Gli anni cinquanta, con la
riforma agraria e l’autonomia comunale, rappresentano la svolta epocale
che hanno fatto assumere a Policoro, in pochi decenni, l’attuale
fisionomia.
“A Pllicore chi ci va,
ci more”.
Chi va a Policoro muore.
Era questo il detto che circolava nei paesi vicini fino all’inizio degli
anni ‘50 quando Policoro era un immenso feudo baronale, paludoso e
malarico. Si moriva di malaria, di perniciosa, di disagi, oppure
annegati nei guadi infidi del Sinni e dell’Agri.
Malaria, latifondo,
isolamento avevano provocato l’immobilismo più completo. Una situazione
che si era protratta per diversi secoli, grazie all’organizzazione
feudale che la reggeva e che fu possibile sconfiggere, dopo la seconda
guerra mondiale, con la ritrovata democrazia e la nuova organizzazione
statale, con le lotte contadine sfociate poi nell’occupazione delle
terre e con la necessità di creare premesse di pace sociale.
L’intervento di riforma a
Policoro interessò 5.625 ettari, espropriati al barone Berlingieri. La
grande proprietà latifondista venne suddivisa in piccola proprietà
terriera, formando tante piccole aziende, intorno ai 5-6 ettari
ciascuna, sulle quali furono insediate le famiglie provenienti da ogni
parte della Basilicata, in particolare dalla provincia di Matera, ma
anche delle confinanti regioni di Puglia e Calabria.
... e l’autonomia
comunale
Una serie di fattori
concomitanti, la terra divenuta fertile, gli interventi di riforma nel
settore agricolo e nelle opere infrastrutturali, richiamò altri
lavoratori nelle attività sussidiarie e dei servizi. Decisiva anche la
possibilità di insediamento offerta dall’Ente Riforma Fondiaria con la
concessione amministrativa di suoli edificatori, sia per la costruzione
di abitazioni che per la creazione di attività commerciali ed
artigianali.
La popolazione, che
all’inizio della riforma era costituita da 861 abitanti, superò i 4.000
nel 1957. Fu proprio in quell’anno che venne promossa la pratica di
costituzione in comune autonomo (Policoro, all’epoca, era frazione di
Montalbano ionico) per iniziativa di un comitato, presieduto da Nicola
Montesano, originario di Rotondella, all’epoca dipendente dell’Ente
Riforma. Sarà eletto Sindaco, il primo di Policoro, con le elezioni
amministrative del 1960.
Policoro come
l’Eldorado...
Policoro si trasformò
subito in un paese in crescita, continua e inarrestabile nei primi tre
decenni, con uno sviluppo demografico eccezionale, determinato anche da
una immigrazione massiccia. Era considerato l’Eldorado dagli
abitanti dei paesi vicini per le possibilità di lavoro che offriva,
grazie alle risorse naturali, agricoltura e turismo, di cui è dotato,
integrate da grandi e piccole iniziative imprenditoriali.
Le amministrazioni
comunali, che si sono succedute, si sono trovate a gestire una crescita
tumultuosa e, pur con qualche inevitabile stortura, sono riuscite a
programmare un sviluppo adeguato e contemperare le diverse esigenze di
crescita della popolazione.
.e poi si fregia del
titolo di città
L’intervento dello Stato
attraverso la riforma agraria, integrato successivamente
dall’autogoverno con l’autonomia comunale, le risorse naturali ed
ambientali hanno fatto diventare Policoro una cittadina moderna, in
espansione, con una popolazione che cresce sul piano economico, civile,
sociale e culturale, dotata di tutti i più importanti uffici pubblici,
sede di ospedale e di servizi a livello comprensoriale, che ne fanno la
capitale naturale del Metapontino. Da qualche anno Policoro si fregia
anche del titolo di città.
Il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, con decreto n.
4151 del 15 settembre 1988, ha concesso “al Comune di Policoro, in
provincia di Matera, il titolo di Città”, per i suoi trascorsi
storici e per la molteplicità di servizi di cui ha saputo dotare il suo
territorio.
