Posizione geografica
Tramutola sorge, in una zona
semi-pianeggiante, a 650 metri s.l.m. Confina a nord con Paterno, a
nord-ovest con Marsicovetere, a sud-est con Grumento Nova. Vi si accede
tramite la S.S. n. 598 fondovalle dell'Agri e la S.S. n. 276 dell'Alto Agri
. Si estende per una superficie di 36.48 kmq.
Etimologia del nome
Per il Racioppi dal tardo lat. Terra
motola, ossia “Terra imbevuta d’acqua”. Difatti l’italiano mota è
fanghiglia. Tale etimologia può ritenersi fondata se si tien conto che il
primitivo Pagus, fondato dai Grumentini profughi, fu in località Tramutola
Vecchia, detta oggi Acqua Tramutola o Acquara.
Dati demografici
Il più antico
(Cedolario del 1277): fuochi n°25 (ab. 150)
Cenni storici
Pare che intorno al X sec. a.C. il
territorio di Tramutola fosse già abitato da un popolo preellenico, i
Pelasgi, il quale si era insediato su un’altura, vicina all’attuale centro
abitato, I Castelli. Restano ancora tracce del muro di fortificazione
da esso costruito.
Si hanno testimonianze archeologiche (resti
di fornaci) che attestano l’esistenza, intorno alla fine del IV sec. e
l’inizio del III, in contrada Costarelle, di un insediamento di
popolazione indigena.
In località Sole la Chiesa sono stati
rinvenuti resti di una villa di epoca romana.
Allorquando Grumentum fu distrutta dai
Saraceni, profughi grumentini, come attesta il Ramaglia, si rifugiarono in
località Tramutola Vecchia, detta Santa Palomba,
fondando ivi un Pago.
Forse, prima ancora delle invasioni
saracene, una comunità di Monaci di rito greco si era stanziato in
località S. Stefano, fra Tramutola e Saponara. Il perdurare degli attacchi
saraceni convinse questi monaci a spostarsi in località S. Pietro, ove
edificarono una chiesa. Intorno ad essa sorse un casale dipendente dalla
giurisdizione dei Conti di Marsico.
Nel 1144 il Vescovo di Marsico Giovanni III
assegnò a Falcone, Abate del monastero benedettino di Cava dei Tirreni, la
chiesa di San Pietro.
Il Conte Silvestro di Marsico, con un
privilegio del 1154 (ritenuto falso) concesse all’Abbazia di Cava la
giurisdizione feudale sul casale di Tramutola.
Esso seguì per quattro secoli le alterne
vicende della Contea di Marsico, passando dai Guarna ai Sanseverino, ai
Filangieri e di nuovo ai Sanseverino, sino al 1552, anno in cui cadde in
dominio regio.
Dopo circa un secolo di schermaglie
giuridiche tra l’Università (antico Comune) e l’Abate di Cava, nel 1621
quest’ultimo si vide riconosciuta la Giurisdizione civile e nel 1633 quella
criminale.
Da questa data sino al 1806, anno
dell’abolizione della Feudalità, Tramutola continuò ad essere Feudo
ecclesiastico.
Partecipò attivamente, con Domenico Marotta
ed altri alla Rivoluzione Napoletana del 1799 e nel 1806 fu in prima linea,
con Felice Viggiani, nei moti antifrancesi.
Centro di
cospirazione carbonara e mazziniana durante il periodo risorgimentale,
guidato dai fratelli Luigi ed Antonio Giorgio Marrano, fu il primo Comune,
dopo l’arrivo di Garibaldi in Basilicata, a ribellarsi ai Borboni e a
costituire un Governo provvisorio il 14 Agosto 1860.
Il sisma del
1857 fece 177 vittime fra i 4538 residenti e numerose rovine.
Il fenomeno della prima ondata migratoria
portò via dal Comune non meno di 1500 unità. Intorno al 1930 e 1950 il
Comune registrò una relativa ripresa economica per i lavori di ricerca del
petrolio effettuata dall’Agip.
Itinerario nel centro
antico
Dopo aver imboccato la strada comunale della
Scaletta, e risalendo, verso sinistra, per via Manzoni, si giunge alla prima
tappa del nostro itinerario, l'antico Lavatoio comunale, sito in
località "Capo d'Acqua". Costruito in pietra nel XVII sec., riporta stemmi e
arredi architettonici vari.
Poco più sopra, in località via
del Colle, si erge la Chiesa di S. Lucia, del XVII sec. .
Lungo via Vittorio Emanuele si
può ammirare la struttura del Palazzo Terzella, costruito sempre nel
XVII sec.. Da segnalare il bel portale in pietra decorato da cornici.
Prendendo per via Menotti, si
giunge al sito della Chiesa di S. Gerardo, e poco più avanti alla
Chiesetta di S. Michele, risalente al XVII sec.
Alla fine
della discesa, giunti in via Cavour si incontrano a destra la Chiesa di
S. Matteo del XIX sec. e a sinistra i due Palazzi Rautis.
Il primo del
XVII sec. presenta un cortile interno con porticato e un salone con pareti
affrescate. Il secondo, invece, è una struttura più antica risalente
al XIII sec.
Da via Poggio Ridente, dove
seminascosta in un vicolo si erge la Chiesa di S. Domenico del XII
sec., ci si immette in piazza Plebiscito, fulcro della vita del paese.
A pochi passi, lungo la strada,
è sita la Chiesa di S. Vito del XVIII sec.
Per via Garibaldi e via Cirillo
si giunge nella seconda piazza del paese, dedicata a Domenico Guerini, nelle
cui vicinanze si elevano la Chiesa della Madonna del Rito e
Palazzo Guarino.
Dopo una lunga discesa si
giunge in via Chiesa dove si erge il Palazzo Badiale, oggi casa Fiatarone.
Costruita nel XVII secolo, conserva un loggiato con interessanti elementi
decorativi. In adiacenza ad essa vi è la Parrocchiale della SS. Trinità.
Completamente rifatta agli inizi del 1700, nulla conserva del primitivo
impianto romanico del 1166. Presenta tre navate ed in quella di destra vi è
un polittico del 1569 di Antonio Stabile, raffigurante la Deposizione
con San Cataldo, San Giovanni e la Pentecoste.
Di fronte vi è la Chiesa del
Rosario, costruita nel 1576. Di notevole pregio il portone ligneo a
formelle scolpite del maestro di Laurenzana Linardo Laraia del 1671. Dello
stesso artista la maestosa ancona lignea dorata di scuola barocca.
Da largo Chiesa Madre,
attraverso via Calangone, si giunge alla strada comunale Tramutola-
Moliterno.
Escursioni
consigliate.
Monticello (mt 1013 s.l.m)
(S.P. n° 276 - km 8.00)
Collina calcarea isolata
ricoperta da rimboschimenti di conifere. Sulla sua sommità è collocata una
Croce, meta dei fedeli tramutolesi che vi si recano la quarta Domenica di
Aprile.