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GAGLIANO di Carlo Levi

Da ITCS - Leonardo da Vinci- - Potenza (IV° e V° b - IGEA)

La vicenda narrata da Carlo Levi si svolge quasi interamente a Gagliano, nome di fantasia utilizzato al posto di Aliano, (nel modo in cui veniva pronunciato dai contadini, con l'aspirazione all'inizio che sembrava una - G - ), un paesino del Sud della Lucania, dove Cristo non è mai arrivato, come non è mai arrivata la religione, la politica, e la storia.
Il paese non si vedeva arrivando, perché scendeva e si snodava come un verme attorno ad un'unica strada in forte discesa e poi risaliva e discendeva tra due alti burroni e terminava sul vuoto.
Levi volgendo lo sguardo verso l'alto si vede circondato da calanchi, osserva quel sole che porta la luce dove tutto è buio e morte. Definisce questo luogo - una terra pura e senza peccato- .
...- La casa era composta di tre stanze, una in fila all'altra... si entra in cucina, dalla cucina nella seconda camera e qui si passava ad una stanza grande con cinque finestrelle. Dalla porta dello studio si scendeva per quattro scalini in un piccolo orticello. La camera da letto dava su un balconcino da cui una scaletta saliva alla terrazza. ... Lo studio e la terrazza avevano un pavimento a scacchi colorati. I muri erano imbiancati e puliti a calce. - C'era anche un gabinetto- . Raro da trovare a quei tempi.
Uscendo dalla casa di Levi, ci si inoltra gradualmente verso i vicoli e le piazzette del centro storico, ove è possibile scoprire gli elementi dell'architettura popolare, che si riscontrano in quel misterioso ed interrogativo aspetto delle case di Aliano.
La casa con gli occhi è una fonte di curiosità, ma anche di cultura e tradizioni da scoprire e valorizzare.
Carlo Levi è un uomo mite. La sua mitezza lo porta ad avere modi gentili che furono apprezzati dalla popolazione alianese, che nutrì nei suoi confronti amore e profonda ammirazione.
Sorretto da un vivo senso della giustizia, non rimane estraneo alle vicende della piccola comunità e cercò, con umiltà, di aiutare i meno fortunati. La sua docilità è nota soprattutto ai bambini e la sua compagnia è apprezzata da tutti gli abitanti del paese.
Al visitatore la tomba di Levi si presenta come una fredda pietra con soli pochi caratteri scolpiti, illuminati da una fioca luce a indicare un cittadino di un'Italia ignorata.
Lo sguardo spazia su orizzonti senza confini dove è possibile proiettare ed identificare la propria interiorità. Scorci di un mondo lontano rapiti dalla sua pittura, espressione di una libertà che oggi, più che mai, rivendica uno spazio.
Levi trascorreva le sue ore in un'atmosfera irreale - ...protetto dagli angeli della notte, e dalla sapienza stregonesca di Giulia durante il giorno..- .
La strega Giulia, donna di rara bellezza, aveva quarantuno anni.- ...Era una donna alta e formosa, con un vitino sottile come quello di un'anfora, tra il petto e i fianchi robusti... Il viso era ormai rugoso per gli anni e giallo per la malaria, ma restavano i segni dell'antica venustà...- La bocca larga si apriva per un riso sottile e cattivo, mostrante due file di denti come quelli di un lupo. Appariva come una donna misteriosa e crudele dal carattere arcaico. Spiccava in lei una fredda sensualità, una oscura ironia e un'espressione insieme severa, intelligente e malvagia. E' una donna tra tante, non vista dalla gente come una signora, ma forte e aggressiva, capace di sopportare i pregiudizi e le malelingue.
I contadini conducevano l'esistenza in una - ...noia secolare...- , avevano delle passioni ma ben diverse da quelle dei signori. I loro visi giallastri e pallidi erano segnati da un'aria di disgusto, di ingiustizia subita e di orrore. Si svegliavano presto la mattina per andare nei campi e al crepuscolo - ...piccoli nella distanza, si affrettavano per i sentieri lontani nelle argille, verso le loro case...- .
L'opera - Cristo si è fermato a Eboli- di Carlo Levi è ambientata nel 1935-36, periodo in cui l'Italia era sotto il regime fascista. - ...i signori erano tutti iscritti al partito, anche quei pochi che la pensavano diversamente, perché il partito era il Governo, era lo Stato, era il potere ed essi si sentivano partecipi di questo potere...-
Una delle passioni più sentite dai signori e in particolare dal podestà era quella cosiddetta - ...passione nazionale...- . A don Luigino - ...piaceva indire le adunate per sostenere, come egli diceva, il morale della popolazione o fare ascoltare dalla radio i discorsi dei nostri governanti che preparavano la guerra d'Africa (...) ma questa guerra non interessava i contadini che scuotevano il capo diffidenti, silenziosi e rassegnati. Quelli di Roma volevano fare la guerra, e l'avrebbero fatta fare a loro.(...) Pazienza! Morire sopra un'ombra abissina non è poi molto peggio che morire di malaria nel proprio campo...-
- Il 1929 fu l'anno della sventura e ne parlano tutti come di un cataclisma- . La crisi del '29 è uno degli avvenimenti storici a cui Levi fa riferimento nel - Cristo si è fermato ad Eboli- . Molti emigrati del Mezzogiorno si videro costretti a far ritorno in patria anche perché - ...c'erano i propagandisti del nostro Governo che, chissà perché, andavano dicendo che c'era lavoro per tutti e ricchezza e sicurezza, e che dovevano tornare...- ma una volta rientrati ripresero la loro monotona e misera vita di contadini, vittime dello Stato.
Levi si avvicinò alla realtà lucana riuscendo a cogliere le varie sfumature di un mondo contadino chiuso e immobile nei propri costumi, legato a tradizioni primitive, influenzate da superstizioni e magia. Con - Cristo si è fermato a Eboli- , Levi inaugura una letteratura nuova che abbraccia la denuncia sociale e morale; è una prosa di memoria in cui prevalgono considerazioni politiche miste a descrizioni paesaggistiche incisive e minuziose.

Tratto da: Calendario 2002 Aliano
Redatto da ITCS - Leonardo da Vinci- - Potenza (IV° e V° b - IGEA)

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