TRICARICO - da La
Basilicata nel Mondo - 1924 / 1927
Tricarico, la concessione del mutuo di lire 650.000, per la
sistemazione delle vie dell’abitato e per la costruzione delle fognature
delle principali arterie del paese, è ormai un fatto compiuto. Ne ha data
assicurazione telegrafica al Sindaco S. E. D’Alessio. Tra non guari i lavori
andranno in appalto e si tradurrà in atto ciò che è stato un sogno secolare
di questa cittadinanza.
Nessun elogio sarebbe pari all’opera coraggiosa di questa amministrazione e
del giovane Sindaco avv. Nicola Ferri, il quale svolge con amore e con
lealtà il programma da lui annunziato, quando si presentò al suffragio della
cittadinanza.
•Un altro mutuo di lire 55.000 è stato pure concesso a Tricarico per la
sistemazione delle strade interne del paese. L’interessamento costante ed
affettuoso di S. E. D’Alessio, dell’illustre prefetto comm. Reale e di
questo egregio sindaco Ferri ha dato così, e non poteva non dare, un
risultato superiore ad ogni elogio.
Tricarico — Il cav. Antonio Santoro, già ufficiale del R. Esercito, fratello
di S. E. Giovanni, Procuratore Gerarale e del comm. Gennaro Presidente della
Corte di Appello di Catanzaro è stato nominato podestà di Tricarico.
Nessun cittadino non può, non riconoscere la superiorità morale della figura
di Antonio Santoro, soldato del pensiero fascista, soldato della Patria, il
cui nome il Duca ha voluto includere tra i primi podestà.
Tricarico — Anche quest’anno a corsi di queste scuole elementari che, il
Direttore prof. Giuseppe Uricchio funzionano in moda davvero lusinghiero per
ordine, per disciplina e per profitto, si sono chiusi brillantemente con una
esposizione di lavori eseguiti dallo alunno delle scuole femminili e dagli
alunni del corso popolano. Le autorità ed i numerosi invitati hanno espresso
il vivo inno compiacimento per i magnifici lavori, talvolta piccole opero
d’arte, eseguiti con tanto diligenza, sotto la sapiente guida dei valorosi
insegnanti.
La nuova amministrazione di Tricarico
Tricarico, luglio
L’ 8 corrente ebbero finalmente luogo, in questo Comune, le elezioni
amministrative.
La battaglia, per incarico del locale Fascio, cui si erano stretti in fraterna
solidarietà d’intenti, il Circolo Unione, le Associazioni combattenti,
operai , agricoltori, riuscì vittoriosa su tutta la linea.
Il corpo elettorale, guidato da uno squisito senso di giudizio nella vastità
ed importanza dei molteplici problemi, assillanti da tempo questa vita
cittadina, seppe opporre il suo disprezzo alle basse manovre dello sparuto
gruppo di lestofanti, accecati dall’ambizione e dal tornaconto personale, ed
affermarsi, con votazione plebiscitaria, sulla lista capeggiata dal
simpatico binomio Ferri-Sanseverino, la quale riuscì così a conquistare
tutti i posti dei consiglieri assegnati al Comune.
Tricarico, ha scelto finalmente gli amministratori, di cui, da parecchio,
sentiva vivo il bisogno: e quanti hanno a cuore le sorti del paese e gli
interessi collettivi, trovano nei nomi degli eletti, nella esperimentata
serietà e nella illuminata intelligenza dei signori Ferri, Sanseverino,
Santoro, Monaco, Lorigi acre sicura che la pubblica amministrazione saprà
essere all’altezza delle esigenze moderne e risolvere una buona volta le
annose capitali questioni che, già gravi sotto il Sindacato di Laureano e di
Mazzone, hanno raggiunto il loro punto critico durante i dieci mesi di
amministrazione straordinaria.
a Tricarico, il giorno 7 febbraio, pervenne al cav. Don
Antonio Santoro, distinto gentiluomo, nostro concittadino, una lettera
minatoria, con firma apocrifa, con cui gli s’imponeva di sborsane — pena la
vita — la somma di lire 6000, e gli s’indicava 1’ora e il luogo dove il
danaro doveva essere consegnato, da persona di fiducia. Il cav. Santoro,
che, in circostanze consimili, per innata bontà d’animo non aveva creduto di
svelare il fatto alla giustizia, nauseato questa volta dal rinnovato turpe
tentativo di ricatto, denunziò tutto al maresciallo dei CC. RR. sig. Michele
Pulito, funzionario energico ed avveduto. Il valoroso funzionario predispose
un abile servizio di appostamento, dando ordini precisi ai suoi carabinieri,
vestiti per l’occasione in abito borghese. La sera del 10, infatti, all’ora
indicata — erano le 19 — il latore della busta, che conteneva solo carta da
giornali e un biglietto da lire 5 contrassegnato, si reca al luogo
stabilito.
Il furfante ricattatore, circospetto, gli si avvicina e gli ingiunge di
lasciar per terra la busta, preziosa. Non v’è tempo da perdere, anche perché
il luogo troppo aperto ha varie vie di sfuggita e la preda può scappare. Ad
un fischio lanciato dal Maresciallo, i carabinieri escono dal nascondiglio e
si danno ad inseguire il malandrino, che ha le ali ai piedi e, lesto come
uno scoiattolo, si interna in un vicolo angusto, proprio quando il V.
Brigadiere Franchini, che sta per ghermirlo, cade in malo modo. Il furfante
sparisce. Ma è stato riconosciuto dal latore della busta e dal Maresciallo:
si che, dopo qualche ora e tratto in arresto, e con lui sono arrestati due
altri giovani, che si ritengono suoi complici.
a Tricarico, questa sezione del fascio femminile, che raccoglie la parte più
eletta della cittadinanza, con pensiero veramente gentile — auspice la
distinta segreteria politica signora Elena Scala — volle offrire ai ragazzi
poveri delle scuole i doni della “ Befana ,,. . La festa simpatica si
svolse, nel Cinemateatro “Elena,, messo con tanto garbo a disposizione del
Fascio, dall’impresario signor La Vista. L’intervento di S. E. il Vescovo
Delle Nocche, che disse nobili parole d’occasione, accrebbe solennità alla
bella festa d’amore e di carità. I bambini sapientemente preparati dalle -
signorine insegnanti Giulia Fortunato, Maria Zambrano e Antonietta Buono,
recitarono con grazia e disinvoltura una commediola e un dialogo in versi,
tutto vibrante di patriottismo, composto dal prof. Rev. Don Giuseppe Monaco.
L'amatissimo vegliardo - dalla mente sempre lucida e dal cuore sempre
giovane. Dopo il canto “Giovinezza, intonato da tante voci argentine, il
pubblico scattò in piedi per applaudire alle ideatrici della festa, che
avevano anche largamente contribuito alla raccolta dei doni. E mentre nei
centro del palcoscenico troneggiava il magnifico albero di Natale, dai rami
d’abete intrecciati di ghirlande di fiori, si procedette alla consegna dei
doni, consistenti per la maggior parte in oggetti di vestiario.
Una speciale lode al prof. Uricchio, efficace animatore della festa, sempre
presente, e senza goffe ostentazioni, in ogni manifestazione di carità e di
patriottismo.
Alla gigantesca manifestazione di consenso, che il popolo italiano dà al
Governo Nazionale ed al Duca, idolo di ogni cuore, Tricarico ha concorso
cospicuamente sottoscrivendo in larga misura al Prestito.
Testo tratto da:
"la Basilicata nel Mondo" (1924 - 1927)
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