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I FOJ DI PICERNO

I Monti Foj di Picerno fanno parte del più vasto complesso boscato che comprende anche i Foj di Ruoti con il bosco Abetina ove vegeta l'abete bianco. Dell'estensione di 900 ettari circa, il bosco di Foj è situato nei territori dei comuni di Potenza e di Picerno. Alle quote più elevate vegeta il faggio ascrivibile all'associazione Asyneumati-Fagetum.
Nel 1971 quest'area fu segnalata come biotopo meritevole di conservazione dal Gruppo Conservazione della Natura della Società Botanica Italiana (1) e proposta come riserva orientata.
Agli inizi del secolo scorso, i botanici Gussone e Tenore nelle -Peregrinazioni fatte in alcuni luoghi del Regno di Napoli nella state del 1838- (2) non mancarono di notare sui monti Foj -curiose piante- come la Carlina, l'Eufrasia, l'Asfodelo di Creta, annotando sul taccuino di viaggio l'amenità del luogo che comprendeva anche -i pingui pascoli del Foj, d'onde l'alto grido che ne levano i latticini dé bestiami che fin dalla Calabria vi si menano a passarvi la state - (3).
L'altopiano dei monti Foj di Picerno è infatti fin dall'antichità luogo di pascolo per le greggi transumanti. La Mandra li Foj conserva ancora la suggestione arcaica dei ritmi e dei suoni della civiltà pastorale della Lucania interna. Sono visibili gli iazzi ed il casolare ove si effettua la preparazione di latticini e formaggi con tecniche tradizionali con i diversi ambienti di lavorazione ed attrezzi.
Il nome Foj deriva da foeya, fouéé, ovvero dall'antico diritto del cittadini di raccogliere dal bosco il fastello di legna per il forno o per alimentare il fuoco delle fornaci ad uso della produzione della potassa e del calcare o molto più semplicemente Indica il faggio (Fagus silvatlca) in dialetto chiamato faj (4).
L'eminente botanico potentina Orazio Gavioli nella stesura di un primo elenco sistematico dei -Limiti altimetrici delle formazioni vegetali in alcuni gruppi dell'Appennino lucano- non mancò di annotare come già all'inizio del secolo -gran parte del versante nordico dei Foj di Picerno e Ruoti, ora rivestito dal cerreto e faggeto, nel passato era popolato da abeti notandovi -ceppaie imputridite in vari punti- (5).
Dal nutrito elenco di specie erbacee redatto dal Gavioli sull'Altopiano dei Foj (1200-1367 mt. s.l.m.) si rileva la presenza di numerose orchidiacee con altre specie come l'Asfodelo,
Asphodelus Albus Mill. I'Astralago, Astralagus setiger Guss., I'Eufrasia, Euphrasia pedinata Ten., specie quest'ultime già notate dal botanici Gussone e Tenore durante le loro peregrinazioni all'inizio dell'Ottocento.
Il Piano della Nevena (mt. 1200), d'inverno, diviene il fondo di un laghetto circondato da faggi che d'estate lascia il posto ad una raduna verdeggiante di rara bellezza. Bui in passato si era soliti raccogliere in profonde buche la neve che veniva poi venduta d'estate nei comuni vicini.
Proseguendo oltre la sorgente di Acqua Palombe che sgorga ai piedi di un grande faggio, è possibile raggiungere due piccoli laghetti naturali alimentati da risorgive, posti a quota 1200 circa s.l.m. che presentano la caratteristica vegetazione palustre con specie anfibie quali: rana verde, tritone comune, rospo e salamandra pezzata.
L'area della superficie, complessivamente di 900 ettari circa, situata a quote superiori ai 1000 metri s.l.m., è minacciata dal pascolo intensivo e da strade turistiche. Potrebbe divenire una riserva regionale naturale orientata per fini di studio e di conservazione per le caratteristiche peculiari legate ai diversi ambienti in essa presenti.

Note:
1 S. Palladino. I. Cortoli. Carta dei biotopi da proteggere. CNR, 1971 , Serie quaderni scientifici, n. 78, Società Botanica Italiana. Censimento dei biotopi di notevole interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia, camerino, 1971: 1979.
2 Lucifero, 12 settembre 1838. Peregrinazioni fatte in alcuni luoghi del Regno di Napoli dai signori Gussone e Tenore nella state del 1838.
3 Gussone e Tenore. op. cit.
4 A. Bavusi, Alla radice degli alberi. Toponomastica ed utilizzazioni dei bosco in Basilicata, in AA.VV., I vegliardi della Foresta a cura del Centro Studi Siroi, Lavello. 1991.
5 O. Gavioli, Ricerche sulla distribuzione altimetrica della vegetazione in Italia. Limiti altimetrici delle formazioni vegetali in alcuni gruppi dell'Appennino lucano Nuovo Gior. Bot. Ital. vol. XLl, n. 3. ,1934



Testo di Antonio Bavusi
tratto da -BASILICATA REGIONE Notizie, 1991

Autore: Antonio Bavusi

 

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