotte a Craco situazione sotto controllo, "salite a 31 ordinanze di sgombero requisizioni di alloggi per i sinistrati".

Craco 12 Dicembre 1963
La pioggia che continua a cadere ha aumentato le preoccupazioni della popolazione sulla frana che si è ulteriormente mossa verso il torrente Bruscata. Le case lesionate sono aumentate di numero e le ordinanze di sgombero sono circa una quarantina. Uno spettacolo penoso: le masserizie vengono trasportate sotto l'acqua da abitazioni malsane e danneggiate in altre non proprio sicure e, comunque, altrettanto insalubri. Anche quelli che hanno la casa ancora in buone condizioni, non nascondono i loro timori. Critica pure la situazione per i titolari di quegli esercizi pubblici che sono stati chiusi e non hanno ottenuto un locale dove poter continuare l'attività commerciale. Si aspettava un geologo per apprendere da lui qualcosa sulla reale entità del fenomeno, ma non è ancora arrivato. Vi sono stati molti sopralluoghi di autorità regionali e provinciali, amministrative e tecniche, ma ogni risultanza viene tenuta tuttora nascosta, sicché si brancola nel buio più completo, senza tener conto che tutto questo aumenta la tensione della popolazione. Si è prospettata la possibilità di trasferire alcune famiglie in paesi vicini. Inutile dire che questa ipotesi non trova il consenso degli interessati. Perchè non si pensa, invece, a possibili baraccamenti e case prefabbricate da porre sulla statale n.103, subito dopo l'abitato, in direzione di Stigliano, zona abbastanza solida? Perchè, inoltre, l'ANAS non provvede a drenare l'acqua (che oggi fuoriesce dal muraglione di sostegno) come un tempo a mezzo di due cunicoli ora completamente distrutti? Perchè il Genio Civile non pensa all'opportunità, nel caso che il predetto muro risulti solidamente ancorato all'argilla sottostante, di sostituire il giardino che circonda il monumento ai caduti con un piazzale accuratamente recintato, evitando così un ulteriore infiltrazione di acque dannose al muro stesso e drenare efficacemente i pozzi sorgivi che esistono in più punti dell'abitato in pericolo? Perchè non si da corso al progetto comunale per un rifacimento della rete fognante? Questi sarebbero, a nostro avviso i provvedimenti più urgenti ed indispensabili da adottare.
Angelo Manghise



Gazzetta del Mezzogiorno del 13-12-1963 parte I
La pioggia ha aggravato la situazione. La grande frana di Craco continua la marcia verso valle.
"Aumentato il numero delle case lesionate. Sinora quaranta ordinanze di sgombero".

Gazzetta del Mezzogiorno del 13-12-1963
Studiare il fenomeno prima che sia troppo tardi.
"Le dichiarazioni del geologo dott. Federico Boenzi sul movimento".
In merito al movimento franoso che interessa attualmente l'abitato di Craco e anche quelli di altri Comuni della provincia, il geologo dott. Federico Boenzi ci ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: - Una frana sta minacciando Craco, ed ora si corre urgentemente ai ripari, essa poteva essere prevenuta o addirittura evitata, ma lo studio geologico del terreno viene ritenuto un'inutilità e perfino un lusso, di qui le conseguenze. Craco è però solamente un campanello d'allarme, perchè altri Comuni sono press'appoco nelle stesse condizioni. Pomarico, Montalbano, Pisticci, Garaguso, sono quelli più minacciati, ed è inutile prendere provvedimenti solo all'ultimo momento, quando la situazione di questi sarà divenuta troppo grave se non proprio disastrosa. Perchè non si cerca di studiare, ora che si è in tempo, la situazione geologica di Pomarico? Essa è grave non solo per gli abitati, ma per gli stessi abitanti. Una enorme frana di crollo, che trova le sue condizioni più favorevoli nella presenza di masse argillose sormontate da sabbie e conglomerati ha cominciato il suo corso portando giù una parte del paese, ma essa da un momento all'altro continuerà il suo movimento, auguriamoci non improvvisamente, e trascinerà giù anche il resto. A Montalbano le condizioni sono analoghe, anche se il movimento è più lento. La situazione di Pisticci non è meno grave, tutto il terreno circostante ha i presupposti per frane di crollo. Ma tale situazione viene ancora più aggravata dalla presenza nel sottosuolo di falde acquifere, che non solo aiutano le frane, ma rendono il terreno scorrevole e facile a slittare. Garaguso è minacciata da Est da una grossa massa di argille scagliose che potrebbero mettersi in movimento procurando una frana per cedimento, che si verserà sul paese, ma nessuno l'ha mai notata. Molti altri comuni sono più o meno sotto l'incubo di questi dissesti, che infieriscono sulla nostra provincia: è necessario quindi uno studio geologico dettagliato di ogni singolo Comune. E' vero che uno studio geologico fu effettuato dal prof. Vincenzo Cotecchia nella sua monografia " Il dissesto idrogeologico nella provincia di Matera ", ma tale monografia è troppo generica ed è un punto di partenza per ulteriori studi. Ora è necessario che le autorità prendano al più presto provvedimenti. Dal canto nostro, ci proponiamo di aprire al più presto una inchiesta sulla situazione idrogeologica di ogni singolo comune - .

