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CARLO PISACANE

(Napoli, 22 agosto 1818 - Sanza 2 luglio i857)
Carlo Pisacane è stato un rivoluzionario e patriota italiano, di ideologia socialista. Partecipò attivamente all'impresa della Repubblica Romana assieme a Giuseppe Mazzini, Goffredo Mameli e Guseppe Garibaldi. ed è celebre soprattutto per il tentativo di rivolta che iniziò con lo sbarco a Sapri e che fu represso nel sangue a Sanza.
Figlio del duca Gennaro Pisacane di San Giovanni, e di Nicoletta Basile De Luna, appartenne ad una famiglia aristocratica decaduta.
Pisacane fu il teorizzatore in Italia di quella che sarebbe poi diventata la -propaganda dei fatto-, ovvero l'azione avanguardista che genera l'insurrezione. Solo dopo aver liberato il popolo dalle sue necessità materiali si sarebbe potuto istruirlo ed educarlo per condurlo alla rivoluzione.
Il 25 giugno 1857 Pisacane s'imbarcò con altri ventiquattro rivoluzionari sul piroscafo di linea Cagliari, originariamente diretto. a Tunisi. II 26 giugno sbarcò a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici, aggregandoli quasi tutti alla spedizione.
La sera dl 28 i congiurati sbarcarono presso Sapri, e nella marcia verso Napoli, Pisacane decise di fermarsi a Padula dove era attivo un gruppo mazziniano. Qui fu ospitato nel palazzo di un simpatizzante della rivoluzione Don Federico Romano che cercò nella notte tra il 30 giugno e il 10 luglio di convincere Pisacane di rinunciare all'impresa improvvisata. La mattina seguente accadde un altro episodio che impressionò i rivoluzionari: una donna.
Giuseppina Puglisi, che si era imbarcata a Ponza, per vendetta ammazzò un membro della spedizione.
I rivoltosi non trovarono ad attenderli quelle masse insurrezionali che si aspettavano ma iniziarono lo stesso la rivolta liberando i carcerati di Padula, assaltando le case dei nobili. Nel frattempo i -ciaurri' sobbillavano i contadini contro i ribelli tra i quali erano banditi conosciuti e attivi in quei territori.
L'arrivo dei gendarmi borbonici costrinse Pisacane e i suoi a ritirarsi nell'abitato di Padula dove tra gli spari, provenienti dalle finestre delle case e dagli angusti vicoli, morirono 53 dei suoi seguaci.
Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai gendarmi. Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riusci a fuggire a Sanza, vicino a Buonabitacolo, dove all'alba del 2 luglio il parroco, don Francesco Bianco, fece suonare le campane per avvertire il popolo dell'arrivo dei -briganti-. I ribelli furono ancora una volta aggrediti e massacrati uno a uno a colpi di roncola, pale, falci..
Pisacane esortò i compagni a non colpire il popolo ingannato dalla propaganda, ma anche la disperata difesa opposta non servi a nulla.
Perirono in 83 e tra questi Pisacane.

Autore: Cartello affisso nei pressi della Chiesa

 

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