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MATERA: VISITA AD UNA CITTA' PARTICOLARE

Per chi proviene della Basilicata interna, Matera si presenta come un lungo zoccolo calcarenitico, coperto da macchia o antichi oliveti ormai degradati e sormontato da rilievi argillosi, che segna longitudinalmente la linea dell'orizzonte.
Una irregolare colata di cemento, di edilizia urbana, che si sovrappone a tale rilievo (e trabocca dai suoi versanti), annuncia la città: nulla di particolare, a prima vista, nel paesaggio urbano meridionale.
Della "città dei Sassi", nessuna traccia.
Occorre inoltrarsi, nella città moderna, seguendo l'asse stradale fino a sormontare la collina, per vedere la forma urbana mutare di colpo: una chiesa romanica, con uno svettante campanile, compare all'orizzonte, visivamente schiacciata (così sembra) su di una nuova cresta calcarea, brulla e pianeggiante (Altipiano Murgico).
E un primo, interessante risultato, della nostra esplorazione!
Possiamo lasciare (auto e, proseguendo a piedi verso la Cattedrale romanica, scopriamo che quella immagine piatta è in realtà assai complessa ed articolata, resecata com'è da due strapiombi: il primo, terrazzato, urbanizzato ed avviluppato su due lati all'acropoli della Cattedrale, sono i due "famosi" Rioni Sassi (eccoli, finalmente, questi misteriosi ed inaccessibili Rioni, dalla strana denominazione pietrosa); il secondo, assai più ripido e profondo, è la forra del torrente Gravina.
L'impressione è di essere entrati in un altro universo, nel quale storia e natura si fondono intersecandosi, accartocciandosi insegni urbani a volte fortemente connotati culturalmente (romanico, rinascimento, barocco), a volte aspramente naturali, anche di quella "naturalità antropizzata" che è caratteristica principale dell'habitat rupestre.
Questa è Matera antica, con il suo territorio rurale di riferimento (altopiano murgico), patrimonio UNESCO (World Heritage List-1993).