Pisticci 13 Dicembre 1963
A Craco, la situazione permane stazionaria. La frana che interessa la periferia dell'abitato si muove sempre verso il fondo valle, incuneandosi nei calanchi del torrente Bruscata. La parte dell'abitato interessata da un identico fenomeno è sempre sotto controllo da parte dei tecnici. Questa mattina il tecnico del Comune geom. Pietro D'Elia ha riscontrato in due abitazioni la rottura di alcune spie di vetro apposte due giorni fa. La famiglia del sig. Alfredo Spera che ancora occupava la casa ubicata in Via Fume n.6, per motivi prudenziali, ha dovuto immediatamente sgomberare. Fino a questa sera sono state emesse altre ordinanze di sgombero mentre sono tenuti sotto controllo trenta fabbricati. Frattanto, mentre, si puntellano le case pericolanti, il Genio Civile ha disposto l'ispezione della rete fognante. E' stata trovata spezzata in più punti. Il parroco del paese, don Salvatore Romano, persistendo la carenza di abitazioni, ha ospitato nella sua canonica due famiglie di sinistrati. La Prefettura ha intanto fatto pervenire al Comune un contributo straordinario di 500.000 lire per fronteggiare l'attuale situazione. Anche l'ANAS contribuisce per evitare maggiore disagio alle famiglie sinistrate, mettendo a disposizione del Comune un proprio automezzo per il trasferimento delle masserizie. Un sopralluogo di tecnici del Genio Civile e una visita del col. Ricciardi e del capitano Petrolito, rispettivamente comandante del gruppo Carabinieri di Matera e della compagnia di Pisticci, ha avuto luogo questa mattina.



Gazzetta del Mezzogiorno del 14-12-1963
Il paese continua a - camminare - . "Spezzata in più parti la rete fognante di Craco".
Le rotture sono state constatate dai funzionari del Genio Civile. Puntellate altre case pericolanti, due famiglie ospitate in canonica dal parroco.

Craco 14 Dicembre 1963
Mons. Secondo Tagliabue, Vescovo di Tursi, ha visitato Craco per rendersi conto della situazione ed ha compiuto un accurato sopralluogo in tutta la zona colpita, recandosi subito dopo in Municipio, dove ha espresso il suo rammarico per quanto sta accadendo nonchè parole di fede e di speranza per tutti. L'illustre presule ha assicurato altresì il suo benevole e autorevole interessamento presso le autorità interessate, per i provvedimenti necessari. Vi è stato, intanto, un notevole intervento degli operai dell'ENEL per disimpegnare la rete elettrica dalle abitazioni colpite e per stenderla sollecitamente alle abitazioni requisite per alloggiare i sinistrati. Altre spie di vetro, collocate nelle crepe dei muri, si sono rotte, il che significa che il movimento franoso, sia pure lentamente, prosegue senza soste. Sondaggi effettuati alla rete fognante, hanno rivelato rotture in più punti: il liquame fuoriesce impregnando il terreno. Attuale quindi la richiesta fatta per l'approvazione ed il finanziamento immediato del progetto per una nuova rete fognante da realizzare non in calcestruzzo, ma in tubi, che avrebbero maggiore elasticità e comunque, anche in caso di rottura, sarebbero facilmente sostituibili. Per l'acquedotto, pare che non vi siano perdite, ma sarebbe meglio una revisione più accurata, anche dal punto di vista igienico, in quanto, durante la sospensione dell'erogazione dell'acqua, per decompressione i tubi possono aspirare liquame, con quali conseguenze è facile intuire. Vivo interesse hanno destato le dichiarazioni del dott. Boenzi circa la natura geologica del nostro abitato. Evidende la necessità di un accurato studio. Purtroppo, vi costano le condizioni finanziarie del Comune. Si è parlato pure di vetustà e irrazionalità delle case danneggiate. Ma in quale paese appenninico le costruzioni sono razionali? E poi, molti dei fabbricati lesionati, sono di recente edificazione, mentre le case antiche di parecchi secoli, esistenti pure nella zona interessata, non hanno, fino a questo momento, lesioni di rilievo. La situazione, complessivamente, non presenta aspetti di drammaticità, ma è seria e va direttamente seguita. E' opportuno sottolineare che a Craco, finora, lo sviluppo edilizio non è stato agevolato dagli enti pubblici o statali: mai una casa popolare, mai complessi INA-Casa e lavori del genere. Certa vi è stata l'incuria delle numerose amministrazioni comuniste che si sono succedute alla guida del Comune. Ad ogni modo questo è il momento per ovviare alla situazione. Inutile dire che va studiata pure la necessità di abbattere i piani più alti delle case danneggiate per evitare che eventuali crolli travolgono i passanti o le loro abitazioni vicine ancora intatte.
Angelo Manghise



