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POLICORO - mare natura archeologia
Nicola Buccolo

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Gli anni ‘50: la riforma agraria...

Gli anni cinquanta, con la riforma agraria e l’autonomia comunale, rappresentano la svolta epocale che hanno fatto assumere a Policoro, in pochi decenni, l’attuale fisionomia.

“A Pllicore chi ci va, ci more”.

Chi va a Policoro muore. Era questo il detto che circolava nei paesi vicini fino all’inizio degli anni ‘50 quando Policoro era un immenso feudo baronale, paludoso e malarico. Si moriva di malaria, di perniciosa, di disagi, oppure annegati nei guadi infidi del Sinni e dell’Agri.

Malaria, latifondo, isolamento avevano provocato l’immobilismo più completo. Una situazione che si era protratta per diversi secoli, grazie all’organizzazione feudale che la reggeva e che fu possibile sconfiggere, dopo la seconda guerra mondiale, con la ritrovata democrazia e la nuova organizzazione statale, con le lotte contadine sfociate poi nell’occupazione delle terre e con la necessità di creare premesse di pace sociale.

L’intervento di riforma a Policoro interessò 5.625 ettari, espropriati al barone Berlingieri. La grande proprietà latifondista venne suddivisa in piccola proprietà terriera, formando tante piccole aziende, intorno ai 5-6 ettari ciascuna, sulle quali furono insediate le famiglie provenienti da ogni parte della Basilicata, in particolare dalla provincia di Matera, ma anche delle confinanti regioni di Puglia e Calabria.

 

... e l’autonomia comunale

Una serie di fattori concomitanti, la terra divenuta fertile, gli interventi di riforma nel settore agricolo e nelle opere infrastrutturali, richiamò altri lavoratori nelle attività sussidiarie e dei servizi. Decisiva anche la possibilità di insediamento offerta dall’Ente Riforma Fondiaria con la concessione amministrativa di suoli edificatori, sia per la costruzione di abitazioni che per la creazione di attività commerciali ed artigianali.

La popolazione, che all’inizio della riforma era costituita da 861 abitanti, superò i 4.000 nel 1957. Fu proprio in quell’anno che venne promossa la pratica di costituzione in comune autonomo (Policoro, all’epoca, era frazione di Montalbano ionico) per iniziativa di un comitato, presieduto da Nicola Montesano, originario di Rotondella, all’epoca dipendente dell’Ente Riforma. Sarà eletto Sindaco, il primo di Policoro, con le elezioni amministrative del 1960.

 

Policoro come l’Eldorado...

Policoro si trasformò subito in un paese in crescita, continua e inarrestabile nei primi tre decenni, con uno sviluppo demografico eccezionale, determinato anche da una immigrazione massiccia. Era considerato l’Eldorado dagli abitanti dei paesi vicini per le possibilità di lavoro che offriva, grazie alle risorse naturali, agricoltura e turismo, di cui è dotato, integrate da grandi e piccole iniziative imprenditoriali.

Le amministrazioni comunali, che si sono succedute, si sono trovate a gestire una crescita tumultuosa e, pur con qualche inevitabile stortura, sono riuscite a programmare un sviluppo adeguato e contemperare le diverse esigenze di crescita della popolazione.

 

.e poi si fregia del titolo di città

L’intervento dello Stato attraverso la riforma agraria, integrato successivamente dall’autogoverno con l’autonomia comunale, le risorse naturali ed ambientali hanno fatto diventare Policoro una cittadina moderna, in espansione, con una popolazione che cresce sul piano economico, civile, sociale e culturale, dotata di tutti i più importanti uffici pubblici, sede di ospedale e di servizi a livello comprensoriale, che ne fanno la capitale naturale del Metapontino. Da qualche anno Policoro si fregia anche del titolo di città. Il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, con decreto n. 4151 del 15 settembre 1988, ha concesso “al Comune di Policoro, in provincia di Matera, il titolo di Città”, per i suoi trascorsi storici e per la molteplicità di servizi di cui ha saputo dotare il suo territorio.

