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Il bianco delle stelle

TITOLO: Il bianco delle stelle
GENERE: Narrativo
ANNO: 2010
NOTE: Questo racconto ha vinto il secondo posto del concorso tenutosi nel 2010 a "Sasso Di Castalda"

Sembrava che io non mi sarei mai abituato a quella piccola casetta ma,invece,poco dopo,cambiai idea.
Abitavo in un palazzo elegante e carino situato a Roma in Piazza Di Spagna quando una mattina d’estate,la mia mamma,mi svegliò prima perché doveva dirmi qualcosa d’importante :-Perché mi hai svegliato così presto? Non sono ancora le nove,volevo dormire!-dissi io e mia e la mamma mi rispose :-sai che papà sta cambiano lavoro? Allora dobbiamo tutti trasferirci in una casetta piccola ma bella.-A quel punto non potete neanche immaginare che cosa successe,lanciai un urlo così forte che forse gl’inquilini del palazzo di fronte l’avranno anche sentito.Io non vorrei lasciare lì tutti i miei amici,ero troppo affezionato a loro! E poi ero sicuro che non mi sarei trovato bene in quella casa.
Passarono pochi giorni e,pur avendo cercato di convincere i miei genitori a rimanere,mi trasferii lì.Infilai la chiave dentro la serratura e tirai la porta verso di me fino a spalancarla. Ad un tratto mi ritrovai dinanzi ad un divano ed un tavolo di legno. Ero troppo nervoso e non riuscivo a capire il lato positivo della situazione,pensa che non mi accori nemmeno della distesa d’erba che calpestavo con i miei piedi!La casa sembrava accogliente ma rimanevo dell’idea che non avrei potuto lasciare per sempre la mia amata Piazza Di Spagna.Andai subito in camera mia,che si trovava al secondo piano della casa e poi mi buttai sul letto esausto del viaggio. Rimasi l’ fino a notte tarda, sdraiato sul letto.D’improvviso mi venne voglia di uscire un po’ fuori ad osservare le stelle che illuminavano il cielo
Mi sdraiai per terra e mi accorsi di quanto era morbida l’erba e poi rimasi lì ad osservare le stelle.Erano bellissime,sembravano tanti piccoli puntini illuminati messi l’uno di fianco all’altro.Mi rialzai,molto assonnato,e poi,dalla finestra della mia cameretta,mi soffermai a guardare la distesa d’erba che ricopriva l’intera campagna: c’erano tantissimi fiori tra cui margherite e rose e riuscivo a vedere questo grazie alla luce di una lampada che era appesa ad un muro al di fuori del muro. Poi c’era il vento che mi scompigliava i capelli.
Chiusi la finestra e mi misi a dormire.
Dopo tutto non era così brutto vivere in quella casetta coma avevo pensato.


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