Pisticci 16 Dicembre 1963
Violente raffiche di vento hanno investito questa notte e parte della mattinata il metapontino e molti centri del basso materano. Per alcune ore della notte Pisticci e Craco sono rimasti al buio per un guasto alla rete elettrica. Operai del ENEL hanno riparato il danno. Molte antenne televisive installate sui tetti delle case in diversi centri sono state spezzate. La temperatura si mantiene ancora mite. A Craco, il movimento franoso che interessa la località S.Maria e parte dell'abitato, si mantiene stazionario. Il tecnico del Comune, geom. D'Elia, ha riscontrato, però, la rottura di cinque spie di vetro poste nelle abitazioni già sgombrate. Sono state emesse ancora due ordinanze di sgombero da case pericolanti.



Gazzetta del Mezzogiorno del 17-12-1963
Violente raffiche di vento sul Metapontino. Ancora ordinanze di sgombero a Craco.
"Stazionario il movimento franoso".



CRACO 17-12-1963
Il conforto del pastore alla popolazione. Il Vescovo Tagliabue nella zona franosa a Craco.
"Vivo interesse per la natura geologica del paese. La situazione non è grave, ma va seguita attentamente".



Pisticci 18 Dicembre 1963
Dopo accurato sopralluogo dei tecnici dell'ANAS, è stato vietato agli autocarri il traffico sulla statale 103, precisamente all'altezza della progressiva chilometrica 155+200 alla periferia dell'abitato di Craco. Come è noto, in quel punto la statale si continua su un ponte in muratura compreso nel movimento franoso che ha investito da alcune settimane parte della località S.Maria Gianpaolo e parte dell'abitato di Craco. Il provvedimento di chiusura al traffico della strada, per ora solo agli autocarri, è stato dettato oltretutto da motivi di carattere prudenziale, potendosi verificare il suo crollo. Le opere in muratura del vecchio ponte, costruito nel 1908, fanno anche da sostegno a tutta quella parte dell'abitato di Craco nella cui area si trovano molti fabbricati lesionati. Frattanto il tecnico comunale, geom. D'Elia, durante una ispezione alle case pericolanti e già sgomberate, ha rivelato la rottura di sei spie di vetro poste sulle crepe dei muri. Il movimento franoso dunque è sempre in atto anche nell'abitato. Nella stessa giornata il tecnico ha pure disposto lo sgombero di un'altro fabbricato. La situazione, nel complesso, si mantiene stazionaria.




CRACO - Gazzetta del Mezzogiorno del 19-12-1963
Sopralluogo dei tecnici dell'ANAS. Craco: traffico vietato per ora solo agli autocarri.
"Altre ordinanze di sgombero, nessuna novità sul movimento franoso".



Matera 20 Dicembre 1963
Presieduto dall'avv. Salvatore Peragine, si è riunito, in commissione straordinaria, il Consiglio provinciale. Su proposta del presidente è stato deliberato lo stanziamento di un milione, da ripartirsi tra le famiglie del Comune di Craco, le cui abitazioni sono state recentemente interessate da una frana. In merito è stata decisa la costituzione di una commissione composta dal dott. De Santis, sig. Bellini, avv. Laurentis e dott. Caponero, con il compito di studiare le possibilità di trasferire a valle, in zona più sicura, la parte dell'abitato interessata al movimento franoso.



