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Dallo scialle nero all'informatica

la donna lucana in una regione che cambia

Indagine realizzata da alunne e alunni (1997 - 1998)
da " Istituto Alberghiero di Pz" (Prof. M. Schirone)




Chiedi alle donne anziane della tua famiglia, o di tua conoscenza, alcune notizie su:

fidanzamento: come cominciava, quanto tempo durava, come ci si doveva comportare:
TUTTI I PAESI: Il fidanzamento durava pochissimo; alcuni alunni riferiscono anche di 2-5 mesi. In media, 1-2 anni. Un po’ più a lungo a Potenza: circa cinque anni, secondo quanto riferito da diversi alunni. Ci si sposava presto, spesso entro i 20 anni per le ragazze. Durante il fidanzamento era importante comportarsi con rispetto nei confronti delle rispettive famiglie.
ACERENZA: Iniziava con il ‘complotto’ tra due nonni. Non ci si parlava tra fidanzati. Si decideva tutto tra le famiglie (M Marmo).

matrimonio - la festa:
Si faceva una piccola festa in casa, si uccidevano animali e si invitavano poche persone (E. Esposito, M Mariano, M Marmo). Il matrimonio avveniva in chiesa col vestito sempre bianco e con preparativi che iniziavano diversi mesi prima. La festa comprendeva un pranzo nuziale molto elaborato e costoso (R. Loscalzo: riferito da una giovane vicina di casa).

la dote:
Quasi TUTTI I PAESI: I genitori degli sposi decidevano cosa regalare agli sposi: un pezzo di terra, una casa ecc. In genere, alla sposa toccava portare tutto ciò che serviva in casa (il ‘corredo’, in genere preparato in casa dalla mamma o dalla stessa ragazza, ricamato e cucito a mano, a volte anche le tende) e in cucina. Allo sposo altri beni, come la casa stessa, o un pezzo di terra.
ACERENZA: Mulo e grano (Marmo M). Non c’era una dote precisa, si dava quello che si poteva, terra un po’ di soldi ecc. (Salvatorelli T.).

altri aspetti del "contratto" di matrimonio.
Quando si sposavano poi firmavano una ‘carta’ che diceva che se uno dei due moriva i beni tornavano alla famiglia d’origine (Esposito F., Marmo M)

a che età in media ci si sposava? perché?
TUTTI I PAESI: Ci si sposava in media a 20 anni. L’età tendeva a calare per le donne, ritenute pronte ad affrontare il matrimonio già a 16 anni, se non addirittura a 13, come riferiscono alcuni alunni. Per i maschi invece l’età era compresa tra i 20 e i 25 anni.
ACERENZA: I genitori erano troppo oppressivi (T. Salvatorelli); poco permissivi (M Marmo).

qual era l’atteggiamento degli uomini nei confronti delle donne?
TUTTI I PAESI: La maggior parte degli alunni evidenzia che, nel rapporto tra i due sessi, l'uomo “la fa da padrone “. E’ affermata la supremazia maschile, ma si sottolinea anche la responsabilità che comporta il dover ricoprire il ruolo di capofamiglia.
ACERENZA: Di superiorità (R. Loscalzo, F. Esposito, T. Salvatorelli, M. Marino). Le donne non venivano considerate pari agli uomini che si sentivano più forti (M. Mariano).

qual era l’atteggiamento delle donne nei confronti degli uomini?
TUTTI I PAESI: Nella maggior parte dei casi la donna aveva una posizione subalterna, se non di completa sottomissione nei confronti dell'uomo. Quasi priva d’istruzione, raramente si ribellava al fatto di essere confinata tra le pareti domestiche o addirittura “segregata “, come qualche alunno riferisce.
ACERENZA: Di totale sottomissione (Salvatorelli T., Marino M, Nardozza M).

