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CARMEN DI GIULIO


           
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23 - VENTO NELLA NOTTE

Vento che bussi alla finestra mia
e non aspetti che ti faccia entrare,
lasci un messaggio e tosto scappi via
mentr’io ti prego invano d’aspettare;

rimani qui con me un poco solo,
dimmi di quelli che mi son lontano;
tu non mi dai ascolto, prendi il volo
e il mio grido si spegne piano piano.

Corre il vento, qual Iri messaggera,
dalla nonnina sola che dipana,
dalla mammina trepida e leggera
che il suo pupetto culla nella zana.

Lascia un saluto alla sposina amata,
alla bimba del cuore una carezza,
porta le voci dell’età passata
e un canto nuovo per la giovinezza.

Luna non c’è, né stelle questa notte,
e, come un ladro, il vento passa e và;
ruba i sospir dai petti sempre in lotte,
divien sospiro dell’umanità.

E’ una voce la sua senza l’uguale,
esalta, placa, scuote e rasserena,
delle umane miserie non gli cale
borbotta come un fiume nella piena.

Mostro furente è inver se spira forte
l’onda di seta spezza e il mar sconvolge,
lancia un urlo terribile di morte,
uomini e cose il soffio suo travolge.

Ma monelluccio sembra birichino
se scompiglia la chioma alle fanciulle,
se dondola con garbo un lampioncino,
se, come i bimbi, sa scherzar col nulla.

Io sempre, vento, la tua voce ascolto
se il cielo è buio e tu vieppiù t’adiri;
ricordo un giorno, oh! si me lo ricordo,
amavo il bacio tuo, i tuoi sospiri;

ti sentivo tiranno eppur t’amavo,
socchiudevo le ciglia palpitanti,
sulle forti ali tue io mi libravo,
eri l’amico dei miei dolci incanti.



23 - VENTO NELLA NOTTE
La natura è stata, per Carmen, la maggiore fonte di ispirazione. Ha sempre cercato di imbrigliare, con i suoi versi, gli elementi che, con la loro furia incontrollabile, le sconvolgevano l’animo, dandole nel contempo, una speranza, la forza di credere che da tanta forza potesse venire aiuto, supporto, per i suoi affanni. Così il vento diventa potenziale messaggero, capace di incutere paura, ma anche di portare “rasserenanti novelle” a mamme, bimbi e fragili sposine. Molto bello è il contrasto tra la sua devastante potenza e l’immagine serena ed acquietante che produce quando scompiglia i capelli delle fanciulle e fa dondolare dolcemente un lampioncino. Il contrasto, la dicotomia che spezza il mondo delle cose, è sempre presente nella sua poetica. Così come la sottile amarezza che nel suo cuore nasce dal contrasto tra le promesse e le delusioni che poi, all’atto pratico, ogni cosa, in quel periodo quasi foscoliano della sua vita, fu costretta ad accettare.


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