238 La pazienza di morire
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hanno un vuoto da riempire, un pieno da svuotare,
molto materiale organico da umanizzare:
la mano corre al petto quasi volesse strapparli,
metterli in evidenza, tutti interi:
la mimica dei vecchi è piena di paura
- paura che venga la fifa della morte -:
si guardano la lingua ad ogni specchio,
si ascoltano le ossa come scrocchiano,
si fissano sul flusso delle urine, che decresce:
se fanno la barba non vedono individui
nello specchio:
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a loro gira sempre intorno
l'indubitabile esistenza del dubbio che vigila,
sempre, sull' incertezza: nulla si ferma,
sosta di ciò che non appaghi la certezza,
se non può interrompersi nel vortice
che gira su se stesso, che resta al punto
di partenza, eternamente, con il suo rimorso:
3
il quesito - che coinvolge aspetti
della comune condizione - è :
questa epoca ha un'alleanza
con il suo avvenire o sparirà
con quelli che farà sparire,
quelli che si dilegueranno,
esposti ad un anonimo destino?
- è un quesito, dice, ridendo,
a cui non sa rispondere che il vento-:
la verità è che l'uomo è scomparso,
dall'ordine usuale, anche, delle vocali,
della loro posizione stabile alla quale
ogni parola, anche la più certa, aspira:
4
l'innocenza perduta -la conosceva bene
Mann Thomas- risucchia nel suo gioco
gli ultimi giorni della vita e le insignificanti
compiacenze della canizie: saprebbe farli
felici, escludere le manomissioni che l'armonia
della vecchiaia non si sforza più di riconoscere:
un vecchio è più complesso di quanto il rito
della morte non pensi:
5
vecchi,quasi dell'al di là, spettatori dell'improbità:
lo capiscono, bene, il senso del non senso, se il rossore
prende al volto e la palpitazione il giusto senso
all'età rivela:
eppure il silenzio prende il sopravvento sulla voce
- non sulla parola - ciascuno parla perché estraneo
ad ogni possibilità di dire ad alta voce, come se
il labbro venisse colpito dalla maledizione:
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vederli a tutto tondo, nella realtà autentica,
oppure, per contrasto, nel rifugio di un mondo
tutto loro, vedere come potrebbero essere
e non il loro voler essere:
vederli dal di fuori, con la gobba,
con le loro deformazioni espressionistiche,
uniformità discreta, funzionale monotonia:
come se non avessero nulla, e di meglio, da fare:
7
vederli in una lastra, con mezzo di contrasto,
coi loro occhi fissi, immobili, obbligati a stare
attaccati a un macchinario o ad alimentazione
forzosa :
vederli soffrire di un male che non consente
la morte o con una quantità di male da lasciarli
vivere in un continuo patimento:
vederli dentro le cellule, con tecniche sofisticate,
e tralasciare l'espressione apatica, fredda, spenta
che, quando il male progredisce, il vanto medico
non basta per sanare:
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vederli camminare a passo da parata,
a genu recurvatum, ad andatura a falce o come
rane, cavalli, galli, anatre ondeggianti, a passi
piccoli, striscianti, brevi: è già sempre meglio
che vederli seduti, sopra una seggiola, immobilizzati:
9
il privilegio della patologia lascia in secondo piano
le tentazioni che appesantiscono l'idea della morte:
si sogna di vivere: il tempo di morire non si calcola:
come nelle illusioni degli epilettici, con impressioni,
visioni in lontananza o oggetti modificati,
in vario modo, nella forma:
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la pazienza di trattenersi in un contesto limitato
che, anziché toglierle, restituisce le cose reali
al punto esatto in cui esse sfuggono allo spazio
che li lega all'avidità del possesso della vita,
unica compagna della morte, legate tra di loro
con un filo sottilissimo da sutura:
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ah, se si potesse essere fedeli alla relazione
che si instaura fra il vecchio che vive e la certezza
della sua morte organica!
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