Vengono i rumori a inginocchiarsi
timidamente alle soglie
d'un grande signore: il Silenzio,
che medita con un gran libro in mano.
Astratto il tempo, nullo l'orizzonte.
Un ambito di limpido vetro
è corteccia alla mente.
Fughe di memorie o rimpianti,
tutto si compose in un circuito di foglie.
Campane stringono in pugno
un segreto di voci.
Scacchiera di spalle
d'una camicia di clown
che giocava una fontana per nulla:
è la piazza che resta deserta
dopo lo strillo.
L'inverno arriccia le chiome dei palazzi,
ingrandisce gli animali totem
soffiando forte nelle ombre.
Io ti dirò di stelle
che ho visto pungere la notte
e di altre cadute per terra
e rimaste nel fango grosse
come pavide meduse.
La notte, sicuro, cela misteri
ma sono tutti in queste piazze
enormi e nelle vasche
delle fontane mute come catafalchi.

Abbevera un cavallo nerissimo
la notte a una fontana bianca.

I granchi di metallo, i mostri
che si liberano come larve
dai fregi delle decorazioni,
scalpitano nefasti nella veglia.
Nella mente nascono rose
a purificare il silenzio.