LATRONICO
STEMMA
"Tre monti con una stella su
ciascuno di essi. Monti color roccia, stella argento, fondo cielo"
(michele lacava)
NOME
"Il radicale è later-eris,
col suffisso di suono e di significato identico al suffisso di full-onica.
Laonde Later-onicum non è altro che il luogo ove si cerne e si pesta
l'argilla del tegolaio, l'officina ove si fabbricano i mattoni.
(G. Racioppi)
PROFILO STORICO
"Latronico, terra Regia in
provincia di Basilicata, compresa nella diocesi di Policastro, lontana dal
mare miglia 36, e 60 incirca da Matera. Vedesi edificata in un monte, ove
respirarsi unaria molto elastica, ed è popolata da circa 3220 individui.
Il territorio dà del frumento,
del vino, e legumi, che sopravanza il bisogno della popolazione. Non vi
mancano i luoghi da pascolo per gli animali, de quali se ne fa qualche
industria. Evvi pure della caccia, e sonovi finalmente delle sorgive di
acque minerali atte alla guarigione di molti mali, segni indubitati di
qualche vulcano.
Questa terra si vuole antica, ma
secondo il mio istituto non voglio affatto asserire delle false, o
immaginarie tradizioni. Se le dà ancora da taluni il nome di Città; ma io
ignoro tal privilegio, e so, che nel 1457 quando Alfonso la tolse dalle mani
di Giovannello di Montemurro, e Andromera sua moglie, che la possedevano, e
la diede per ducati 600 a Cola de Ionata de Noha chiamasi casale seu
castello. E vero che poi avesse potuto avere il privilegio di città; ma
ripeto, che ciò io ignaro affatto.
Fu posseduta dalla famiglia
Sanseverino, ma per ribellione di Girolamo, il Re Ferrante nel 1488 la
conferì al milite Giulio Palmieri. Passò poi a Cammillo Pescara; indi al
principe di Bisignano come suo suffeudo, e da questo alla famiglia Corcione.
Si dice che per essere stata massacrata questa famiglia dal popolo nella
rivoluzione di Massaniello passò alla Ravaschiera. La rivoluzione suddetta
fu nel 1647, ed io ritrovo tassato per questa terra nel 1648 Vincenzo
Corcione. Non è vero, ancora che dalla Ravaschiera fosse passata al Regio
Fisco, poiché nel 1669 vi era padrone Giò Batista de Ponte. GlIgnaziani
lebbero poi in possesso, e divenne Regia nella loro espulsione nel 1767.
La tassa dè fuochi nel 1532 fu di
254, nel 1541 di 357, nel 1561 di 319, nel 1591 di 385 nel 1648 di 280, e
nel 1669 di 57, a cagione della peste del 1656. Qui soggiungo, che le donne
di questa terra vestono di una foggia assai piacevole".(lorenzo
giustiniani-1797)
"...E menzionata in una greca
pergamena del 1063. Allepoca Aragonese si possedeva da Giovannello di
Montemurro, a cui il Re Alfonso togliendola nel 1457, vendè a Nicola Gionata
de Noha. Passò poi ai Sanseverino, indi ai Palmieri ed ai Pescara; ma
ritornata ai Sanseverino, fu nel 1623 ceduta come suffeudo ai Corcioni: da
questi passava nel 1659 ai Ravaschieri; nel 1669 ai De Ponte ed in seguito
ai PP. Gesuiti: alla costoro cacciata finalmente nel 1767 venne annoverata
trai beni allodiali della Corona. Da ciò pretese il titolo di città, ma è
contraddetto dal Giustiniani.
Circoscr. Civ. ed Eccl.
Ora è Comune di 3144 abitanti e sede di Mandamento nel Circondario di
Lagonegro e Diocesi di Policastro con Chiesa Parrocchiale sotto la cura di
un Parroco, e con tre confraternite e due Monti Frumentari.
