POSSIDENTE - CHIESA DEL SACRO CUORE DI
GESU'
Coloro che viaggiano sulla statale n. 93, appulo-lucana, in direzione di
Potenza, subito dopo lo scalo ferroviario di Castellagopesole, a meno di
un chilometro, s'imbattono, a destra, su di una duplice caratteristica
rampa di scalini in pietra arenaria, in bugnato, annerita per le reazioni
atmosferiche, che immette su di un pianerottolo dove si affaccia una
Cappella: è la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù della parrocchia di
Possidente, una delle cento frazioni del Comune di Avigliano.
I suoi buoni villiggiani, molto attaccati ai sacri riti della loro santa
religione, stanchi di doversi recare a piedi ad Avigliano o a Lagopesole,
per assistere alle sacre funzioni, specie nei giorni "ricordati",
decisero, perdurante il primo conflitto mondiale, di costruirsi una loro
chiesetta.
Dovettero affrontare non pochi sacrifici economici ed anche il dileggio di
alcune borgate viciniori, prima di arrivare alla costruzione definitiva
della Cappella, opera dei maestri Samela di Avigliano.
Siccome, però, il suolo dove venne ubicata era costituito da terreno
riportato e non ritenendo, d'altra parte - anche perché sarebbe risultato
troppo costoso - dover andare con le fondamenta molto in basso, a livello
di strada, la cappella ben presto minacciò di crollare.
Si resero perciò necessarie delle opere di sostegno, effettuate dopo il
1916, che consistettero in due rampe di scala, messe a puntello della
facciata con la costruzione del campanile e in sei contrafforti alle
pareti laterali con sottomurazione alle fondamenta, portate fino a livello
di strada.
La Chiesa, ad un'unica navata, non aveva alcuna pretesa artistica.
Dei cinque altari in muratura esistenti, quello centrale, era dedicato al
Sacro Cuore di Gesù; gli altri quattro, sistemati a due a due lungo le
pareti laterali, divise in due dai contrafforti esterni, che apparivano
anche all'interno, erano rispettivamente dedicati, incominciando da
destra, entrando, a San Pietro e a San Vito; a San Donato e alla Madonna
del Carmine.
Una inferiata in ferro battuto, divideva la unica navata dal piccolo
presbiterio. La facciata era molto tozza e il campanile alquanto basso,
anche se in proporzione ad essa.
Onde evitare conflitti di competenza con l'Arcivescovo di Acerenza che
pretendeva il diritto di giurisdizione sulla Vicaria di Sant'Angelo,
portata come sede alla Cappelluccia, si pensò bene di trasferirne la sede
a Possidente, nella cappella appena costruita, in zona fuori contesa.
Come Vicario, nel 1916, troviamo don Pietro Rosa, uscito dal Capitolo
recettizio di Avigliano per contrasti con il Parroco e che si stabilisce
in campagna, come già aveva fatto don Donato Santarsiero, portandosi a
Lagopesole, cosa nuova, questa, nelle abitudini del clero di Avigliano, il
quale - pur servendo tutte le sue campagne nei giorni festivi - rimaneva
però sempre legato giuridicamente al Capitolo e risiedeva nel centro
parrocchiale.
Nel 1956, con bolla del 1° gennaio, l'antica Vicaria Perpetua, eretta da
Mons. Ignazio Monterisi nel 1905, dietro le insistenze degli abitanti
della zona rurale della parrocchia di Avigliano, residenti nelle borgate
di Possidente, Frusci e Sant'Angelo, fu elevata da Mons. Augusto
Bertazzoni a parrocchia con sede nella Chiesa di Possidente, avendo come
titolare il Sacro Cuore di Gesù, con giurisdizione sulle seguenti
frazioni: Possidente - Bufalaria Sarnelli Casello -Torretta - Canarra -
Canestrelle - Marciello - Masciangelo - Paoladoce Tuoppo - Sant'Angelo -
Badia Sant'Angelo Giardiniera Superiore ed Inferiore - Lazzi e Spilli -
Limitone - Mezzo Miero - Nardella Patacca - Pilonzo, con una popolazione
pari a 2.437 abitanti.
