L'UOMO IN VESTAGLIA, nota critica
L’UOMO IN VESTAGLIA, protagonista e testimone (di sé stesso, della sua stessa vita) insieme organizzano i fatti nel tempo, con uno sguardo alla storia personale e uno alla storia del mondo.
Qui coesistono e coincidono narratore e fruitore, ambedue impegnati nella costruzione cronologica del racconto e alla costruzione linguistica del testo.
Coesistono la coscienza del protagonista e il suggeritore delle epifanie della memoria.
Sono, anche, monologhi, spesso interiori, condivisi con l’io oggettivo che vivificano presente e passato con i tempi e i modi della composizione.
E’ nelle duali figure, nell’aspetto eterologico (dove si uniscono e si spezzano le connessioni di immanenza, dove viene superata una unità che è irruzione trascendentale); è nelle duali figure che si trova l’ispirazione originaria; figure che vogliono riconquistare l’orizzonte della storicità, che pretendono di riconquistare e ritornare al tempo naturale della propria condizione. Il passato non schiaccia più la vena poetica e questa si rimette a quello.
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