 

Il mare, bellezza naturale senza paragone

A chi ci vive e ai turisti che qui vengono a trascorre le loro vacanze, che cosa offre Policoro?

Non solo mare, bellezza naturale senza paragone, ma anche archeologia, che tramanda l’arte, la cultura, la civiltà di Siris ed Heraclea, le città della Magna Grecia, che hanno preceduto Policoro su questo stesso territorio.

E poi natura e agricoltura.

Policoro si caratterizza per le forti valenze legate all’attività agricola intensiva e specializzata ed a quella turistica, anche se si è sviluppata in maniera temporalmente e territorialmente discontinua. La discontinuità ha riguardato il turismo, che ora cerca di bruciare le tappe con una riarticolazione dell’offerta turistica e del sistema dei beni culturali ed ambientali, con la soluzione dei problemi di compatibilità tra attività agricole e turistiche ed interventi infrastrutturali.

 

Ma che bella passeggiata a mare!

Da alcuni anni, Policoro si presenta con un litorale “rivoluzionato”, che costituisce una delle maggiori attrattive per i turisti. Sono stati spesi oltre venti miliardi per la splendida passeggiata a mare, ovvero la duna, di circa un chilometro e mezzo, per le piste ciclabili e pedonali all’interno della pineta e per i parcheggi ricavati nella pineta, a poche decine di metri dalla spiaggia.

Siamo in presenza di un vero e proprio polo marino, integrato con quello urbano, che fa di Policoro una città costiera, Il lido centrale è attrezzato per il turismo balneare giornaliero, caratterizzato dalla duna, definita a monte dagli stabilimenti balneari, dai parcheggi, dalle isole pedonali, dalle attrezzature ricettive, dai villaggi residenziali e sul fronte marino da una fascia integra di arenile.

 

In arrivo la “città ecologica”

In destra, il Circolo Velico Lucano offre la possibilità di svolgere e praticare tutte le attività sportive marine; più in là il lido “Idrovora” è caratterizzato da insediamenti per il tempo libero, da dove, camminando lungo la spiaggia, si raggiunge il Bosco Pantano.

In sinistra, al lido “Torre Mozza”, alla foce del fiume Agri, è in corso di realizzazione su una superficie di 339 ettari, in parte ricadenti anche nel confinante territorio del comune di Scanzano ionico, il “Centro Turistico Ecologico Integrato Marinagri”, lanciato turisticamente con il nome fascinoso e accattivante di “città ecologica”.

Il nuovo insediamento è costituito dal porticciolo turistico con capienza di 700 posti barca, tre alberghi, tre villaggi turistici, campo da golf a 18 buche, centro di talassoterapia, centro congressi, laguna attrezzata, strutture sportive, orto botanico, acquario naturale con delfinario, pesca sportiva, attività subacquea, parco ornitologico.

La ricettività complessiva prevista è di 4.028 posti letto, con una occupazione a regime di 800 unità.

 

Policoro ancora protagonista nel Mediterraneo

Con questo intervento, localizzato in posizione baricentrica rispetto all’arco ionico, il Metapontino e, in particolare, Policoro recuperano il ruolo che ebbero nell’antichità con le città di Siris, Heraclea e Metaponto, diventando protagonisti dei flussi di transito e di sosta nel Mediterraneo, legati al turismo, che qui si coniuga con il patrimonio naturalistico e con i beni storico-culturali presenti nella zona.

Il settore turistico, legato tradizionalmente al mare e alla stagione estiva, potrà così scoprire altri interessi che il territorio è in grado di offrire, puntando decisamente, con la varietà dell’offerta programmata e con la qualità del clima, che consente il prolungamento della stagione estiva da aprile a novembre, a quel processo di destagionalizzazione che deve costituire per il turismo metapontino una nuova opportunità di sviluppo.

 

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