San Fele, il
paese è posto a oltre 800 metri sul livello del mare nell’alto bacino
del fiume Ofanto.
Le sue origini risalgono al 960 d.C. e fu, più che centro abitato,
castello fortezza fatto costruire da Ottone I di Sassonia dopo la
battaglia di Bovino.
Il castello, costruito su un’altura rocciosa a 960 metri sul mare e di cui
oggi restano solo pochi ruderi, dominava la sottostante valle di
Vitalba, solcata dai torrenti Bradano, Luparo, Vonghia, Arvivo ha di
fronte il massiccio del Vulture a nord e il castello di Lagopesole ad
oriente.
Sotto il dominio angioino il nome dell’abitato venne contratto in San Felì
e con gli Aragonesi si trasformò in San Fele, nome in uso ancora oggi.
Il Castello-fortezza di San Fele, posto in posizione quasi inaccessibile
sull’Appennino lucano, divenne presto orrida prigione dove vennero
richiusi Enrico di Baviera ad opera di Ottone Il, poi Enrico figlio di
Federico II e, nel 1382, Ottone di Brunswich, quarto marito di Giovanna
I.
Venne letteralmente distrutto nel 1435 dal Cardora. Durante il
periodo feudale passò a diversi signori, seguendo le vicende dei vari
centri abitati della Valle di Vitalba.
Nel 1613 venne acquistato dai Doria, Signori di Melfi, che lo tennero fino
al secolo scorso.
A San Fele è nato, il 9 ottobre 1800, Giustino De Jacobis, missionario in
Africa che venne prima beatificato da Pio XII il 25 giugno 1939 e poi
annoverato nel catalogo dei Santi il 26 ottobre 1975 da Paolo VI.
La sua festa si celebra il 30 luglio.