LE QUALITÀ DI MATERA ANTICA
Matera Antica, ed il prospiciente Altipiano Murgico, costituiscono oggi un "unicum" urbanistico, ancora pressoché integro, di altissima qualità, caratterizzato da una complessa morfologia, con profondi strapiombi (Gravine) e brulli altipiani; da una variegata copertura vegetazionale (boschi cedui originari, macchie e steppe); una antichissima e sedimentata antropizzazione (chiese a jazzi rupestri, cisterne lungo gli itinerari del pascolo, casini, masserie fortificate e "parchi" arborati) sparsa sui terrazzi ed i pianori delle Murge; il tutto correlato in stupefacenti prospettive, con (aspro e denso insediamento urbano della città antica (i Sassi).
La complessità degli elementi, naturalistici, storici, urbanistici che compongono questo "quadro paesaggistico" (uno dei più suggestivi del continente europeo), presuppone una visita attenta, approfondita, ben più di quella classica delle " 3 ore" del turismo carovaniero; proveremo qui di seguito a sintetizzare alcuni concetti costitutivi fondamentali che possono consentire, al visitatore meno frettoloso, di cogliere il significato dello scenario ambientale che gli si pone dinanzi.
La nostra visita prende le mosse dalle balze rocciose dell'Altipiano Murgico (Murgecchia e Murgia Timone), dove possiamo percepire le prime tracce, lievi ma ben visibili, della presenza dell'uomo in tale comprensorio: sono i resti dei villaggi neolitici, costituiti dal fossato/trincea di fortificazione, da fosse a vario uso scavate nella roccia, tombe, e tracce dei pali che, infissi nel terreno ad andamento circolare, costituivano la struttura portante delle capanne d'abitazione; testimonianza che gli abitanti dei Villaggi Neolitici della Murgia Materana non erano "trogloditi", ma abitavano in capanne realizzate con il legno che la folta copertura arborea, che allora caratterizzava le Murge, poneva a loro disposizione!
Matera "troglodita", quella universalmente conosciuta, nascerà molti secoli più tardi, nell'ambito di quella civiltà rupestre sviluppatasi nell'arco murgico tarantino (da Matera a Grottaglie), dopo la caduta dell'Impero Romano.
Secoli nei quali il rifugiarsi negli anfratti rocciosi delle "gravine" era scelta obbligata per le popolazioni in fuga dalle città costiere, ormai malsane ed insicure.
Ecco quindi un concetto fondamentale da chiarire: Matera, la vera città di Matera, nasce quindi come città "rupestre" nel IX-X secolo d.C., caratterizzata da un habitat particolarissimo, avente come supporto di base la roccia tufacea, facilmente cavabile, nella quale verranno realizzate in "negativo" con sapienti tecniche di scavo, abitazioni, chiese, vani per le più disparate attività e funzioni; ed avente quale maglia infrastrutturale, anch'essa ricavata nella roccia: -una rete di camminamenti, scalinate, ballatoi che collegavano i fianchi terrazzati della Gravina; - una rete di canalizzazioni che raccoglievano le acque piovane e le convogliavano in capienti cisterne.
Una città caratterizzata da grande diluizione dei suoi luoghi abitati, e quindi essenzialmente semi-naturale, e con una maggiore densità sul colle della "Civita", fortificata da vertiginosi strapiombi.
Le caratteristiche di tale habitat possono essere ancora oggi apprezzate al Rione Casalnuovo, all'estremità Est del Sasso Caveoso (seconda tappa del nostro itinerario): qui possiamo visitare anche alcune architetture sacre (le "chiese rupestri"), rispecchianti nelle forme plastiche e negli affreschi che ne decorano le pareti le diverse influenze culturali che hanno permeato la "civiltà rupestre"; tra queste la Cripta di S. Barbara, di matrice orientale/bizantina, e la Chiesa di S. Lucia alle Malve, di matrice occidentale/benedettina.
Un'altra chiesa rupestre, questa volta periurbana (adiacente alla SS 99 per Altamura-Bari), rappresenta il punto di passaggio tra l'architettura rupestre e l'architettura sub-divo, in elevato: è la Chiesa di S. Maria della Dalle, (XIII sec.) vera e propria " cattedrale rupestre" con le sue 3 navate affrescate e con la sua facciata, interamente costruita, di squisita matrice gotico/angioina: è questa la 3a tappa del nostro itinerario.
Tra il XII e il XIII secolo si registra in effetti una svolta decisa nella "costruzione" di Matera antica: la città comincia ad "uscire" dalle viscere della sua roccia, per realizzarsi, con edifici in elevato, secondo la migliore tradizione culturale europea, in stile "romanico".
Dobbiamo pertanto tornare in città (4° tappa) e raggiungere la Chiesa Cattedrale, collocata alla sommità del colle fortificato della Civita, roccaforte feudale della città medioevale: questa Chiesa segna, con uri architettura di grande dimensione e di precisa connotazione culturale, il trionfo della civiltà occidentale (e della Chiesa Romana), sulla declinante civilizzazione greco/bizantina.
Altrettanta considerazione meritano altre due splendide chiese appartenenti a quest'epoca: S. Domenico e S Maria delle Nove (oggi S. Giovanni).