che cosa si aspettava un uomo dal matrimonio?
TUTTI I PAESI: “Coronare un sogno” e formare una bella famiglia; figli (tanti,); figli maschi (spesso legato all'aiuto nel lavoro dei campi); felicità, tranquillità, serenità (sono i termini più ricorrenti,). Inoltre: la voglia di conquistarsi una propria autonomia come capofamiglia, poter contare su una moglie “dimessa” ma che fosse una buona madre e curasse la casa. Nella frequenza della parola “rispetto” si avverte il riconoscimento sociale del matrimonio.
ACERENZA: Una vita più autonoma (Salvatorelli T.); nulla, perché le famiglie sceglievano la consorte (Marino M).

che cosa si aspettava una ragazza dal matrimonio?
Da QUASI TUTTI I PAESI: “coronare il sogno” di formarsi una bella famiglia; amore per sempre; una casa propria; felicità; felicità con il marito; felicità con i figli. Autonomia dai genitori e libertà dal loro controllo. E' frequente il desiderio della maternità. Ma poi interviene la delusione...
ACERENZA: Non lo sapeva (Marino M).

come ci si divideva il lavoro in famiglia?
TUTTI I PAESI: Il concetto che prevale è: “l'uomo lavorava fuori (in campagna o altro) mentre la donna allevava i figli e curava la casa “. Molto spesso anche le donne dovevano lavorare nei campi, in aggiunta alle faccende di casa. Nonostante ciò si attribuisce l'aggettivo “leggero” al lavoro femminile. I compiti: governare gli animali, curare il raccolto, fare la contadina.
ACERENZA: “Erano rare le donne che lavoravano fuori e quelle che lo facevano erano domestiche. Gli uomini, per la loro forza fisica e per l’importanza del proprio ruolo di capofamiglia, tendevano a sminuire la donna e il suo ruolo di casalinga, di moglie e di madre (Parisi A.). I genitori nei campi, le figlie femmine in casa (Sileo).

chi svolgeva prevalentemente il lavoro di “cura” (dei figli, degli anziani, dei malati)?
Quasi TUTTI hanno risposto: la donna, la madre, o la moglie.
ACERENZA: Spettava alle figlie che rimanevano in casa quando le mamme erano nei campi o al lavorare (Marmo M, Lotito C.).

c’erano donne che lavoravano al di fuori della famiglia? per quali attività?
In TUTTI I I PAESI si evidenzia che il lavoro femminile era poco frequente; poche donne erano spinte ad uscire fuori casa e svolgere un ‘attività lavorativa, ma per necessità. Quasi ovunque si trattava di accudire persone anziane e ammalate, essere a servizio presso famiglie ricche, impegnate nei lavori dei campi. Certamente la possibilità di poter lavorare per le donne era molto ridotta e non sempre erano autorizzate da padri, mariti o fratelli a svolgere un lavoro al di fuori della famiglia.

conosci donne che sono emigrate non solo per raggiungere il marito, ma anche per cercare lavoro? se sì, per quali Paesi? per quale lavoro?
Quasi sempre le donne emigravano per raggiungere il marito; rare le notizie di donne singole che abbandonano la famiglia per andare in cerca di lavoro. L'attività lavorativa all'estero era, prevalentemente, il lavoro in fabbrica.
QUASI TUTTI I PAESI: Nelle Americhe. Seguono: Germania, Svizzera, Francia.

c’erano lavori che oggi non si svolgono più?
Le donne generalmente erano impegnate nei campi in lavori manuali oggi svolti dai mezzi agricoli.
Facevano il bucato a mano con la cenere, il sapone con acqua, grasso e potassio. Si zappava e si falciava a mano (Pace M).

donne e istruzione, ieri: quanti anni di scuola hanno frequentato la/le donna/e da te intervistate?
TUTTI I PAESI: La maggior parte delle donne intervistate non ha proseguito gli studi, molte hanno terminato la quinta elementare, poche hanno proseguito perché dovevano badare ai fratelli più piccoli e svolgere le faccende di casa. Il problema più grande era la mancanza di strutture scolastiche e di trasporto, perciò gli abitanti delle campagne erano costretti ad apprendere dai propri genitori alcune nozioni.
IN QUASI TUTTI I PAESI la scolarità massima oscilla tra la terza o quinta elementare e la terza media.

