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Guerrieri Gaetano


           
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C’era una volta il libro

Secolo CinquantaSettesimo.
Quattordicesima Cometa della Galassia Esplorata Hawen.
Abitacolo Intergalattico Waren III°.
Bibliotecario Hampery.
Custode del Sapere degli Uomini del Secolo XX e successivi.
Rapporto Settimanale.
Inizio Trasmissione.

Tantissimi secoli fa gli uomini, razza estintasi a causa dell’eccessivo desiderio di dominare la stessa specie e la natura, per trasmettersi le notizie e le informazioni utilizzavano due antiche e alquanto limitate forme di comunicazione, allora conosciute come parlare e scrivere.
Il parlare era un sistema attraverso il quale, mediante l’uso della parola, gli uomini emettevano attraverso la voce, suoni articolati e musicalmente arretrati e limitati, per manifestare i propri pensieri e i propri sentimenti.
Scrivere era, invece, una tecnica a quel tempo ritenuta sufficientemente sofisticata ed efficace, attraverso la quale mediante l’utilizzo di carta e geroglifici, essi trasferivano e raccoglievano suoni e idee.
Questi due primitivi e approssimati linguaggi furono superati e, successivamente definitivamente abbandonati, nel trentesimo secolo con la scoperta e il conseguente perfezionamento della comunicazione mentale (una nuova tecnica che, dopo anni di sperimentazioni, oggi consente non solo di comunicare a qualsiasi distanza ma anche di conservare nella memoria ogni notizia pervenuta e inviata.
In quel tempo lontano gli uomini e le donne, privi delle conoscenze e dei sistemi di comunicazione e di archiviazione attuali, utilizzavano altri strumenti per conservare e ricordare la scienza.
Allora esistevano i libri, i quaderni, le penne e le case editrici, le librerie e le biblioteche.
I libri erano un insieme di fogli contenenti un testo, per lo più stampato, uniti in volume con una cucitura e con una copertina. Avevano diverse dimensioni e colori, erano editi da organizzazioni chiamate case editrici e venduti in luoghi chiamate librerie. Suddivisi per categorie e per argomento erano poi raccolti in posti chiamati biblioteche.
Ci fu un tempo nel quale i libri, le librerie e le biblioteche erano luoghi importanti nella vita degli uomini.
Nei libri, difatti, c’era tutto il loro sapere, tutte le conoscenze e tutta la vita di quegli uomini ancora in balia di se stessi e dei loro esuberanti bisogni.
Quegli esseri che non avevano ancora imparato a controllare le proprie emozioni e non erano in grado di percepire l’essenza d’ogni cosa erano spesso contagiati da sensazioni primitive al punto di subire ogni nefasta emozione. Tra quelle superate e stupide emozioni quelle più ricorrenti erano l’amore e l’odio. Sentimenti che giudicavano contrastanti ma che riuscivano anche a far vivere contemporaneamente senza rendersene perfettamente conto.
I libri raccontavano la storia degli uomini, le conoscenze scientifiche, geografiche, tecniche e culturali. Conoscenze limitate e forvianti che erano descritte, raccolte e custodite in volumi.
Quest’abitacolo intergalattico, nato all’inizio del trentesimo secolo, costruito proprio da quegli uomini e in seguito potenziato dalle nuove generazioni per resistere al tempo, conserva la memoria di tutti i libri e di tutte le conoscenze e le passioni in loro immortalati da sempre.
Waren III° rappresenta l’unica biblioteca attuale di ogni risorsa umana ancora esistente nelle galassie.
Memoria che riporta all’epoca delle barbarie; epoca durante la quale furono distrutti tutti i libri che avevano resistito all’usura del tempo.
Compito dell’Abitacolo Intergalattico testimoniare l’esistenza dei libri e conservare la memoria di quel mondo scomparso per sempre.
Io, bibliotecario Hampery, sono il possessore e il custode di tutti i libri scritti dagli uomini. Nella mia memoria sono indelebilmente conservati i libri scientifici, economici, tecnici, storici, politici e anche tutti i romanzi, le commedie e ogni altro libro scritto. Io sono il possessore di quelle pagine che raccontano conquiste, conoscenze e storie, fantastiche o quotidiane, e che un tempo riuscivano a trasmettere conoscenze, pensieri ed emozioni.
