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La Scuola Elementare di Melfi - Basilicata nel Mondo (1924-1927)

Mesi fa ho avuto occasione di passare alcune ore in compagnia del Prof. Alfonso Colucci. Direttore didattico della scuola elementare di Melfi. Non arricciate il naso a sentirvi parlare di scuola. Capisco bene che noi italiani preferiremmo occuparci di un circo equestre anziché d’una scuola, specie se elementare; ma tant’è, io voglio parlarvene lo stesso, e v'assicuro che non ve ne annoierete.

Il Prof. Colucci è un uomo che per 1’età dovremmo classificare fra i territoriali avanzati, perché ha la bazzecola di sessantaquattro anni; però il suo entusiasmo, la sua energia, la sua vivacità sono tali che voi potreste benissimo dimezzare questa cifra senza timore di far torto alla gioventù.

L’ho inteso dunque parlare con entusiasmo inusitato della sua scuola, e allora 1’ho pregato di darmene più ampie notizie. L’ottimo uomo non si è fatto tirar troppo, com’è d'uso in simili casi, ma con la sua simpatica franchezza m’ha esposto il quadro completo dei risultati dovuti alla sua insonne attività.

C’è da premettere invero ch’egli è coadiuvato da un corpo insegnante esemplare e tale che rende inadeguato qualsiasi elogio. Uomini e donne, questi infaticati lavoratori sentono tutti in egual modo la passione della loro umile ma insuperabile missione: per essi la scuola è veramente una fucina dalla quale 1’anima grezza del fanciullo deve uscire monda e preparata per le immancabili lotte della vita; e pur di raggiungere questo altissimo scopo, essi si sobbarcano a un lavoro continuo che va molto oltre i già onerosi obblighi dell’orario. E fra questi insegnanti una nobile gara per contentar 1’uomo che li dirige, per prevenire anzi i suoi desideri prima ch’egli li manifesti, per risparmiargli il più piccolo fastidio: e questo perché ne conoscono il profondo senso di giustizia, la incrollabile volontà di lavoro e la tenacia illimitata con cui li difenderebbe ove ne sorgesse il bisogno.

Con personale simile e tanto ben diretto, è naturale che la scuola debba aver raggiunto un grado di sviluppo tale che non la rende seconda ad alcun’altra di Basilicata, ed è ancor più naturale che rapidamente s'avvicini a quella perfezione che senza dubbio tra pochissimo tempo sarà realizzata.


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La scuola in generale ha oggi tutta una serie di attività che tendono a trasformarne radicalmente la natura, togliendola dagli angusti limiti entro i quali era inceppata una volta e rendendola partecipe di tutte le innumerevoli manifestazioni di vita della nazione. Essa non è più il tradizionale tempietto in cui il maestro più o meno arcigno confezionava amarognole pillole — che, come tutte le pillole, erano quasi perfettamente inutili — da distribuire solennemente ai discoli mocciosetti irrequieti nelle pastoie dei banchi; ma è diventata la casa della fanciullezza e della gioventù, dove tutto spira aria d’amore e di solidarietà, dove scompaiono le grette classificazioni sociali, e i giovanetti si sentono veramente fratelli sotto lo sguardo premuroso dei maestri i quali diventano ogni giorno più orgogliosi di questi freschi rampolli del loro spirito che annualmente riversano per le innumerevoli vie della vita.

Se questo è il compito della scuola elementare dell’Italia nuova — merito non ultimo del Fascismo — la scuola di Melfi lo sta scrupolosamente assolvendo.

A dimostrarlo è bene che senz’ altro si lascino parlare i dati..

L’istituzione del Patronato scolastico, ottima di per sé, ha preso qui un meraviglioso sviluppo. Sebbene poverissimo di mezzi, beneficiando solo del modesto contributo del Comune e dello scarsissimo premio annuale dello Stato, — la popolazione meridionale non è ancora soverchiamente entusiasta delle istituzioni scolastiche — esso annualmente sovviene oltre duecento alunni, orfani di guerra o bisognosi, con libri, oggetti di cancelleria, calzature, vestiario, cure mediche, medicinali; e sussidia ancora la Biblioteca scolastica e la cooperativa. Il Patronato dovrebbe anche curare 1’invio alle colonie marine e montane degli alunni predisposte alle malattie cosiddette sociali; ma questo non è ancora possibile, e non sarà possibile fino a quando lo Stato o la generosità dei cittadini non vi corrano in aiuto.

