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Lauria 

Inf. - Chiesa Matrice di S. Giacomo (2)

 

Chiesa 1

    

 

Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari

La chiesa parrocchiale del rione inferiore, in origine, era intitolata a S. Matteo; tra il 1452 ed il 1482, per opera di una contessa spagnola, moglie del feudatario dell'epoca, un Sanseverino, S. Giacomo ne divenne il protettore. La struttura dell'edificio, in passato, era diversa dall'attuale: senza navate laterali e posizionata più in basso con l'ingresso principale su via Cardinale Brancato. Verso la fine del XVI sec. vi è testimonianza della costruzione di una nuova chiesa edificata su quella esistente come è testimoniato dalla presenza di un muro perimetrale e di un altare sito al di sotto dell'attuale pavimento. Agli inizi del 1800 la parte della chiesa che affacciava su piazza S. Giacomo subì un'ulteriore modifica: venne, infatti, realizzata un'ala laterale sulla quale, circa vent'anni, dopo fu aperta una porta. La chiesa di S. Giacomo conserva al suo interno numerose opere d'arte, tra le quali emerge il coro ligneo intagliato, opera di maestranze meridionali. Esso è articolato in due ordini: i banchi e gli stagli separati da braccioli con figure grottesche; nella parte centrale del cartiglio sono scolpite le varie date di costruzione: la parte più antica e preziosa è del 1554, altre del 1679 e 1689. Nelle due nicchie site di fianco al coro sono conservate due sculture in legno databili alla fine del '700 che raffigurano S. Giacomo ed un altro Santo. Vi sono dipinti di vari pittori, quali Pasquale Iannotta, tempere raffiguranti gli evangelisti, e di Mariano Lanziani, la decorazione sulla parete di fondo dell'altare che, illusionisticamente, ingrandisce l'ambiente. Da ricordare, infine, le tele che rappresentano la Via Crucis risalenti al '700. 

CORO LIGNEO : Dietro l'altare maggiore è il pregevole coro ligneo del 1554, opera di maestranze meridionali. E' articolato in due ordini: il primo - i banchi con intagli negli schienali che riproducono strumenti di lavoro e di preghiera e San Bruno in meditazione; il secondo - gli stalli, separati da braccioli con figure grottesche - da cui si levano elementi di separazione scolpiti a giràli, animali, monaci ecc. Negli schienali, in basso, sono intagliati cesti, cartigli, teste d'angelo, in alto, sono scolpite immagini di vari santi (Benedetto, Eugenio II, Giovanni Battista, Bernardo, Roberto Abate), di Gesù, degli Apostoli e dell'Immacolata. Ogni seggio è coperto da un'artistica conchiglia lignea. Nel cartiglio sulla porta centrale sono scolpite le varie date di costruzione: la parte più antica e preziosa è del 1554, le restanti del 1679 e del 1689. 

MADONNA COL BAMBINO: Questa ancona (olio su tela), posta sull'altare sito a fianco del coro nel transetto sinistro, raffigura l'Adorazione della Madonna con in braccio Gesù, da parte di San Francesco e di Sant'Antonio. Impreziosita da una splendida cornice in pietra lavorata, la pala mostra una tela - quadro nel quadro - raffigurante Maria col Bambino, sorretta dagli angeli; tela che sorge dalla campagna lucana e si eleva in cielo, come per incanto. I volti del poverello d'Assisi e del santo di Padova sembrano legati da un sentimento comune, di superiore dignità umana, quel sentimento che in questo recinto sacro trova la sua forma ideale e diventa dimensione spirituale. 


INCORONAZIONE Dl MARIA VERGINE : Questa pala (olio su tela), posta sul terzo altare della navata laterale destra raffigura l'incoronazione della Madonna. Le figure sono collocate nello spazio del quadro in base a criteri di gerarchia dottrinale: la Santissima Trinità - Iddio, Cristo e lo spirito Santo sotto forma di colomba - posa la corona sul capo di Maria, ai piedi della quale sono gli angeli in festa. Anche la luce sembra sottolineare questa gerarchia: promana alle spalle di Maria e la illumina - è la luce di Dio - poi scende ed invade i volti degli angeli. Sono visibili sul dipinto tracce di un restauro che ha riportato alla luce i colori originari, evidenziando un bell'effetto dato dal contrasto di luci ed ombre.

ULTIMA CENA : Sul soffitto della seconda cappella laterale destra è dipinto questo ovale che raffigura l'Ultima Cena, opera di un ignoto pittore meridionale. L'impostazione del dipinto è classica: gli Apostoli, dopo l'annuncio del tradimento fatto da Cristo, sono divisi in due gruppi; Giuda, che ha tradito è isolato ed assorto nel suo pensiero; Giacomo poggia il capo triste sulla spalla di Gesù. Le espressioni dei volti, i gesti degli Apostoli sono il risultato di un concitato chiedersi, consultarsi, solo Cristo è sereno ed il suo gesto assoluto: a testimonianza che, se negli uomini tutto è relativo, per il Signore la verità è chiara, evidente. L'aver riunito, dunque, le figure in gruppi ben evidenzia i moti degli animi espressi con gesti del corpo e dà loro una dimensione monumentale. 

CRISTO INCHIODATO SULLA CROCE : Questo dipinto (olio su tela, 62x76 cm) fa parte della serie di rappresentazioni delle stazioni della Via Crucis, poste lungo la navata centrale della chiesa. Di ottima fattura questi dipinti si caratterizzano per la pregevole impostazione delle scene. E' come se le figure in movimento siano state improvvisamente fermate. Le linee di contorno sono marcate, i gesti volutamente esasperati: è una pittura molto teatrale e scenografica, ogni figura è collocata in un punto preciso dello spazio, laddove può compiere un determinato gesto. Rilevante in questa tela anche la simbologia: tutti gli esecutori del martirio incombono sul Cristo, quasi a voler rappresentare il peso dell'ingiuria da Lui subita. 

Testi tratti dal CD "Lauria: città 10 e lode" - Fotottica Moderna 
a cura di A. Chiacchio e C. D'Alessandro, 2001
Pubblicazione autorizzata

 

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