Cenni Storici
Lungo la strada statale Jonica 106, a circa
50 Km a nord di Sibari, sorge la città di Policoro, nei cui pressi sono
stati riportati alla luce i resti di due antiche civiltà, succedutesi
l’una all’altra: Siris ed Heraclea. La sua posizione, al centro
del golfo di Taranto, in una fertile pianura solcata da due fiumi,
anticamente navigabili (il Sinni e l’Agri), fece di Policoro
un’importante crocevia per i traffici provenienti dall’Oriente che
collegavano i centri ionici, prendendo la via dell’entroterra lucano e
tirrenico. L’antica Siris fu fondata sulle sponde del Sinni (detto nell’
antichità appunto Siri) agli inizi del VII sec. a.C. dai Colofoni
provenienti dall’Asia Minore. Nel VI sec. era già fiorente e minacciava
la vicina Sibari, che la distrusse poco prima di cadere a sua volta
vittima di Crotone. Dall’alleanza di Taranto e Thurii, a breve distanza,
sulle rive dell’Agri, sorse allora Heraclea. La nuova città conobbe un
periodo di notevole splendore e floridezza economica, traendo vantaggio
dalla protezione di Taranto e diventando dopo Crotone, la sede della
lega delle città italiote. Cadde temporaneamente sotto Alessandro il
Molosso, re dell’ Epiro. Presso Heraclea si svolse il primo grande
scontro tra i Romani e Pirro nel 280 a.C. A questo periodo risalgono le
Tavole di Heraclea che contengono testi in lingua greca con riferimento
all’ordinamento costituzionale e pubblico della città. Sul retro la
trascrizione della Lex Julia Municipalis. Passò nel III sec. nell’orbita
di Roma come confederata. Nel 1232 fu punto di riferimento per la
spedizione di Federico II contro i ribelli siciliani. Successivamente
appartenuta ai Gesuiti, fu feudo dei Beumont, dei Monfort ed infine dei
Benedettini di Cava. Unico edificio esistente fino al 1900 è il Castello
Baronale risalente al XIII - XIV sec. d.C. appartenuto ai Gesuiti
divenne centro di un’azienda agricola prima della famiglia Serra e poi
dei Berlingieri, che comprendeva anche il famoso bosco pantano, allora
ricchissimo di selvaggina. Adiacente al Castello la Chiesetta rurale
della Madonna del Ponte con il Bambino del XIII - XIV sec. Gli scavi
archeologici si sono concentrati nell’odierna altura del Castello
Baronale, che corrisponde all’antica acropoli e che ha rivelato resti di
mura e abitazioni nonché numerosi oggetti mobili e ceramiche. Ai piedi
dell’altura un Santuario dedicato a Demetra ha restituito terrecotte
votive che scandiscono le fasi della vita da Siris ad Heraclea. A breve
distanza un altro tempio dedicato a Dionisio e risalente al VII sec.
Infine una vasta necropoli a valle dell’abitato, ha restituito notevole
ceramica databile intorno aI 400 a.C., da attribuire alla fase classica
di Heraclea. Il Museo Nazionale della Siritide, inaugurato nel 1969,
presenta anzitutto testimonianze dell’età arcaica, ma la produzione più
ampia è rappresentata dalle teste e dai busti di Demetra provenienti dal
Santuario del V sec. e da vasi a figure rosse di produzione locale, oggi
fedelmente riprodotte dal maestro ceramista di Policoro Gambarelli
Michele, a testimonianza che la città è centro di notevole pregio
archeologico. Policoro, Comune autonomo dal 1959, dispone di un
modernissimo centro balneare attrezzato su tutto il litorale. Il suo
territorio, prevalentemente agricolo, è caratterizzato da un clima umido
è temperato, ed i terreni fertili consentono la coltivazione di ortaggi
e di tantissime varietà di frutta, tra cui le pregiatissime fragole dal
sapore zuccherino che esportate in tutto il mondo hanno reso famosa
Policoro: La Città delle Fragole.
ZONA MARE - DUNA
ATTREZZATA
Policoro, un tempo Siris ed Herakleia, merita l’appellativo di ”Terra
dei Greci” e le vie del lungomare intitolate a città, luoghi e
personaggi greci vissuti in questo territorio sono un modo di ricordare
questo magnifico “passato”. Riva dei Colofoni è il nome del
litorale di Policoro approdo di greci di stirpe jonica provenienti da
Colofone nel VII sec. a.C. e fondatori della città di Siris. Piazza
Polieion, nome dato dai greci di Colofone al loro primo
insediamento. Via Pirro, re dell’Epiro, nella battaglia di
Herakleia (280 a.C.) affronta e vince i Romani guidati dal console
Levino. Via Alessandro il Molosso, re dell’ Epiro, sbarca in
Magna Grecia per soccorrere Taranto ed Herakleia minacciate dai Lucani.
Via Dazimo, via Aristarco e via Aristione sono
“efori” di Herakleia, come risulta dalle tavole bronzee eracleensi.
Piazza Akiris, è l’antico nome del fiume Agri. Piazza Siris,
è l’antico nome del fiume Sinni e della città di Siris. Via Archia,
poeta greco venuto dall’Asia nel 102 a.C. e divenuto cittadino di
Herakleia probabilmente nel 93 a.C. Via Zeusi, pittore greco nato
ad Herakleia, attivo tra la fine del V e gli inizi del IV sec. a.C. e
ricordato per l’uva dipinta da lui e beccata dagli uccelli. Piazza
Esperia, Piazza Enotria, Piazza Chonia, Piazza
Italia nomi dati alla regione in periodi diversi e tramandati a noi
dalle fonti letterarie. Piazza Demetra, Piazza Atena,
Piazza Dioniso, divinità greche di Herakleia; della prima vi è un
santuario, delle altre due vi sono riferimenti sulle tavole bronzee di
Herakleia. Via Damaso e Via Amiri il Saggio, cittadini
dell’antica Siris, citati dallo storico Erodoto. Via Spintaro,
poeta tragico nato ad Herakleia. (percorso vita direzione sud). Via
Zopiro è fisiognomico di scuola pitagorica di Herakleia. (percorso
direzione vita nord).
Testi tratti da "Pianta della città
di Policoro"
di Protezione Civile di Policoro.