La Cooperativa scolastica, nonostante la lotta senza quartiere dei rivenditori locali interessati e il poco opportuno intervento dell’Unione degli Editori che ha imposto di ridurre lo sconto sulle vendite dal 30 e dal 40 al solo 10%, pure ha raggiunto in pochissimi anni un patrimonio di oltre dodicimila lire. Patrimonio che non è rimasto a fare bella e sterile mostra di sé, ma che viene integralmente adoperato in lodevolissime iniziative. Per esso intanto sono state acquistate ventitré cartelle del Prestito del Littorio, sono state erogate duemila lire per 1’impianto del Parco scolastico, è stata sussidiata la Bibliotechina scolastica, è stata possibile la partecipazione della Scuola alla “Mostra nazionale del linguaggio figurato, a Bologna, col conseguimento della medaglia d’argento, sono stati celebrati i funerali del Re Umberto nei 25° anniversario della sua tragica morte. Ma quello che più interessa è il fatto che essa riesce proprio come una scuola di cooperativismo per gli alunni delle elementari superiori, alle cui cure e alla cui attività, sotto la sorveglianza degli insegnanti, ne è affidato il funzionamento.

Vi è però un’altra cosa che più altamente onora la scuola elementare di Melfi, e cioè 1’istituzione dei mezzi sussidiari più moderni per completare l'educazione intellettuale e morale dei fanciulli. Mezzi di cui dispongono soltanto le scuole elementari dei grandi centri, e di cui tantissime scuole medie del Regno, a cominciar proprio da quelle di Melfi, sono ancora sfornite. La scuola di Melfi ha oggi -— inaugurato il 21 aprile u. s. —— un cinematografo che è costato al Comune, tra macchina e lavori di riattamento di un antico ma indicatissimo locale, ben quarantamila lire. Vero è che la lode maggiore per questa ottima istituzione va al Podestà Dott. Giovanni Colucci il quale, con mentalità audacemente fascista, non esita a rischiare il denaro quando prevede i preziosi risultati che all’utile pubblico ne deriveranno. Difatti questo cinematografo non servirà solo ai piccoli scolari, ma anche, e forse con maggior frutto, a tutti gli inscritti nei sindacati, e il locale si presterà benissimo per qualsiasi spettacolo di beneficenza. Forse è inutile aggiungere che la scuola possiede già da qualche tempo un apparecchio con proiezioni luminose fisse con più di duecento dispositive; ma è interessantissimo far sapere che fra qualche mese essa avrà perfino un grammofono e un fonografo educativi! Lusso addirittura. Ma è il lusso degli animi aperti e sinceramente pensosi dell’educazione del popolo: lusso che, quando sarà sentito come vera necessità da tutti gli elementi responsabili, porterà la nazione a quel grado di civiltà che le è indispensabile per non soccombere nelle gigantesche competizioni moderne.

Non parlo del piccolo museo didattico, prezioso sussidio all’insegnamento, non della minuscola graziosa pinacoteca e del gabinetto fisico-chimico, e neppure della bibliotechina degli alunni e di quella magistrale. Non perché tutto questo non sia degno di considerazione, ma perché preferisco fermarmi su altro: sul magnifico sviluppo che si dà alla educazione igienica; quel problema capitale di cui mi sono già interessato su questa Rivista nei riguardi della Basilicata intera. La vecchia massima romana è stata qui compresa e intelligentemente applicata in tutta la sua estensione, e nulla, nulla si trascura per il razionale sviluppo fisico delle scolaresche. Esercitazioni e giuochi ginnici quotidiani sul campo sportivo, lezioni all’aperto, escursioni frequentissime per le campagne e sulle pendici del Vulture nelle belle giornate di sole, tutto contribuisce a sveltire il corpo e allietare lo spirito. E contemporaneamente v’è una esigenza rigorosissima della pulizia generale e personale. Dalle aule scrupolosamente spolverate al taglio periodico dei capelli, dall’igiene dei denti a quella delle unghie, 1’alunno è abituato in un’atmosfera di decenza dalla quale deve sentirsi preso e entusiasmato. E le punizioni per i negligenti sono amorevolmente draconiane. Vedete per esempio in una di queste fotografie, in una scena veramente evangelica, alcuni santissimi insegnanti e lo stesso Direttore didattico intenti a fare giustizia sommaria dei trasgressori alle norme del pulito vivere civile. Ci vuole dello stomaco, se m'intendete bene!

