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POESIE di Salvatore Fittipaldi


          
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L' UOMO IN VESTAGLIA - Nota dell'autore

La vita del Poeta è stupenda… se si ha una "CARRIERA AVVIATA", una foto di Dino Ignani e soprattutto un amico o l'amico di un amico o una CERCHIA DI POETI NAVIGATI che ti invitino alle manifestazioni pubbliche, (che altro non sono che private riunioni, egocentriche effusioni del proprio egocentrismo, sovvenzionate da questo e quello, piene di slam con tanto di microfono, di orchestrina, di aperiqua e aperilà).
Ma che dire del prima, quando non ti conosce nessuno e ricevere porte in faccia diventa una seconda gratificazione ?
L’importante è non scoraggiarsi, ‘soprassedere’ con l’ironia degli Ingrassia…
La storia della letteratura è piena di esempi di grandi autori che prima di essere pubblicati ed essere ri-conosciuti hanno dovuto passare le porte dell’inferno.
ARIOSTO, Visse 'tutta sua età solo e selvaggio'.
Poi ci sono i piccoli, NOI, gli insignificanti, i non degni di attenzione, gli ‘emergenti’, come li chiamano nei premiucci (autopagati e prepagati) i suonatori di trombetta, i pifferai della illusione; sì insomma ci sono 'quelli che ci provano', si atteggiano, tentano di emergere e non vivere da clandestini. ( Non escludendo che la POESIA tutta vive in uno stato di clandestinità cit. Sanguineti).
Molti sono i ‘famosi’ le cui opere prime sono state rigettate più volte, prima di essere accettate da un editore veramente illuminato! E poi ci sono gli “scritti sbagliati che resistono al tempo” (ogni riferimento ad Alvaro è puramente casuale); poi gli “stroncati , gli stroncatori e le stroncature”. Ci sono stati nelle migliori famiglie. E ancora i “Dicono che sono finito” , di Papini, abbandonato, dimenticato e ...rivalutato, che tenero non era neppure lui con gli altri: ‘Con quella grazia che potrebbe avere il figlio di un pastore luterano elvetico’ e ancora…'Codesti guazzetti di superstizioni muffose e di cabalistica cariata’.
E del povero Pavese, ne vogliamo parlare? Che ha passato il Purgatorio delle critiche. Moravia e Sanguineti non lo amarono certo. E a proposito di Sanguineti ho seguito ‘in tempo reale’ la polemica in versi con Pasolini (ma meglio sarebbe dire tra Pasolini e il gruppo 63). Grande dibattito, a prescindere dalle convinzioni e posizioni personali degli autori ( a confronto , l’ ultima polemica Tamaro-Verga fa solo sorridere). E ancora le “etichette”, applicate di volta in volta con uno scopo più strumentale che interpretativo, che servono ai critici per difendere una propria ‘teoria’ della letteratura contro un’altra, servendosene solo come ’occasione polemica’.
Il tutto proiettandosi sugli ‘atteggiamenti metodologici e ideologici ‘verso i singoli autori e verso la letteratura in quanto tale.
Infine i falsi lettori, che pretendono di essere critici veri, navigati conoscitori del verbo, dopo aver dato uno sguardo veloce, en passant solo a qualche testo, e che però, nonostante tutto, si dimostrano abili commentatori del nulla.

Nel ’70, ai miei 20 anni scrissi

il gioco tanto facile quanto vano delle graduatorie,
il gioco sadico e puerile delle preferenze,
appassiona molto i critici:
noi semplici lettori,
ci lasciamo appassionare dai poeti
che più ci appassionano:

Spero con questo libro , nel quale DIVINA FOLLIA EDITRICE ha creduto, di appassionare soprattutto qualche amico e conoscente, e soprattutto di recuperare quegli amici indifferenti , e verso la poesia e verso gli accadimenti personali nella vita reale.
In quanto al titolo mi è stato chiesto che significato ha la VESTAGLIA…ebbene dico subito che il termine è usato in senso simbolico e figurato e che comunque trattasi di una 'vestaglia magica': fa ringiovanire, aumenta l’adrenalina, mette le ali, ti trasforma in un lottatore e, pur restando seduto in poltrona, il tempo che si accorcia passa in modo ‘diverso’ da come vorrebbero gli eventi.. E per ultimo una magica vestaglia che fa sognare :(almanaccare, arzigogolare, cavillare, fantasticare, riflettere, sognare a occhi aperti - transitivo, intransitivo e riflessivo-), la vestaglia mostra la presenza di cose , persone e fatti che 'si ri-visitano' e 'ti visitano’ di giorno e di notte durante il sonno, quando il subconscio non fa rotolare paure e angoscia ma inquietudini, ipotenuse di trepidazione e tanta voglia di lotte impossibili.
Sogni fuori dal tempo , sogni simili alla realtà, ma ... molto più luminosi di essa ... una zona di modellazione del mondo tangibile con maggiore densità e tempo lineare; sogni che sembrano durare mesi, anni , una intera vecchiaia.
E qui, in questo sogno metaforico c’è tanta insolita e inaspettata energia, tanta delizia e sollievo; il risveglio annuncia scintillante il giorno che si apre a nuovi colori della vita reale che, ahinoi! procede in modo diverso ma comunque e all’insegna di un canyon pseudo-rivoluzionario. La sensazione di paura passa non quando ti senti protetto ma quando ti senti 'rivoluzionario', 'combattente attivo'.
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In quanto ai miei testi ( non so se filosofici, sartriani o sanguinetiani come li definiscono) FITTIPALDIANAMENTE
pretendono di avere un ampio e personale respiro: in contrasto con la tradizione prettamente speculativa, pretendono di condurre una ricerca soprana che rifiuti criticamente conclusioni positivo-edificanti, ovvero luce sui molteplici aspetti del consistere delle cose e dell’esistere. A differenza dell’essere in sé.
L’esistente non è più quello che è: progettivo, instabile, la struttura della perenne mancanza.
Ho provato a rivelare le tensioni del mio essere inquieto che, mentre vivo una condizione di incompiutezza, di precarietà, di restrizione nutro in permanenza l’aspirazione a superarla e usarla .
La poesia , si sa, tende non pochi tranelli a chi creda di poterla possedere, subito e bene: occorre avere il coraggio di mortificarsi, di tagliare sulla carne viva, di farsi presente ad un mondo che il ricordo e la memoria vorrebbero alla fine rendere irreale.
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