CRACO - Gazzetta del Mezzogiorno del 21-12-1963
Deliberato dal Consiglio: Il contributo della provincia in favore dei sinistrati di Craco.
"Nominata una commissione per studiare la possibilità di trasferire a valle la parte dell'abitato interessata dal movimento franoso".


Craco 21 Dicembre 1963
Il Natale è ormai prossimo. Dalla parrocchia l'altoparlante diffonde musiche natalizie. La gente però è triste e preoccupata per la gravissima minaccia dei movimenti franosi. In questi ultimi giorni la statale 103, che costeggia l'abitato, sta lentamente sprofondando lungo il muraglione di sostegno. Il nuovo smottamento è seguito con attenzione dai tecnici dell'ANAS che stanno effettundo sondaggi al livello stradale per rendersi conto se il muro è in condizioni di resistere. E' questo un interrogativo che aspetta una risposta non più dilazionabile. E' umano che gli abitanti di Craco vivano in un stato di panico: giorno per giorno vedono approvati le lesioni delle proprie abitazioni e scoprono per la strada dislivelli prima inesistenti. Il sindaco ha comunicato che in seguito ai numerosi telegrammi e solleciti, pare che sia imminente l'arrivo di un geologo. E' augurabile che l'intervento dell'esperto preluda a tutti quei provvedimenti che la situazione particolare suggerisce.



CRACO - Gazzetta del Mezzogiorno del 22-12-1963
La frana non si è ancora arrestata. Triste il Natale per gli abitanti di Craco.
"In questi ultimi giorni la statale 103 che costeggia l'abitato sta lentamente sprofondando lungo il muraglione di sostegno".



Craco 30 Dicembre 1963
Su richiesta dell'Amministrazione Comunale, un geologo, accompagnato dal Provveditore alle OO.PP., dall' ispettore ai LL.PP., dall'ing. capo del Genio Civile, ha effettuato una accurata ricognizione della zona interessata dal movimento franoso. Solo fra qualche giorno si saprà qualcosa sulla relazione tecnica. Ad ogni modo alcune notizie siamo in grado di riferirle avendo assistito in Municipio alla esposizione verbale resa dal geologo al provveditore ed agli altri tecnici. Notizie che invece di dissipare i nostri timori, da qualche parte ritenuti esagerati, li ha accresciuti. La realtà ha confermato purtroppo quanto ampiamente è stato detto nei giorni scorsi. In sostanza, le frane sono due di diversa intensità. La prima, più grande, comprende la parte centrale dell'abitato esposto a mezzogiorno; l'altra più lenta, ma non per questo meno preoccupante. Le speranze di un contenimento temporaneo sono riposte nel grosso muro ad archi costruito lungo la statale 103, che cinge praticamente il paese. Il muro anche se solido, presenta un rigonfiamento centrale tutt'altro che trascurabile. Il geologo lo ha definito con chiarezza - campanello di allarme - in quanto lo stesso muro porterebbe al franamento di notevole quantità di terreno, con la distruzione di molte abitazioni e al danneggiamento di quelle apparentemente in buono stato. La situazione senza dubbio serissima, impone una serie di provvedimenti indilazionabili, già discussi dai tecnici: prosciugamento delle acque di infiltrazione con drenaggio dei pozzi sorgivi, acquedotto esterno, sostituzione della rete fognante con tubazioni elastiche in gress, chiusura delle cisterne private. Tutto questo porterebbe ad una dilazione ormai inevitabile, dilazione che comporterebbe il trasferimento dei rioni franati in luoghi più solidi, trasferimenti che debbono essere effettuati in breve tempo se si vuole salvaguardare la incolumità pubblica. La realizzazione di questi accorgimenti fa nascere molti problemi economici e morali, di notevole portata: un piccolo paese di appena 1700 abitanti può essere evacuato? Che cosa rimarrebbe in sostanza del vecchio? Assolutamente niente. Gravi quindi le apprensioni dei proprietari di case (costate sacrifici di intere generazioni), che vedono le loro proprietà minacciate e non sanno se avranno un risarcimento adeguato o urgenti opere di risanamento previste anche dalla legge Zanardelli.



CRACO - Gazzetta del Mezzogiorno del 31-12-1963
Un geologo ha visitato le zone franose. Occorre rinforzare il muro di Craco.
"Urgenti provvedimenti: prosciugamento delle acque di infiltrazione, sostituzione delle fognature, chiusura delle cisterne".

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