Rime XI
Scrissi con stile amaro, aspro e dolente
un tempo, come sai, contro Fortuna,
si che null’altra mai sotto la luna
di lei si dolse con voler più ardente.
Or del suo cieco error l’alma si pente,
che in tai doti non scorge gloria alcuna,
e se de’ beni suoi vive digiuna,
spera arricchirsi in Dio chiara e lucente.
Né tempo o morte il bel tesoro eterno,
né predatrice e violenta mano
ce lo torrà davanti ai Re del cielo.
Ivi non nuoce già state né verno,
che non si sente mai caldo né gielo.
Dunque, ogni altro sperar, fratello, é vano.
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