Il mare, bellezza
naturale senza paragone
A chi ci vive e ai turisti
che qui vengono a trascorre le loro vacanze, che cosa offre Policoro?
Non solo mare, bellezza
naturale senza paragone, ma anche archeologia, che tramanda l’arte, la
cultura, la civiltà di Siris ed Heraclea, le città della Magna Grecia,
che hanno preceduto Policoro su questo stesso territorio.
E poi natura e agricoltura.
Policoro si caratterizza
per le forti valenze legate all’attività agricola intensiva e
specializzata ed a quella turistica, anche se si è sviluppata in maniera
temporalmente e territorialmente discontinua. La discontinuità ha
riguardato il turismo, che ora cerca di bruciare le tappe con una
riarticolazione dell’offerta turistica e del sistema dei beni culturali
ed ambientali, con la soluzione dei problemi di compatibilità tra
attività agricole e turistiche ed interventi infrastrutturali.
Ma che bella passeggiata
a mare!
Da alcuni anni, Policoro si
presenta con un litorale “rivoluzionato”, che costituisce una delle
maggiori attrattive per i turisti. Sono stati spesi oltre venti miliardi
per la splendida passeggiata a mare, ovvero la duna, di circa un
chilometro e mezzo, per le piste ciclabili e pedonali all’interno della
pineta e per i parcheggi ricavati nella pineta, a poche decine di metri
dalla spiaggia.
Siamo in presenza di un
vero e proprio polo marino, integrato con quello urbano, che fa di
Policoro una città costiera, Il lido centrale è attrezzato per il
turismo balneare giornaliero, caratterizzato dalla duna, definita a
monte dagli stabilimenti balneari, dai parcheggi, dalle isole pedonali,
dalle attrezzature ricettive, dai villaggi residenziali e sul fronte
marino da una fascia integra di arenile.
In arrivo la “città
ecologica”
In destra, il Circolo
Velico Lucano offre la possibilità di svolgere e praticare tutte le
attività sportive marine; più in là il lido “Idrovora” è caratterizzato
da insediamenti per il tempo libero, da dove, camminando lungo la
spiaggia, si raggiunge il Bosco Pantano.
In sinistra, al lido “Torre
Mozza”, alla foce del fiume Agri, è in corso di realizzazione su una
superficie di 339 ettari, in parte ricadenti anche nel confinante
territorio del comune di Scanzano ionico, il “Centro Turistico Ecologico
Integrato Marinagri”, lanciato turisticamente con il nome fascinoso e
accattivante di “città ecologica”.
Il nuovo insediamento è
costituito dal porticciolo turistico con capienza di 700 posti barca,
tre alberghi, tre villaggi turistici, campo da golf a 18 buche, centro
di talassoterapia, centro congressi, laguna attrezzata, strutture
sportive, orto botanico, acquario naturale con delfinario, pesca
sportiva, attività subacquea, parco ornitologico.
La ricettività complessiva
prevista è di 4.028 posti letto, con una occupazione a regime di 800
unità.
Policoro ancora
protagonista nel Mediterraneo
Con questo intervento,
localizzato in posizione baricentrica rispetto all’arco ionico, il
Metapontino e, in particolare, Policoro recuperano il ruolo che ebbero
nell’antichità con le città di Siris, Heraclea e Metaponto, diventando
protagonisti dei flussi di transito e di sosta nel Mediterraneo, legati
al turismo, che qui si coniuga con il patrimonio naturalistico e con i
beni storico-culturali presenti nella zona.
Il
settore turistico, legato tradizionalmente al mare e alla stagione
estiva, potrà così scoprire altri interessi che il territorio è in grado
di offrire, puntando decisamente, con la varietà dell’offerta
programmata e con la qualità del clima, che consente il prolungamento
della stagione estiva da aprile a novembre, a quel processo di
destagionalizzazione che deve costituire per il turismo metapontino una
nuova opportunità di sviluppo.