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CARMEN DI GIULIO


           
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35 - IL PIU’ BEL QUADRO

Oh quanto verde nell’ampio riquadro
della finestra dell’aula mia!
Sono le cime fiorenti di pini
sempre irrequieti come bambini,

come le bimbe della mia classe.
Quanto brusio in certe mattine!
Bisbiglian sempre, sempre sussurrano
tra lor si cullan come si cullano

nei nuovi sogni le mie ragazze.
Tanta bellezza mi parla al cuore,
fra tanto verde s’annega lo sguardo,
del gran pittore é degno quel quadro.

Dal cielo azzurro piovon sui rami
cascatelle di luci scintillanti
e frulli d’ali e cinguettii d’uccelli
fan di quei pini chiassosi monelli.

E son monelli che san dar la baia
a certe alunne spesso impreparate,
le cime smosse dicono di no,
ripetono: “No”; insistono: “No”.

Le mie parole, spesso mi é sembrato,
di vederle imboccare la finestra
e su quel verde intenso adagiarsi
come su fresco mucchio e riposarsi.

Sovente immersi pure i miei dolori
in quel bagno di verde profumato
donde ne usciron poi purificati,
da nuova umanità nobilitati.

Adesso dico addio a quest’amici
l’anno é finito, disertiam la scuola,
le mie alunne non le vedrò ancora
nei loro banchi sì come in quest’ora.

Voi pure, Pini, non ci rivedrete
mai più insieme, che la vita é tale,
ma il ricordo di lor l’affido a voi
che il vostro verde sia legame a noi.

Nell’animo un bel quadro serberò,
vette fruscianti in cielo di zaffiro
da brune testoline incorniciate
da fresche bocche al sorriso incantate.



35 - IL PIU’ BEL QUADRO
Altri versi dedicati al suo lavoro, che amava appassionatamente, come profondo era anche l’amore per le sue allieve tutte. E’ la fine di un anno scolastico. Carmen non può fare a meno di osservare, dalla finestra della sua aula, gli alti pini verdeggianti, su cui tante volte, nel corso dell’anno, ha posato lo sguardo, ammirandone la bellezza. L’accostamento con le sue alunne, è per lei, immediato e naturale. Le sembra quasi che quelle fronde abbiano interiorizzato, almeno in parte, quanto ha cercato di trasmettere a quelle ragazze, dalle testoline brune. E’ un inno alla bellezza ed al rimpianto, non più mitigato dalla speranza di ritrovare ancora, nel breve avvenire, le une e gli altri, pronti ad iniziare un nuovo anno di lavoro. Le piante non sono, per Carmen, passive e sorde spettatrici dei suoi sforzi. Le danno, anzi, ulteriori energie, per un lavoro difficile per chi ha deciso di farlo con amore e dedizione.


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