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Lago Remmo e Lago Zapano, un sos da raccogliere

In occasione della preparazione di un volume - di prossima pubblicazione per i tipi della casa editrice Osanna di Venosa - interamente dedicato alla cattedrale di Acerenza, a cura di Pina Belli D'Elia e di chi scrive (1) , mi sono trovata ad affrontare alcune difficoltà interpretative relative al succorpo, cui non è stato possibile purtroppo offrire risposte univoche. Credo che possa riuscire di un qualche interesse accennare in questa sede ad alcune di tali problematiche, nella speranza che nel prossimo futuro si possa giungere alla loro soluzione, e in attesa di opportune ricognizioni da parte delle competenti Soprintendenze.
Esteso al di sotto del coro, il succorpo - la cui realizzazione fu promossa dal conte Giacomo Alfonso Ferrillo, di origine napoletana, noto per i suoi profondi interessi umanistici, e la consorte, la principessa serba Maria Balsa - occupa poco più dei due terzi dello spazio disponibile e consiste in un vano perfettamente quadrangolare, suddiviso in tre navate da quattro colonne poggianti su piedistalli e coperto da una serie di nove voltine ribassate.
Le pareti perimetrali sono scompartite verticalmente in tre moduli di ugual misura tramite paraste scanalate: in corrispondenza delle pareti laterali, i primi due scomparti verso l'ingresso sono occupati da affreschi, il terzo da una finestra profondamente strombataGruppo montano del Sirino? A vederlo, con le sue tre cime che sovrastano l'abitato di Lagonegro non lo si direbbe: un gruppo appenninico come tanti altri, con le stesse caratteristiche di tanti altri monti appenninici. Eppure è stato visitato e rivisitato per motivi scientifici, da quelli geologici a quelli botanici.
E' stato un lagonegrese illustre, geologo ed indologo. Giuseppe De Lorenzo, che per primo lo ha scoperto, (dal punto di vista scientifico), studiato, illustrato e fatto conoscere al mondo scientifico. Si cominciò nel 1898 quando proprio a Lagonegro si celebrò il congresso della Società geologica italiana: erano gli anni in cui si riteneva che il glacialismo non si fosse esteso alle nostre latitudini e perciò la scoperta di De Lorenzo fu davvero rivoluzionaria e suscitò vivo interesse negli ambienti scientifici. Con De Lorenzo, della scoperta si interessarono Francesco Bassani, iI giapponese Sitomatai della scuola berlinese di Penck, Giotto Dainelli, Geremia D'Erasmo, Fridiano Covara ed ai nostri giorni Antonio Lazzari.
Quale la scoperta? Nel gruppo Siríno, sulla cui cima a quota 1906 slm sorge una chiesetta che si fa risalire al 1629, si formarono durante il periodo pleistocenico alcuni ghiacciai ed alcune vedrette: !a provavano le morene ed i tipici ciottoli levigati e striati. II ghiacciaio più importante era quello che scendeva dal monte Papa (2006 slm, la cima più alta) e che, nel suo movimento, aveva creato a quota 1517 il lago Remmo o Laudemio. A poca distanza, dovuto anch'essa ad uno sbarramento morenico, si trova un altro specchio d'acqua più piccolo però del primo, il laghetto Zapano.
Gli studiosi riconoscono che i due specchi d'acqua del gruppo del Sirino sono i laghetti di origine glaciale più meridionali d'Italia.
Sono due gemme preziose dell'Appennino lucano e meridionale ma hanno bisogno di mani pietose e di occhi accorti.
Nel 1970, correva Il 6 settembre, ebbe luogo un notevole avvenimento; la XIX Festa nazionale della montagna. La sede fu Lagonegro e protagonista il gruppo del Sirino, spartiacque tra il bacino del Sinni che sfocia nello Ionio e quello del Noce con foce nel Tirreno. Doveva servire a fare il punto sulla politica della montagna, sulle cose fatte e da farsi per la valorizzazione della montagna, sulle prospettive di sviluppo che riguardavano anche la montagna lagonegrese. Fu una data importante, quella del 6 settembre 1970, che impresse slancio ed entusiasmo alle amministrazioni civiche succedutesi nel tempo che cominciavano ad impostare mega e micro progetti ipotizzanti lo sviluppo turistico.
Sono progetti ancora in itinere e De Lorenzo e gli altri non potevano immaginare che quelle zone, allora selvagge ed aspre e raggiungibili solo a dorso di mulo dopo alcune ore, sarebbero divenute opportunità di sviluppo.
La sfida lanciata nel 1970 è ancora aperta ed è comunque davvero una scommessa per le notevoli risorse finanziarie impegnate.
Ma può bastare solo la visione turistica per il gruppo del Sirino? Le due evidenze geologiche, lago Remmo ed il piccolo laghetto Zapano - ma di quest'ultimo non si parla mai, come se fosse già scomparso del tutto - richiedono maggiore attenzione finalizzata alla loro sopravvivenza ed alla loro conservazione.
Sono un bene-natura che lanciano un SOS per le condizioni in cui oggi si ritrovano soprattutto per l'incuria dell'uomo. Laghetto Zapano è diventato quasi invisibile, sommerso com'è da masse di fogliame e di arbusti che vi imputridiscono, lo coprono e lo nascondono: lago Remmo si va restringendo ogni anno.
Sembrano destinati entrambi ad essiccarsi, a morire e le loro attuali condizioni non inducono a ritenere che vi sia alternativa. Erba ed arbusti di vario genere ne coprono le sponde e non impediscono ai bovini in pascolo brado di usare i due laghetti come abbeveratoi. E' senz'altro una situazione di notevole degrado che si pone dinanzi alla coscienza - non solo quella "ecologica" - di tutti, volta più a considerare le possibilità turistiche che quelle di un bene-natura da conservare, i due laghetti proprio per essere situati nel cuore dell'Appennino lucano, per il sito dove si trovano e per l'ambiente che li circonda, hanno tutte le carte in regola per diventare protagonisti attivi del paesaggio montano in cui sono inseriti e non esserne elementì passivi. Si è mai pensato agli appena trenta chilometri che separano il gruppo del Sirino dalla costa di Maratea e come per esempio, nei mesi invernali. i due laghetti potrebbero diventare eventuali campi dl pattinaggio?
E' una posizione, quella dei due laghetti e quindi del gruppo montano, non facilmente rinvenibile e comunque irripetibile almeno in Basilicata. Perciò la loro presenza richiede un nuovo e diverso tipo di atteggiamento nei loro confronti: la loro valorizzazione, per essere tale, deve passare attraverso la loro difesa ed il loro rispetto. Questo da parte dei singoli e delle istituzioni. Difendiamo ciò che la natura ci offre e poniamo mano ad azioni organiche concrete per eliminare il degrado dei due laghetti di origine glaciale.
Per questo lago Remmo e lago Zapano lanciano il loro SOS.

Testo di Vincenzo Fucci
tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1989

Autore: Vincenzo Fucci

 

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