242 Per leggere una poesia
per Edoardo Sanguineti
per leggere una poesia, bisogna saper leggere -se non è la lettura
che importa ma l'intimità della reciproca attrazione, lettore-autore, -
quello che non c'è scritto:
alleggerisciti del corpo:
se ingombra e lascia ombra nel limbo dove sembra voglia stare,
lontana dagli sguardi, indiscreti, che s'intrufolano nei suoi segreti:
assecondala:
spegni la luce, se te lo chiede: lotta, al buio, con le sue parole:
mantieni una presenza senza nome e consegna all'autore l'affermarsi
del testo, le circostanze che lo fanno esistere:
non mostrare preferenze, personali, o intolleranze: la poesia
non si aspetta e non chiede niente oltre l'ammirazione che la fa
essere rivelazione di se stessa:
rammenta infine che l'autore ha scritto già, segretamente,
in tua presenza e di tutti i suoi lettori, i fatti suoi - non necessariamente
freschi di giornata - e li ha nascosti dietro le parole - sarà perché
tiene ragioni buone, che tutte non le viene a raccontare - :
tre sono i modi sbagliati di pensare -mi ha detto il monaco buddista,
stamattina, in metropolitana:
avevo detto -a lui- che tre sono quelli sbagliati di leggere un poeta,
una poesia:
ovvero:
non predisporsi al piacere clandestino della reciproca, uno di fronte
all'altro, conoscenza;
filosofare, psicanalizzare, violentare, criticare, più che leggere il testo
insieme all'autore;
non tenere in considerazione l'intimità dell'ispirazione che, se si schiude,
diviene ciò che sboccia:
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