Le cascate di Tivoli
TITOLO: Le cascate di Tivoli
GENERE: Narrativo
ANNO: 2012
Quand’ero piccolo,di avventure ne ho vissute tante. Una sola cosa avevano tutte in comune:prima di
viverla ero sempre entusiasmato. La maggior parte delle volte erano avventure indimenticabili,
avventure che ricordo tuttora nei minimi dettagli. Altre,invece,con il mio totale scontento,si
rivelavano noiose o simili ad altre gia vissute.
Se sto scrivendo questo racconto è perché voglio raccontare una delle avventure migliori che io
abbia mai vissuto.
Io da ragazzo cambiavo spesso e volentieri dimora e città,a causa del lavoro di mio padre,e questo
mi permetteva di conoscere posti nuovi. Non riuscendo a stringere amicizie salde,dato che non
avevo tempo per coltivarle,rimanevo solo ed iniziavo ad amare la natura sempre di più. Ero un
ottimo esploratore,sapevo i posti su cui valeva la pena soffermarsi e quelli nei quali era totalmente
inutile perdere tempo.
All’età di tredici anni,per circa cinque mesi,mi trovai a vivere a Tivoli;dalla finestra della mia
stanza riuscivo ad intravedere alcune campagne. All’inizio si poteva vedere molto ma man mano
che cercavo di vedere oltre,gl’alti alberi non me lo permettevano. La gente del posto diceva che
oltre gli alberi si estendeva una distesa d’erba verde e alla fine della distesa si aveva piena vista
s’una cascata. Io non avevo mai visto una cascata.
Senza pensarci molto decisi che il 13 Maggio sarei andato a dargli un’occhiata.
Arrivato il gran giorno preparai il mio zainetto con dentro panini,acqua e un coltellino:non sapevo
quanto alta poteva essere l’erba ed è risaputo che nell’erba alta ci sono i serpenti,in caso di un
morso avrei dovuto velocemente far fuoriuscire il veleno. Con i miei genitori fui costretto ad
inventare una scusa;cosa dovevo fare? Di certo non mi avrebbero dato il via libera se gli avessi
raccontato la verità.
Finalmente fuori casa! M’infilai nella boscaglia e iniziai a sorpassare i primi alberi. Alcuni avevano
i rami molto bassi e io rapidamente con le mani li allontanavo per passare più semplicemente e
senza rischi. Era stracolmo di alberi,lì e ciò non mi piaceva,mi sembrava di vedere sempre le stesse
cose. Stavo per tornare indietro ma qualcosa mi spinse ad andare avanti. Passati altri alberi trovai la
distesa d’erba di cui tutti parlavano. Era qualcosa di spettacolare,erba ben tagliata con pochi alberi
che sorgevano in alcune parti del prato e tantissimi girasoli. Percorsi correndo la distesa e
d’improvviso fui accecato dalla luce del sole che riflettendo sull’acqua mi finiva diritta negli occhi.
C’era,era li,una splendida cascata. L’acqua cadeva fitta giù e sbatteva contro alcuni grandi sassi e
facendolo si creava la schiuma. Era limpida e vedevo riflettere la mia immagine leggermente
deformata.
Mi sedetti a gambe incrociate sull’erba morbida e iniziai a dare grandi morsi al mio panino,avevo tanta fame.
Guardavo l’acqua scendere,ero come ipnotizzato dalla bellezza di quel posto. È incredibile come
può essere incantante un posto nella natura. Mi sdraiai completamente e guardai il sole,quel giorno
il era tanto!
Questa è una cosa che rifarei in qualsiasi momento della mia vita,quel posto era speciale.
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