Alcuni di quei libri contenevano poesie, l’arte di rappresentare fatti, immagini, sentimenti e stati d’animo con parole disposte secondo un determinato ritmo propria dei poeti, artisti che, per felice predisposizione d’ingegno, mossi da forti passioni e da fervida fantasia, manifestavano i loro pensieri e i loro sentimenti in forme vive e armoniose.
Anche di questi io conservo memoria.
La leggenda racconta che in quel mondo di carta stampata si trovano tutte le speranze, le emozioni, le conoscenze, le realtà e le illusioni di tutta la loro vita.
I Libri furono anche dei buoni compagni con i quali gli uomini trascorrevano il tempo nelle sere di pioggia.
Di certo i libri di poesia rappresentarono il contatto più diretto e profondo con qualcosa di misterioso e interiore che chiamavano anima.
Attraverso le poesie questi esseri esprimevano le angosce, le gioie, le ansie, le speranze e ogni altra sensazione che il loro primitivo e debole corpo riusciva a sentire o a percepire e che non poteva essere collegato direttamente al fisico o al corpo.
In molti libri viene raccontato della coscienza, dell’anima e di altri parti non fisiche di quell’uomo che preda della malattia e della morte aveva inventato il suo creatore e società, culture e barriere.
Fra tutte le cose inventate da quell’uomo i libri furono ritenute non pericolose e da salvare.
Ma la fine dei libri e di quel modo di comunicare iniziò molto prima dell’avvento della comunicazione mnemonica.
Nell’anno cinquantaquattro del primo millennio fu inventato il televisore, un antiquato apparecchio adatto a ricevere e a riprodurre i suoni, mediante l’audio, e le immagini, attraverso il video, dei programmi diffusi da un sistema di comunicazione.
Con la creazione della televisione gli uomini iniziarono a leggere meno. I libri diventarono ben presto una specie di status simbolo da mettere in bell’evidenza nelle librerie casalinghe quasi a simboleggiare la cultura.
La gente col passare degli anni guardò sempre più televisione e lesse meno libri sino ad assuefarsi perfettamente allo schermo che distribuì, in luogo dei libri, le conoscenze, le culture, i sentimenti e le emozioni.
Accadde anche che gli uomini che all’epoca detenevano il potere e le sorti dell’intero pianeta terra, l’unico sino allora conosciuto come abitato, compresero di avere un nuovo mezzo e l’utilizzarono per mantenere ed ampliare il loro potere sino ad eliminare completamente ogni resistenza.
Con la nascita dei personal computer e di Internet gli uomini uscirono ancora meno e in breve la loro vita divenne completamente virtuale.
Il pc molto presto diventò il mezzo attraverso il quale l’uomo svolse ogni sua azione e ogni sua attività.
L’inquinamento dell’aria, il caos del traffico e la perdita di ogni valore umano convinse l’uomo che la strada che aveva intrapreso era non solo la più ragionevole ma anche quella che rendeva la sua vita più comoda e funzionale. Iniziò a eliminare ogni luogo pubblico e trasferì tutti i suoi interessi a casa, al suo personal computer attraverso il quale lavorò, acquistò ogni bene, viaggiò, comunicò, s’innamorò, fece l’amore e si sposò finanche.
Un mondo virtuale invece che materiale e questo fu l’inizio della fine del genere umano che smise di riprodursi e tentò di realizzare l’illusione della vita oltre la morte.
Residui significativi di quella cultura e di quella civiltà barbarica sono tutt’oggi custoditi nel sito virtuale della Biblioteca di questo Abitacolo Intergalattico alla pagina www.scritturafresca.org nella quale sono conservati i testi e le poesie più significative di alcuni autori più rappresentativi di quella cultura e di quella civiltà tra cui il poeta Gaetano Guerrieri, il più rappresentativo di quell’epoca, il primo che intuì la sorte di quella cultura approssimata e deprecabile.

Secolo CinquantaSettesimo.
Quattordicesima Cometa della Galassia Esplorata Hawen.
Abitacolo Intergalattico Waren III°.
Bibliotecario Hampery.
Custode del Sapere degli Uomini del Secolo XX e successivi.
Rapporto Settimanale.
Fine Trasmissione.



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