Nei secoli che seguiranno (tra XIV e XVI), con sempre maggiore intensità, si realizzeranno case, palazzi, case a corte (di matrice mediterranea) che si sovrapporranno al preesistente tessuto rupestre, investendo sia il colle della Civita che le due vallette dei Sassi (Barisano a Nord, Caveoso a Sud) rimaste fino ad allora assai rustiche, semi-rurali. È questo un altro concetto da tenere bene a mente: i Rioni Sassi sono stati caratterizzati, fino al XVIII secolo, da un tessuto residenziale abbastanza rado, arioso, nel quale le architetture "palazziate" con le loro facciatine decorate, le loro corti, logge e portali, scandivano lo spazio urbano terrazzato ed il fondovalle, percorrendo il quale è oggi ancora possibile, con un po' di attenzione, coglierne il ritmo di "pieni e vuoti" (Sa tappa).
Sarà proprio l'operazione di incorporazione in un unico "disegno di città" dei due Sassi (fino a margini del "Piano" argilloso), e della "Civitas" medioevale fortificata, operata tra XVII e XVIII secolo, a dare la definitiva " forma urbís" alla città antica.
L'operazione verrà condotta in gran parte dalle Organizzazioni Religiose, allora assai ricche, della città, con la realizzazione di una serie di architetture conventuali (di matrice barocco/salentina), che chiudono, come quinte scenografiche, gli invasi urbanizzati dei due Sassi, dialogando comunque, con una serie di triangolazioni visive, con il fulcro centrale della Chiesa Cattedrale, ed avendo come fondale l'aspro scenario delle Murge.
Una operazione di urbanistica barocca che allinea una particolarissima città, quale Matera, alle analoghe trasformazioni allora operate in moltissime città europee: sono probabilmente proprio i forti contrasti tra gli elaborati fondali architettonici barocchi, le articolate volumetrie residenziali, ed il sostrato semi-naturale dell'habitat rupestre, la quintessenza della "qualità" urbana della città.
Una visione efficace di tali triangolazioni (6° tappa del nostro itinerario) può aversi dal piazzale della Cattedrale (fulcro visivo della composizione), dal quale si può percepire il Barisano chiuso ad Ovest dall'ampio fondale del Convento dell'Annunziata (XVIII sec.), ed a Nord dalla Chiesa e Convento di S. Agostino (XVI-XVIII sec.); per il Caveoso occorre invece risalire il Mont'Errone (S. Maria de Idris), dal quale è possibile percepire (con qualche difficoltà per le massicce edificazioni realizzate negli ultimi due secoli) l'asse-fondale settecentesco articolato a partire dal palazzo del Seminario (XVII sec.), la Chiesa e Convento di S. Chiara, la Chiesa del Purgatorio e quella di S. Francesco d'Assisi (XVIII sec.) la cui facciata, un vero e proprio fuori scala prospettico, sembra realizzata proprio per assolvere tale ruolo scenografico urbano. (7° tappa).
Nel XIX secolo le condizioni socio-economiche ed urbanistiche della città degraderanno rapidamente, fino a conoscere un dolorosissimo fenomeno di "trogloditismo di ritorno": tutte le infrastrutture rustiche in grotta (cantine, stalle, depositi) della città verranno trasformate in abitazioni, riprendendo massicciamente gli scavi, fino a stipare (nel 1950) circa 16.000 abitanti nei 30 ha dei Sassi urbanizzati, in condizioni di sopravvivenza assai precarie.
Nasce pertanto, essenzialmente nel XIX secolo, quella macrostruttura urbanistica brulicante d'individui tanto suggestiva paesaggisticamente, quanto tragica socialmente, quale si presentò, alla vigilia della 2° Guerra Mondiale, agli occhi di Carlo Levi.
Problema di grandissima rilevanza urbanistica e sociale che solo le Riforme Repubblicane del 2° dopoguerra, e l'impegno della migliore cultura politica ed urbanistica italiana, porteranno a soluzione attraverso il massiccio trasferimento degli abitanti dei Sassi in nuovi borghi e quartieri di architettura moderna: i borghi La Martella, Venusio, i quartieri Lanera, Serra Venerdì Spine Bianche (anche qui una visita è importante.)
Ed i Sassi?
Possiamo tornare ancora una volta a percorrerne stradine, scalinate, terrazze: vedremo un fervore di iniziative di riqualificazione dei tessuti infrastrutturali e delle antiche architetture sopravvissute al degrado ed all'abbandono; una "rivoluzione culturale", inconcepibile fino a pochi anni addietro, li sta interessando e riportando all'antico splendore: da alcuni anni, sulla scorta di un Concorso Internazionale di Idee, e dell'applicazione delle metodologie europee del recupero dei Centri Storici, si sta realizzando una operazione di rivitalizzazione di una "città morta", forse unica al mondo; una operazione che punta a fare della Matera Antica, e del suo Altipiano Murgico (costituito a "Parco archeologico storico naturale delle Chiese Rupestri del Materano") il luogo privilegiato di un vasto processo di ricostruzione ambientale, fondato su regole di tutela e di sviluppo sostenibile: operazione che, non a caso, ha ottenuto dall'Unione Europea, un altro riconoscimento internazionale, il "Premio Europeo di Pianificazione Urbana" - 1995.
È questa oggi, senza alcun dubbio, la più importante "qualità" che caratterizza la città nella quale ci siamo addentrati: una città che oggi può accogliere i suoi visitatori consegnando appunto ad essi questo messaggio di crescita, di sviluppo nel rispetto della propria identità, della propria storia, del proprio ambiente!



