Ho iniziato a leggerti e certamente rileggerò torchiando per estrarre tutto ciò che potrò capire. Non vorrei essere blasfemo, tra tanti critici esperti ne’ addentrarmi nel “coro” che latra e azzanna, voglio essere solo “un pinco pallino” , vittima anche io della cadenza, per esprimere senza vincoli ciò che penso. Forse sarà eresia nel dire che si dovrebbe smettere di collegarti a questo e quello solo per dar vigore al tuo scritto. È chiaro che ognuno di noi ha in se’ il passato, siamo evidentemente filii Loci e temporis, ma soprattutto espressione di fusione casuale e necessaria di molecole e geni ma con consapevolezza unica e irripetibile . Tu scrivi ciò che sei. E io non voglio essere soltanto uno che “allatta” l’opera, un galattagogo, una Galatea, ma un “fruitore” del tuo scritto, non semplice relax, ma intendendo la lettura come “terapeutica “. Sì sì come un’azione terapeutica in quanto leggendo e cercando di comprendere le sinapsi cerebrali compiono un lavoro straordinario di arricchimento e nutrizione dei neuroni che altrimenti resterebbero sopiti. Vedi che forza!!! E continuando nella mia eresia critica ho carpito nel tuo “scrivere espresso” anche una sottile ironia, salutare del resto, che scorre nel tuo Tempo, reale o fittizio, ma sempre vero. Alterni lingua gallica con maestria e padronanza, ricerchi parole e significati nei vari campi: anatomia microscopica( Krause e Doigel), botanica, entomologia, ecc. con sapienza e abbinamenti non comuni. È necessario saperti leggere.
Antonio Di Sanzo