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Il Maggiore Giuseppe de Bernardi
dalla Basilicata nel Mondo (1924 - 1927)

 

L’ Eroe del  "folle volo", il Maggiore Giuseppe de Bernardi.

Il mondo è colmo del suo nome. Il genio divinatorio di Benito Mussolini lo elesse per conquistare all’ala d’Italia il primato della celerità e della possanza. Ed egli andò alla prova di New York, sicuro del suo maschio ardimento, dopo aver giurato a se stesso, in silenzio, di saper vincere per la sua Patria. La sorte lo aveva messo, come sempre fa con i suoi privilegiati, tra la vittoria e la morte, ed egli si è dimostrato ben degno del suo destino eroico.

La coppa Schneider è nostra, italiana. Nel mondo, non c'è ala più salda, più forte, più celere di quella d’Italia. Giuseppe de Bernardi si e rivelato vero fratello spirituale e carnale di Francesco De Pinedo e di Umberto Nobile, ed oggi non v’è angolo civile del mondo, ove la sua gloria non sia giunta, magnificando sempre più il nome d’Italia.

E la Basilicata segna un altro nome di eroe, nell’albo d’oro dei suoi figli di elezione. Si, la Basilicata. Pochi, forse pochissimi, sono quelli che lo sanno, ma Giuseppe de Bernardi è nato nella nostra Terra, in mezzo ad una chiostra di monti, ben degni di essere covo e rifugio alle aquile, nella gloriosa Venosa, che ha il vanto di aver dato a Roma imperiale il più grande poeta della sua civiltà.

Giuseppe de Bernardi trascorse la sua infanzia in questa classica terra della civiltà romana, ove ogni giorno vengono alla luce, dai disseppellimenti, monumenti di insigne valore storico ed artistico, ed affissandosi alle cime e alle balze dei nostri monti scoscesi, dove sentire quivi i primi fremiti del suo ardimento e crescere il suo animo alla passione delle cose grandi, fino a divenire "l’aquila del Vulture".

La sua gesta non s e ancora compiuta che già appartiene alla storia. E s’infiora già della grazia gentile della leggenda. Egli ha solcato il cielo con la rapidità della saetta. Il suo velivolo, durante la prova del volo, che fu chiamato “folle,, sembrava tutto animato di. lui. Non era più un congegno perfetto di fuoco e di acciaio e di altre materie morte. Ma per entro alle sue più piccole parti, circolava il sangue, fluiva lo spirito dell’Eroe, che si era lanciato con il cuore di Odisseo alla conquista di tutto il cielo.


dalla Basilicata nel Mondo (1924 - 1927)

 

 

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