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Una ragazza lucana al di là dell’oceano

La Basilicata attraverso i pensieri di Eliana

Eliana, nata a Cordoba, città dell’Argentina, situata tra le Ande e le Pampas, è una ragazza di 25 anni di origine lucana, laureata brillantemente in Economia. Suo nonno, appena diciannovenne, abbandonò Roccanova, alla volta del Nuovo Mondo, senza tornarci mai più! In un’e-mail Eliana racconta di suo nonno: “Quando é partito, credo sapesse che non sarebbe tornato. Un ultimo ‘ciao’ ed ha abbandonato per sempre tutti i suoi affetti, la sua terra.” Sin da piccola Eliana era cresciuta immaginando la Basilicata, attraverso le nostalgiche parole del nonno ed i discorsi degli anziani dell’Associazione di Lucani all’Estero della quale lei stessa fa parte, “una terra avara, povera, dove la gente è semplice e si consuma per il lavoro” le era stato detto. La Basilicata per Eliana si era creata attraverso le immagini, legate al difficile mondo rurale di inizio secolo che gli anziani emigranti avevano abbandonato in cerca di nuove fortune. Una Basilicata antica, da riscoprire, fatta di aneddoti, paesaggi, sensazioni a lei completamente sconosciute. La Regione Basilicata, l’anno scorso, in un progetto che va avanti da 5 anni in collaborazione con l’Università locale, le ha dato la straordinaria occasione di visitare finalmente la nostra terra, insieme ad altri 43 giovani figli di lucani all’estero. “Ho seguito tutte le lezioni con interesse. Ne ho studiato la storia, le tradizioni, la cultura. Ho scoperto di essere una ‘Basilicatese’! Questa regione è, in parte, diversa da come me ne parlava mio nonno, è proiettata verso il futuro. La gente è semplice, cordiale, un po’ come noi argentini. I giovani in fondo sono gli stessi dappertutto!” spiega sorridente. Durante il suo soggiorno in Basilicata, Eliana ha visitato la casa dove era nato il nonno, la campagna dove giocava da bambino, le tombe dei bisnonni ed ha conosciuto personalmente la anziana zia di 83 anni che per la prima volta dopo quasi 80 anni, ha potuto dare un bacio alla nipotina del fratello emigrato e mai tornato. “Chi parte soffre, ma chi rimane soffre ancora di più” le ha detto. “Non posso esprimere tutto quello che ho dentro” scrive Eliana “non si può decrivere quello che ho provato quando ho conosciuto la mia famiglia italiana, un’emozione troppo forte”. Eliana in Basilicata ha riscoperto se stessa, le proprie radici. Ripercorrendo le antiche strade di Roccanova, ha capito che nella terra di cui parlava il nonno convivono il passato delle tradizioni e le concrete prospettive del futuro. Il poeta Rocco Scotellaro a proposito aveva profetizzato: “Siamo entrati in giuoco anche noi con i panni e le scarpe e le facce che avevamo”. I giovani figli di lucani emigrati si trovano a descrivere in una chiave nuova, lontana dagli antichi cliches densi di suggestioni antropologiche, il volto della Basilicata e ne fanno proprio il protagonismo attuale a livello nazionale e mondiale. La caparbietà del contadino si è trasformata nell’affidabilità e professionalità dei suoi lavoratori, nella vivace intelligenza degli studenti, nei valori rinnovati delle famiglie. Attualmente, Eliana vive le soleggiate giornate del gennaio australe, nelle Pampas, partecipa ai picnic sul lago ‘Mar Chiquita’ per mangiare il “brasado”, la carne argentina da arrostire all’aperto con gli amici, condivide le bevute di “mate” per dissetarsi, però le manca l´Italia, la sua famiglia di Roccanova, la Basilicata. Diversamente da altri giovani figli di lucani in Argentina, parla un buon italiano e si impegna a migliorarlo, anche in previsione di un possibile ritorno. Del resto, il racconto di De Amicis “dagli Appennini alle Ande” ormai è obsoleto, e lei come tanti figli di lucani emigrati, lo sa. Ventanni fa con la dittatura molti giovani scapparono dall’Argentina, altri persero la vita. Adesso, più che in passato, le contingenze economiche mettono alle strette i suoi abitanti. Il governo argentino si addossa tutte le spese degli studi dei suoi giovani e poi, una volta laureati, “non sa che farsene” di loro. In Argentina, infatti, se l’Università è completamente gratuita, il tasso di disoccupazione giovanile supera ogni percentuale europea. Forse per questo motivo molti coetani di Eliana pensano che tornare nell´”Europa magica”, sia la soluzione più giusta per il loro futuro, una nemesi storica che potrebbe anche traformarsi in uno stupendo sogno. Questi giovani sono argentini e italiani nello stesso tempo. Sono i figli di una grande nazione, dove la musica del tango si mischia agli odori forti dell’erba e della carne saporita e sono i nipoti della dolce, umile e silenziosa Basilicata. I loro nonni hanno sofferto l’abbandono dal paese, dalla famiglia ed ora, i nipoti, assurdamente, rischiano di subire la stessa sorte, su di loro incombe lo spettro di una nuova separazione. Molti giovani argentini di origine lucana, potrebbero affrontare l’oceano come accaduto ai loro padri, in un viaggio di ritorno, verso una regione lontana per progettare un loro futuro possibile. Useranno l’areo, non più il bastimento, saranno laureati non analfabeti, ma i sentimenti nel cuore saranno gli stessi: la paura del salto nel vuoto, l’insicurezza, la lontananza da casa, la malinconia. Eliana soffre intensamente di questo ma sdrammatizza dicendo “Mi piace tantissimo la Basilicata! La gente, il mare, la montagna, tutto, vorrei rivederla ogni anno!” e trova una sua personale soluzione: ”Sarei felicissima di vivere 4 mesi in Italia ed 8 in Argentina, ogni anno, così potrò bere mate e mangiare orecchiette, per tutta la vita!” Durante la sua permanenza in Basilicata, infatti, ha avuto modo di apprezzare la cucina lucana: la pasta fatta in casa, il salame, i formaggi, i dolci della tradizione che rappresentano odori e sapori già raccontati, percorsi nell’immaginario. E forse si è già cimentata a fare “strascinati” aldilà dell’oceano.
C.R.

Autore: Tratto da: Consiglio Regionale di Basilicata

 

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