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Vincenzo Giura

Dalla Basilicata nel Mondo (dal 1924 al 1927)

La morte di Vincenzo Giura, avvenuta, or è qualche tempo, in Napoli, ov'Egli da oltre cinquant’anni aveva avviato il suo commercio in gioielleria, ed era riuscito ad imporsi, non solo per la serietà commerciale della sua casa, ma anche per la squisita bontà del suo animo; per la sua attività civile, e per quel suo particolare senso di arte e di buon gusto, che lo caratterizzava a tal punto che la sua officina-scuola di gioielleria, nell’Istituto Casanova, era divenuta un ritrovo ideale della “élite,, partenopea, onorata anche dalle visite auguste di S. Maestà il Re Umberto I°, della Regina Margherita, di Vittorio Emanuele III°, della Regina Elena, del Duca e della Duchessa di Aosta; ci richiama alla rievocazione, nella nostra Rivista, di questa singolarissima tempra di lavoratore lucano, per virtù del quale, durante mezzo secolo, la nobile arte degli orafi e della gioielleria, che ha tradizioni così nobili nel Rinascimento italiano, si ebbe in Napoli vivo e grande impulso e rifiorì meravigliosamente.

Vincenzo Giura era nato nel piccolo paese alpestre di Roccanova di Basilicata, nel 1847. Poco, quasi nulla sappiamo della sua prima giovinezza, e della sua prima affermazione industriale in Napoli. Ma questa dovè essere molto rapida, poiché, nel 1889, S. M. Umberto I° conferiva al Giura il brevetto della Real Casa, e, nel 1893, il Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio lo proponeva al Re per la croce di cavaliere della corona d’ Italia. Undici anni dopo, nel 1904, egli veniva insignito dell’ ambita onorificenza di cavaliere del lavoro: nel 1908 diveniva cavaliere ufficiale: nel 1917 commendatore della Corona d’ Italia.

Per tre anni, dal luglio 1904 al 1907, è consigliere comunale di Napoli e figura tra i più attivi e interessati al progresso della città, come risulta dagli annali di Palazzo San Giacomo. Per 20 anni, ininterrottamente, fu anche consigliere della Camera di Commercio napoletana, e come componente e presidente della Deputazione della Borsa di Napoli diede grande impulso e prodigò molta intelligente energia, per veder assurgere la Borsa partenopea fra le principali di Italia, com’è documentato dalla relazione al Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio del Regno, in data del 21 novembre del 1921.

Nel '18, fu nominato membro della giuria per la esposizione di Palermo, e, su designazione del Ministro per la agricoltura, l'industria e il commercio, fu eletto presidente della sezione di oreficeria e delle arti affini. Ma come la sua eminente figura di industriale e di commerciante cresceva in benemerenze, e il suo talento di orafo si popolarizzava, così il riconoscimento ufficiale del suo merito diveniva sempre più vasto. Nel 1911, il Ministro di agricoltura, industria e commercio lo mandava giurato effettivo alla esposizione internazionale di Torino, e largo plauso egli riscosse per la sua opera disinteressata e illuminata. A Napoli fu anche, per dodici anni, presidente del tradizionale Circolo del Commercio e degli interessi della città.

Dal campo commerciale, la personalità di Vincenzo Giura passò ad emergere anche nel campo della filantropia, delle istituzioni civili e bancarie, del patriottismo. Fu membro del comitato esecutivo napoletano per i soccorsi ai profughi del terremoto di Reggio e Messina, e vi si distinse per carità previdente ed oculata. Fece parte del comitato esecutivo per i festeggiamenti del cinquantenario della proclamazione del Regno d’Italia e vi portò il contributo del suo sincero fervore di Patria. Contributo di saggi consigli amministrativi portò anche come componente della Commissione di Sconto e della Stanza di compensazione presso il Banco di Napoli, come componente del Consiglio direttivo dell’Associazione dei Cavalieri del Lavoro, come componente della Commissione di Sconto presso la Banca d’Italia. Innumerevoli furono i premi e le medaglie, che i suoi prodotti di gioielleria e di oreficeria ottennero nelle esposizioni italiane ed estere. Con Lui, è scomparsa dalla vita napoletana una delle figure più popolari del campo industriale.

Autore: Dalla Basilicata nel Mondo (dal 1924 al 1927)

 

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