Furono addotte le seguenti motivazioni:
1) la troppa distanza dalla chiesa parrocchiale, le difficoltà e le
asprezze delle vie d'accesso, impedivano ai fedeli la recezione della
grazia dei sacramenti, privandoli quasi del tutto, in fin di vita,
dell'assistenza spirituale;
2) l'incremento registrato nei fedeli di detta Vicaria, non soltanto per
naturale processo, quanto in forza dei lavori portati avanti nella zona
dell'Ente di Sviluppo per la Riforma fondiaria in Puglia e Lucania.
Primo parroco fu il sac. Antonio Verrastro, che già dal 1954 lavorava come
cappellano, pur essendo incardinato al capitolo recettizio della Chiesa di
Avigliano.
Fu lo stesso Ente a costituirne la dote, consistente in lire 420.000 con
cartelle del Prestito Ricostruzione al 15% .
Nel 1958 la Chiesa fu ampliata ed allungata: nella parte superiore furono
ricavati un presbiterio più ampio con altare in marmo e due vani adibiti
rispettivamente a sacrestia e ad Ufficio parrocchiale con servizi annessi,
con entrata all'esterno della Chiesa.
Furono pure demoliti gli altari laterali allo scopo di creare più spazio
nella navata sistemando le relative Statue, due: San Vito e la Madonna del
Carmine, a destra e a sinistra dell'altare maggiore, in nicchie singole e
due: San Pietro e San Donato, su piedistalli ricavati negli angoli dei
primi pilastri laterali.
Nello stesso anno furono anche costruiti, attigui alla Chiesa, altri
locali per l'alloggio del parroco e per le opere di ministero pastorale,
con il contributo dello Stato.
Nel 1959 - con una grande Missione che durò quindici giorni - tre Padri
della POA si incaricarono, di concerto con il parroco, di avvicinare i
fedeli della nuova parrocchia sparsi nel raggio di una diecina di
chilometri in ventidue frazioni, nel tentativo di incominciare un discorso
sull'unità parrocchiale, portato avanti per un certo tempo.
La festa liturgica che cade il venerdì dopo la seconda settimana di
Pentecoste, viene generalmente celebrata, anche con manifestazioni
esterne, la domenica successiva con grande concorso di popolo, a riprova
della religiosità di questa magnifica gente, che - non ostante tutto -
rimane ancora tutt'ora particolarmente legata ai principi e alla pratica
della fede.
Con la costituzione della parrocchia, anche civilmente, la zona ha fatto
registrare un notevole progresso.
E' stata dotata di un Ufficio postale; hanno installati i telefoni
pubblici e privati; ha avuto la stazione ferroviaria; sono sorti molti
negozi, case e botteghe artigianali; é stata istituita una Direzione
Didattica - la terza nell'ambito del Comune - e si avvia ad un ulteriore
sviluppo, anche perché molto vicino passa l'arteria a scorrimento veloce
che ben presto unirà l'autostrada Bari-Napoli all'autosole, tramite la
Basentana.
Perché queste realizzazioni non segnino il passo e perché allo sviluppo
civile ed economico non sia disgiunto anche quello morale e religioso, si
sente impellente la necessità che vi sia sul posto un parroco residenziale
a rendersi conto di persona delle necessità e dei bisogni di tanta gente,
sparsa in così vasto raggio e le dia una mano per risolvere i suoi
problemi alla luce dell'insegnamento della parola di Dio.
Infatti con la morte di don Diodato Pisanti, ultimo parroco residenziale,
la parrocchia é stata affidata ad un sacerdote che vi si reca solo la
domenica per la messa festiva ed in occasione di funerali e di matrimoni:
ben poca cosa, se si tien conto delle legittime attese di quel popolo e
della cura pastorale che una parrocchia oggi richiede.
L'eventuale affidamento della parrocchia ad una congregazione religiosa (i
"Giuseppini"? !) potrebbe soddisfare le attese di quel popolo e... non
solo di esso!
Testo tratto da "Avigliano città di Maria" di
Don A. Verrastro, 1983
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