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Il mio amico Rocco Tarocco - 01 - Un pezzo tutto d’un uomo

Io a Rocco Tarocco, giuro e spergiuro “che la vesta non vi coprisse il culo” e “che vi venisse la cacarella” (per due giorni e una notte, almeno per mezza giornata, però proprio in un giorno importante, nel quale avete almeno una cosa che non potete rimandare e proprio in quell’orario) se mento, l’ho conosciuto veramente.
Rocco Tarocco esiste, non solo l’ho conosciuto “pirsonalmente di pirsona” ma gli ho anche parlato. Se non l’avessi fatto, anch’io come voi, sarei scettico e avrei seri dubbi sulla sua reale esistenza fisica considerandolo solo uno dei tanti cloni di altri autori, più o meno conosciuti, tipo Billy the Kidd, Hair, Don Uorri o Jack Mutter presenti su questo sito letterario e su molti altri.
Rocco Tarocco invece, che ci crediate o no, è una persona vera, in carne e ossa, con tanto di capelli (pochi in verità, in effetti è un poco stempiato e con un accenno di chierica) due braccia (lunghe, pelose e nervose), due mani (pulite, quadrate, con le unghia molto corte e un neo sulla destra), due polpacci e due gambe (dritte, lunghe e robuste, non grasse), due piedi (aveva due scarpe, quindi doveva avere due piedi), due occhi (verdi, azzurri…Beh, uno verde e uno azzurro, comunque chiari).
Fisicamente Rocco Tarocco rassomiglia un poco ad Arnold Swarzenegger (però senza i muscoli gonfiati), un pochino a Hulk Kogan (però molto più basso e con i baffi più corti) e un poco a Picchio De Sisti di adesso (un poco invecchiato, pochissima “panzetta”, però in forma).
Rocco Tarocco di faccia rassomiglia a Robert De Niro (però senza neo) con qualche tratto di Pippo Franco (però col naso meno lungo) e la fronte di Cristofer Lambert (però senza l’occhio strabico).
Di carattere è simpatico e fa ridere come Lino Banfi (però senza l’accento pugliese) è gentile come Pippo Baudo (però senza parrucchino), educato come Emilio Fede (però senza l’antipatica e abominevole sudditanza verso Berlusconi) e preparato come Piero Angela (però senza il figlio antipatico).
Quando parla di politica, Rocco Tarocco, sembra Flavia Vento (però senza zinne e con qualche idea meno confusa), se fa dei lunghi discorsi sembra Tonino DiPietro (però con meno congiuntivi e condizionali sbagliati) e quando parla di calcio è tale e quale a Aldo Biscardi (però senza capelli al fulmicotone e gli ospiti in trasmissione).
Rocco Tarocco, per chi non l’avesse mai conosciuto o non ne avesse mai sentito parlare (cosa, tra l’altro, molto probabile, verosimile, o credibile) è quello che all’inizio, quando si è registrato come autore su questo sito scriveva poesie in rima non rimata che faceva cag…., andare in bagno insomma e che, per leggerlo, oltre che una grande pazienza e tantissima buona volontà occorreva ritornare indietro con gli anni, per lo meno all’elementari, tra la seconda e la quarta, all’incirca alla terza, però con qualche bocciatura e almeno una materia a settembre.
Rocco Tarocco è quello che poi, qualche tempo dopo, sembrava copiare le poesie da Flavio Oreglio, però con molta meno capacità e, sopra tutto, meno ironia.
Rocco è quello che oggi, ahimè e ahinoi (se volete anche Aivanoe), ha cambiato completamente genere iniziando a scrivere poesie ermetiche, ma talmente ermetiche, ma talmente ermetiche che non le capisce nessuno. Non le capisce nessuno non perché siamo tutti quanti deficienti, le poesie di Rocco Tarocco non si capiscono perché non si possono e non si devono capire, sono talmente complesse, complicate ed ermetiche che non si capiscono e basta. Infatti lui stesso, durante il nostro breve ma intenso colloquio, mi ha confessato che neanche lui che le scrive, quando poi le legge riesce a capirle.
Per leggere le poesie di Rocco Tarocco bisogna avere in dotazione il traduttore simultaneo Bechello però quello dei bambini, tipo il sapientino, ché il suo linguaggio è un misto tra uno elementare e dei ghirigori numerici, sempre multipli di tre, qualche volta anche di cinque, mai di quattro, invero dei numeri pari.
Rocco Tarocco più che un poeta è un simpatico mattacchione che confonde la poesia con le parole crociate e l’arte con l’enigmistica (o nigmistica come lui la definisce).
Più che poesie i suoi lavori, infatti, rassomigliano a dei rebus, con la differenza che questi alla fine si possono risolvere. Per risolvere e capire gli scritti di Rocco Tarocco, invece, bisogna avere un sacco di culo, oltre che essere un pochino fuori di testa.
Ma ritorniamo a parlare dei tratti fisici di Rocco Tarocco che, a mio parere, sono quelli che rimangono più impressi dopo aver letto tutte le sue poesie e averlo ascoltato parlare di calcio, di donne, di politica e di tutto il resto.
Rocco è altissimo, più che altro è imponente, infatti è alto tra un metro e settanta e un metro e novanta, un metro e ottanta giusto giusto, senza tacchi, non è né magro né grasso, forse un poco robusto ma non troppo, insomma Rocco Tarocco è un bel tipo, più che altro uno normale, forse un pochino particolare però che non si nota se non lo si incontra e non gli si parla.
A vederlo da vicino si direbbe che ha più di quaranta e meno di cinquant’anni, all’incirca quarantacinque, però quando parla si capisce che non ne può avere più di sedici, al massimo diciotto. Rocco è una persona normale insomma, cioè, per così dire, come tante altre solo con particolarissimo, e stranissimo, sorriso (tra l’ironico e il demenziale, una specie di maschera che quando guarda mette in difficoltà chiunque gli sta di fronte, e di lato, per il semplice fatto di guardarti).
Di Rocco Tarocco mi ha colpito (tutto il resto mi ha solo sfiorato) la sua tenace e singolare voglia di parlare utilizzando frasi compiute e comprensibili, più che altro parole dette alla rinfusa, scomponibili, intercambiabili e accoppiabili, senza dubbio colte (nel senso di estirpate dopo averle coltivate, una vera e propria coltivazione al pari di altre, commestibili crude, o dopo cottura).
A me Rocco Tarocco è sembrato un predicatore nato, uno che sa stare benissimo tra la gente, uno che come mestiere dovrebbe fare il trascinatore della folla, anche il politico, però di opposizione. Infatti riesce a parlare per ore senza sputare, a volte anche senza bere ma mai senza fumare. A parte questo piccolo difetto, è una persona a modo, tutto sommato e anche sottratto, moltiplicato, diviso, elevato all’ennesima potenza e messo sotto radice quadrata, cubica o come volete, o preferite.


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