Cose notevoli
Vi si rinvengono minerali considerevoli, come il quarzojalinoprismato,
la piritemarziale, il gesso, il talco ecc. Vha il marmo statuario,
calciocarbonatocompatto bianco; ed il cipollino o verde antico. Vi
sgorgono finalmente interessanti acque termominerali.
Uomini Illustri.
Vi ebbero i natali i giuristi Arcieri e Giacoia, il letterato De Luca ed
il Vescovo Marsico". (giuseppe
gattini-1910).
SITUAZIONE
ATTUALE
"L'economia di Latronico è stata
sempre di tipo agricolo-pastorale. Notevole era un tempo l'economia di
origine boschiva, diffuso l'artigianato del legno, della pietra, del ferro,
delle costruzioni.
Oggi, in cui tutti i settori
economici vanno un po' a rilento, la struttura produttiva e le prospettive
di sviluppo sono racchiuse nell'attività termale (il complesso termale e
alberghiero "la Calda" di Latronico è tra i più grandi e moderni
d'Europa, si trova nel cuore verde del comprensorio ecologico termale dei
Pollino-Sirino-Maratea e grazie alla bontà delle acque suìfuree si va
imponendo, tra alterne vicissitudini, tra le località di cura e di vacanza);
nelle risorse naturalistiche e paesaggistiche esistenti sul territorio,
quali: il bosco Malboschetto, il Monte Alpi, il fiume Sinni, il torrente
Peschiera, il Bosco Magnano, la Pineta; nelle emergenze archeologiche
(Grotte preistoriche di Calda e sito Enotrio di Colle dei Greci) nelle
apprezzabili iniziative a livello industriale ed artigianale, quali: la
lavorazione della pietra grigia locale, del ferro, del legno e della
ceramica, la produzione, la lavorazione e la commercializzazione di prodotti
agricoli e alimentari (salumi, formaggi, funghi e prodotti dei sottobosco),
nel rispetto della cultura e delle tradizioni popolari locali e della
genuinità contadina; di manufatti per le costruzioni, che resta uno dei
settori importanti per Latronico.
La valorizzazione delle risorse
locali; l'uso di sistemi informatici per la promozione e la conoscenza del
territorio in tutti i suoi aspetti, lo sviluppo di un sistema integrato
ambiente-agricolo-alimentare, con tutte le attività connesse: artigianato,
commercio, ecoturismo, turismo rurale, religiose (il culto di Sant'Egidio
Abate e il segno
della Manna) e culturale (pesce
fossile, siti archeologici, museo archeologico e museo delle arti, dei
mestieri e della civiltà contadina), il sostegno e la promozione della
Pubblica Amministrazione alle attività in grado di creare lavoro e dare
occupazione stabile: queste potrebbe costituire le linee di una possibile
strategia adatta a far emergere il potenziale vantaggio competitivo del
territorio di Latronico. Essa è una terra che conserva ancora intatta una
virtù sacra e antichissima: l'ospitalità, indice di nobili sentimenti e di
avanzata civiltà"
(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di
Vincenzo Falasca,
Presidente I.R.S.A.B.
<Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata> sede: 85050 Grumento
Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail:
[email protected]
Da visitare:
- Il sito archeologico delle Grotte di Calda
- Le Terme, per ritemprarsi nell'acqua sulfurea
- La zona archeologica "Enotria" di Colle dei Greci
- Il Museo Civico archeologico (sono conservati importanti reperti del
Neolitico e dell'età del Bronzo rinvenuti nelle Grotte e a Colle dei Greci)
- Il Pesce Fossile di Monte Alpi (un istioforide lungo oltre due metri)
- La Chiesa di Sant'Egidio Abate (Patrono del Paese); la Chiesa di
San Nicola del XII° sec.; la Meridiana del XIX° sec.; i centri di Agromonte
Magnano e Agromonte Mileo; il Monte Alpi, il bosco Magnano ecc.