Principale Bibliografia sulla città di Matera
A) TESTI DI STORIA MATERANA:
L. PROTOSPATA, Breve chronicon - 1519, ristampa a cura di M. Padula, Matera 1979;
E. VERRICELLI, Cronaca della Città di Matera nel Regno di Napoli (1595 e 1596), ristampa a cura di M. Moliterni, C. Motta, M. Padula, Matera, 1987;
G. GATTINI, Note storiche sulla città di Matera, Napoli 1882, ristampa a Matera 1970;
R. SARRA, La Civita ed i Sassi di Matera in A.S.C.L. 1939, n. 1;
F. NITTI, Matera, una città del Sud, Roma 1956;
M. MORELLI, Storia di Matera, Matera 1963;
R. GIURA LONGO, Sassi e Secoli, Matera 1966;
R. GIURA LONGO, greve storia della città di Matera, Matera 1981;
M. TAFURI, A. RESTUCCI, Un contributo alla comprensione della vicenda storica dei Sassi, Matera 1974;
A. RESTUCCI, Matera: i Sassi, Torino 1991;
L. ROTA, M. TOMMASELLI, F. CONESE, Matera, storia di una città, Matera 1991;

B) TESTI SU TEMI PARTICOLARI RIGUARDANTI LA CITTÀ:

D. RIDOLA, Le origini di Matera, Roma 1906;
SOVRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DELLA BASILICATA, II museo Nazionale Ridola di Matera, Matera 1977;
R. GIURA LONGO, Clero e borghesia nella campagna meridionale, Matera 1967;
M. PADULA, Presenza benedettina a Matera, 1981;
LA SCALETTA, Le Chiese Rupestri di Matera, Roma 1967;
M. S. CALÒ MARIANI, La cattedrale di Matera nel Medioevo e nel Rinascimento, Milano 1978;
AA.VV., Origine ed evoluzione di uno spazio urbano - Piazza San Francesco d'Assisi - Matera, Matera 1986;
L. DE FRAJA, II Convitto Nazionale di Matera, Matera 1923;
M. PADULA, L. ROTA, M. TOMMASELLI, Masserie fortificate del materano, Roma 1987;
M. FABBRI, Matera dal sottosviluppo alla nuova città, Matera 1971;
M. CRESCI, Matera, immagini e documenti, Matera 1975;
Commissione per lo studio della città e dell'agro di Matera, "Saggi introduttivi" di R. Musatti, F. G. Friedmann, G. Isnardi, UNRRA-CASAS, Roma 1956;
T. TENTORI, II sistema di vita della comunità materana, Roma 1956;
L. SACCO, Matera contemporanea, cultura e società, Matera 1982;
R. MAZZARONE, Ricerche sui rapporti tra condizioni di vita e salute: le caratteristiche di una
popolazione del Mezzogiorno ed il suo habitat, in "L'igiene Moderna" nn. 3-4 1968;
IL POLITECNICO, Rapporto su Matera: una città meridionale tra sviluppo e sottosviluppo, Matera 1971;
A. MUSACCHIO, La cultura e gli oggetti; per una interpretazione dei Sassi di Matera, Milano 1980;
"Casabella-continuità", n. 231, 1959;
"Storia della città", n. 4, 1978;
"Parametro", nn. 123/124, 1984;
F. DI PEDE (a cura) fascicoli monografici "la Cattedrale" "II Castello Tramontano" "la festa di M. SS. della Bruna" ecc.;
P. LAUREANO, Matera, Giardini di Pietra: i Sassi di Matera e la civiltà mediterranea, Torino 1993.



tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie"

Autore: Testo di Lorenzo Paolo Rota

 

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