Antica cittadina costruita sul crinale di uno sprone triangolare, a
459 m.s.m., delimitato dal torrente Melfia, sul versante Nord Orientale
del Monte Vulture, sulla via che da Potenza, attraverso Melfi, raggiunge
Venosa; centro agricolo noto per la produzione vinicola e turismo
collegato alla presenza di fonti di acque termali. Roccaforte longobarda,
costruita sulla più antica “Strapellum”, sue notizie si hanno nel 968
sotto il regno di Pandolfo, principe longobardo di Rapolla e di Conza. Nel
988 ospita nel suo Castello l’imperatore Ottone II; nel X secolo il monaco
greco San Vitale, nella sua fuga dalla Sicilia, si ferma a Rapolla e, con
il nipote Elia ed altri compagni, fonda eremi e chiese. Ai monaci
basiliani seguaci di San Vitale sono attribuite le numerose chiese
rupestri della zona: quella dedicata a San Vitale, ipogea sotto l’attuale
chiesa del Crocifisso e quelle di Sant’Elia e Santa Barbara.
Città vescovile degli inizi delI’Xl secolo, viene conquistata dai Normanni
subito dopo Melfi; nel 1127 è saccheggiata dai soldati di Lotario III e,
nel 1183, viene distrutta dai melfitani. Con l’avvento del dominio svevo,
Federico II la rende città demaniale. Nel 1235 alloggia nel castello anche
Bianca Lancia, madre di Manfredi.
Dal perimetro del borgo longobardo al “piano Castello” l’espansione urbana
attorno alla cattedrale di Santa Lucia produce di conseguenza
l’ampliamento della cinta muraria.
Agli inizi del XIII secolo il vescovo Riccardo fa iniziare la costruzione
di una nuova Cattedrale, dedicata all’Assunta, nell’area prospiciente il
Castello; dal 1209 lavorano alla nuova chiesa Mastro Sarolo da Muro Lucano
e Melchiorre da Montalbano.
Nel 1255 si schiera con il Papa contro gli Svevi e, perciò, viene
assediata da Galvano Lancia che, in seguito, ne diviene feudatario.
Con l’avvento degli Angioini, nel 1269, diventa feudo di Antonio de Capris
e, nel 1301, torna città demaniale e lo rimane durante il regno di Sancia,
Giovanna I e Giovanna II fino al 1414, quando diventa feudo di Giovanni
Caracciolo e, nel 1530, viene concessa da Carlo V a Filiberto Chalon,
principe d’Orange. Nel 1632 Rapolla torna alla famiglia Caracciolo che la
tiene fino all’eversione della feudalità.
Nel 1528 anche Rapolla è assediata e saccheggiata dalle truppe del Lautrec,
nella guerra tra Valois ed Asburgo e, di conseguenza, perde il vescovado
che viene annesso alla Diocesi di MeIfi. Quanto rimane del castello
distrutto viene inglobato nel Palazzo Baronale; la ripresa della città è
segnata dalla costruzione dei palazzi Chiaromonte, Ferrante e Radino. Tra
il XVII ed il XVIII secolo è rifatta la Cattedrale e nasce il “borgo di
fronte” che, lungo la strada estramurale tocca le chiese di San Biagio e
di Santa Maria della Stella; intorno alla nuova parrocchiale, che nel 1770
è dedicata all’Annunziata, si hanno importanti interventi edilizi che tra
XVIII e XIX secolo hanno nella ricostruita chiesa di San Biagio uno dei
capisaldi. In località Alberopiano-Masseria Caselli, tra ruderi e resti di
pavimenti musivi viene rinvenuto, nel 1856, il sarcofago del II secolo
d.C. detto di “Rapolla”.
Subisce notevoli danni per i terremoti del 1851 e del 1930.
Cattedrale
Nella forma attuale è frutto di un rifacimento della prima metà del XII
secolo, venne completata nel 1253 dall’architetto-lapicida Melchiorre da
Montalbano. Subì gravi danni per i ripetuti eventi sismici e, nei
restauri, si mantenne il grande portale romanico, i pilastri delle navate
ed alcune strutture secondarie; sulla parete esterna destra della chiesa
sono murati due grandi bassorilievi con “Il peccato originale” e
“L’Annunciazione”, corredati da due lunghe iscrizioni in versi latini
nelle quali sono citati Riccardo, vescovo di Rapolla, e Mastro Sarolo da
Muro Lucano l’architetto-lapicida autore dell’opera datata 1209.
Chiesa di Santa Lucia
All’interno dell’abitato si trova la chiesa che è la prima Cattedrale di
Rapolla; di origine normanna appare impostata su schemi bizantini, con due
cupolette racchiuse esternamente in un parallelepipedo ed abside
semicircolare. La semplice facciata è animata da un portale in pietra con
arco a tutto sesto.
L’interno è a forma rettangolare diviso da pilastri quadrati in tre
navate; quelle laterali sono coperte con volte a crociera, che si
raddoppiano nella seconda e quinta campata. Le volte della navata centrale
e le crociere sono del tipo a botte. All’innesto tra navata centrale e
seconda e quinta campata si inseriscono le piccole cupole, a pianta
ellittica, con l’asse maggiore trasversale.
Chiesa del Crocifisso
Si trova sulla Statale per Lavello sotto la scarpata della strada, quasi
interamente scavata nel tufo vulcanico, di origine basiliana, divenuta
successivamente benedettina. Contiene importanti affreschi del XIV secolo,
con “Cristo in Trono” ed una “Madonna con San Benedetto, Roberto d’Angiò e
Sancia d’Aragona”. Nei dintorni di Rapolla si trovano alcune piccole
chiese di origine basiliana; la più interessante è la Cappella di Santa
Barbara che ha una volta ad imitazione cupola.