32 - GENNAIO
Uno stinto colore ad acquerello
nel ciel dilaga,
spalmato, a tratti, d’ombra
e di corruccio.
Svagato il vento corre,
dentro le pozze soffia,
e coi detriti
in freddo amplesso danza
in quell’angolo gretto.
La tetraggine è intorno delle cose,
che il sogno macera e l’enigma pone.
Intristita la vita nella noia
s’impiglia e si dibatte,
mentre al pensiero torna e s’allontana,
insonne e stanca, l’onda del ricordo.
32 - GENNAIO
Inverno “profondo”. Appare lontano sia il ricordo dell’autunno, ancora pregno di sapori e colori dell’estate appena trascorsa, sia la stessa speranza della primavera, che dovrà attendere ancora molto prima di arrivare, e che quasi Carmen dubita che ritornerà davvero. Tanto triste e desolato è quanto la circonda e colpisce il suo occhio in un mese in cui sembra morta pure la speranza di una nuova rinascita. A cui non si fa cenno, neanche in una prospettiva nascostamente celata nel profondo del suo animo.
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