cosa fanno oggi le donne anziane?
TUTTI I PAESI: Oggi in gran parte le donne anziane conducono una vita serena. vanno in chiesa, lavorano a maglia; a volte, se la salute lo permette, vanno ancora nei campi; spesso accudiscono i propri nipoti.
ACERENZA: Vanno in chiesa e lavorano a maglia (Salvatorelli, Marmo, Chiurco); chiacchierano con le amiche (Pepe, Mecca, Di Biase, Di Lascio).

oggi: qual'è l’atteggiamento degli uomini nei confronti delle donne?
Sono più aperti e più socievoli (Tomasiello S.). Sono spaventati dalle donne e non amano il confronto (Curcio F.).
ACERENZA: Si ritengono tutti rispettosi ed uguali (Loscalzo R., Esposito F., Mariano M, Salvatorelli T., Manna M). Sono forse più comprensivi (Consiglio G., Loico) ed educati (Nocera S., Spianato).

oggi: qual' è l’atteggiamento delle ragazze verso i ragazzi?
Da quasi TUTTI I PAESI, dentro e FUORI REGIONE, si sottolinea una minore timidezza da parte delle ragazze e una più raggiunta parità. Le ragazze chiedono più rispetto e un rapporto basato sulla reciproca collaborazione e sulle pari opportunità.
ACERENZA: Sono molto più sicure (Salvatorelli T.) e più chiare (Marino M, Mecca A.).

che cosa si aspetta oggi un ragazzo dal matrimonio?
DA PARTE DI TUTTI c'è l'aspirazione a formare una famiglia che funzioni in modo più “autentico” (rispetto a quella propria?), con più rispetto e amore.
ACERENZA: Felicità, un matrimonio senza problemi (Sabia V, Gaeta E., Errichetti A., Salinardi G. e altri,). Di formare una bella famiglia felice e ben unita (Esposito E.). Amore, tranquillità, sicurezza, fedeltà e un po’ di ricchezza (Loscalzo R.). Di formare una famiglia in cui ci sia amore e rispetto (Marmo M, Salvatorelli T.). Sogni felici (Mancusi A.). Affetto e collaborazione (Palma R.). Una famiglia compatta (Mecca A.).

che cosa si aspetta oggi una ragazza dal matrimonio?
ACERENZA: Rispetto reciproco e amore.

come ci si divide il lavoro in famiglia?
Nella gran parte delle risposte lavorano entrambi i genitori; in tal caso c ‘è una ripartizione abbastanza equa.
Acerenza: Viene svolto insieme. Non c’è una distinzione rigida nei ruoli, anche se prevalentemente è la donna ad occuparsi della casa, con l’aiuto dell’uomo.

chi svolge in genere il lavoro di “cura” (della casa, dei figli, degli anziani, dei malati)?
Da TUTTI I PAESI la risposta è la donna; o prevalentemente la donna.
ACERENZA: Se la donna lavora se ne occupa l’uomo.

ci sono donne che lavorano al di fuori della famiglia? in quali attività sono occupate?
Da TUTTI I PAESI emerge una presenza diffusa delle donne nel mondo del lavoro; tuttavia le attività prevalenti restano nell'ambito di uffici, servizi o terziario (compreso l'insegnamento,), enti pubblici, commercio o, più modestamente, pulizie di case (altrui, s'intende) o cura di bambini (come baby sitter).

conosci donne impegnate in politica, ad es. nell’amministrazione comunale, o altro?
Da QUASI TUTTI I PAESI i dati risultano inattendibili poiché molti alunni hanno interpretato la domanda come riferita a donne che svolgono un lavoro negli Enti locali (di segreteria, dattilografia ecc.).


da "Istituto Alberghiero di Pz"
(Prof. M. Schirone)

Autore: Istituto Alberghiero di Pz

 

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