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Non può continuare a piovere per sempre

Primi giorni di novembre.
L’autunno quest’anno è in ritardo e i giorni si susseguono con l’alternarsi del sole, del freddo e della pioggia.
E’ un freddo troppo mite e una pioggia talmente leggera da non convincerci che siamo già in pieno autunno.
Attualmente risiedo in una casa isolata di proprietà di un amico, in campagna.
Quando novembre si ricorda chi è e della sua natura sono come circondato da un ringhiante vento proveniente da ovest e da un’incerta e scrosciante pioggia che s’abbatte sul tetto e nel giardino indifeso causando l’inondazione dei sentieri privi di fondo.
Nessuno sa che mi sono rifugiato qui.
I miei familiari e i miei amici sono impegnati in altre faccende e troppo lontani, in qualche posto di questo piccolo pianeta, per chiedersi il perché della mia assenza.
In questo periodo la vita è proprio come spesso ho desiderato: la solitudine, un silenzio quasi perfetto, niente vicini, niente condominio, niente auto, solo io, il mio studio e il mio camino nel quale scoppietta il fuoco sfavillante.
Oggi è una giornata speciale, l’autunno si fa sentire e sui vetri batte una pioggia intermittente e quasi tamburellante.
Sono questi i giorni in cui sento tutta la tristezza di questa magica stagione che, prepotentemente, scava dentro l’anima e mi regala una malinconia dolce e senza tempo.
Sul vecchio stereo a punta un vecchio Lp dei Pink Floyd "Hatom Heart Mothers" e, nella macchina da scrivere, un foglio bianco sul quale raccontare qualcosa.
E’ qualche giorno che il mio tempo è così.
Mi alzo tardi, faccio una doccia calda, bevo del latte fresco di frigorifero, mangio alcuni biscotti, prendo un caffé e passo ad accendere il camino. Mi siedo, poi, sulla vecchia poltrona, dopo avere acceso lo stereo e guardo per ore quel foglio bianco che rimane tale sino a sera quando mi rialzo.
Ogni tanto fumo una sigaretta e, due volte al giorno, mi alzo e raggiungo la cucina, situata al piano inferiore, per mangiare.
Il cibo in questo periodo non m’interessa molto. Spesso mangio del latte con il pane o dei biscotti, proprio come a colazione e, qualche volta, delle uova al tegamino; sono gli unici cibi di cui ho una buona scorta.
Il tempo passa così mentre la realtà si assottiglia sempre di più, di giorno in giorno, nonostante non gli dedichi, ormai, troppo tempo e molta attenzione.
Ogni tanto, quando gli occhi mi fanno leggermente male, mi alzo e mi siedo nella poltrona posta di fronte al camino e, in silenzio, guardo la luce fioca del giorno lentamente spegnersi sulle bianche pareti del soggiorno.
La musica m’accompagna in questi giorni di scarso interesse e, a volte, metto la cuffia per ascoltarla con maggiore forza.
Di sera la luce della lampada crea una strana atmosfera che mi lascia a lungo estasiato.
Infine raggiungo la mia fredda camera da letto e m’addormento. Spesso capita di svegliarmi subito dopo essermi addormentato e mi accorgo del pallore della notte che gioca con il rettangolo della finestra.
Provo una particolare tenerezza ad ascoltare la bufera che imperversa sul tetto. A volte mi sembra di udire chiaramente il gemito degli alberi battuti dal vento e dalla pioggia e il mio respiro, lieve, sembra tenere il tempo del mio cuore. In quei momenti apro e richiudo gli occhi e cerco di pensare a delle cose senza riuscirci e così perdo completamente il sonno.
"Non ha molto senso tutto questo" – penso - "Non hanno senso questi miei giorni e questa mia vita e tuttavia passano….Alcuni momenti riescono addirittura a rendermi sereno, quasi felice…"
So per certo che passerà anche questo momento e questo mio solitario vivere, fra non molto anche questa gioia solitaria passerà di moda e riacquisterò voglia di ritornare nel mondo…. Lo so, tutto arriva e tutto passa in questa vita e, prima o poi, finisce…
D’altronde non può continuare a piovere in eterno.




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