Ora tutta questa già magnifica opera di incivilimento igienico sarà coronata fra pochissimo tempo dalla istituzione dei bagni a doccia. Che sarà, se non mi sbaglio, una novità pure per la città intera.

C’è dell’altro. In luoghi ancora colmi di immondizie e di macerie, attorno all’edificio scolastico in costruzione, sta sorgendo il magnifico Parco che conta già 254 piante silvane. Anche in questo è benemerito il Podestà che, continuando così la sua lodevole opera di risanamento, ha concesso tutto quel suolo alla scuola; e là sorgeranno, oltre il Parco, il giardino, il campo sperimentale, l’apiario, e si alleveranno inoltre i bachi da seta e gli animali da cortile, in modo che lo scolaro s’abitui fin dai primissimi anni a studiare direttamente quello che gioverà un giorno a farne uno svelto e cosciente agricoltore. E chi, sa che 1’industria della seta, quasi perfettamente sconosciuta da noi, non debba sorgere un giorno proprio per il primo impulso partito dalla scuola!

Oltre a tutto questo, è in via d’ istituzione il Ricreatorio educativo per il prescuola e il doposcuola, perché i fanciulli vengano sempre più allontanati dalla strada, fornite di vizi e di futura delinquenza, e conquistati allo svago cordiale, generoso e disciplinato.

Per questo Ricreatorio si sono raccolte finora circa quattromila lire.

Non credo superfluo accennare un momento a quelle attività che la scuola svolge oltre i suoi limiti d’insegnamento. Essa vigila sull’asilo infantile, dipendente dalla Congrega di Carità, e accoglie oggi più di duecento bambini sotto la paterna direzione del maestro Cantarella.

Quando a Metfi vi era un battaglione di presidio, era istituita anche una scuola reggimentale serale indirizzo esclusivamente agricolo, che manteneva i soldati in continuo contatto con la terra e li impratichiva delle macchine agricole più recenti e dei più moderni mezzi di coltivazione. Sono rimasti ora, con la partenza del presidio, i soli corsi serali per la cittadinanza; corsi che, a giudicare dal numero delle classi — otto —, sono frequentatissirni. La quarta e quinta classe formano i corsi integrativi, apposta per i contadini, ed hanno a loro disposizione il Podere sperimentale della locale R. Cattedra di Agricoltura.

Nessuna lode potrebbe essere più bella di questo semplice linguaggio di cifre che da solo dice di quanto lavoro è benemerita verso la patria la scuola elementare della nostra attiva città normanna. Nulla v’è che il corpo insegnante non tenti per accrescerne il prestigio, nessuna necessità civile o patriottica che non trovi qui la sua prima e più profonda eco. Le nove sezioni della scuola hanno bisogno della bandiera, ed ecco gl’insegnanti organizzano una recita e le nove bandiere si acquistano. V’è da gettare le basi per il Ricreatorio educativo: una lotteria, e si raccolgono le prime duemila lire. V’è da sottoscrivere per il dollaro; bene: la scuola dà 1450 lire. Le margherite in pro degli istituti antitubercolari: 280 lire, il monumento per Cesare Battisti a Trento: 160 lire. Infine v’è il Prestito del Littorio: la scuola fa il massimo dei suoi sforzi, e con una attivissima instancabile assilante propaganda, dà alla patria 43.700 lire!

Per chi conosce le condizioni economiche del Mezzogiorno, questo contributo delle nostre più umili scuole non può non commuovere profondamente.

Avevo intenzione d’essere breve, e ho finito. Mi è sembrato un dovere additare a Melfi lopera del suo corpo magistrale, degno della massima considerazione e del più profondo affetto, e dovere di lucano mi sembra il formulare l’augurio’ che al più presto tutte le altre scuole elementari di Basilicata si mettano al livello di questa, che può essere considerata come un modello del genere.

Autore: LORENZO DI POPPA - Basilicata nel Mondo (1924-1927)

 

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