40 - NELLA STRADA
Nella nebbia m’avanzo, che attorno
mi si stringe con viscida carezza;
é monotono il ritmo dei miei passi
sopra il lucido asfalto.
Filtra per gli occhi, m’entra pe orecchie,
come un lento veleno, la tristezza;
tutta un tormento sono, eppur lontana
da me stessa mi sento.
Degli allegri passanti non mi curo,
fantocci anch’essi al gioco del destino.
Piove scialba, assonnata la luce dei lampioni,
disposti in lunga fila,
e sull’animo gelida s’adagia
come falda di neve. Quel rapido
di macchine frusciare, i nervi sferza:
nasce un brivido e muore!
Con violenza l’acuto strombettare
batte sul cuore e l’eco si prolunga,
poi di colpo il silenzio, peggior d’ogni
rumore, tra le sue
spire malefiche mi avvinghia.
40 - NELLA STRADA
E' singolare la capacità di Carmen di trasferire, in chi la legge, le sensazioni da lei stessa provate nel momento dedicato alla scrittura dei suoi versi, di questi in particolare. Scritti in un momento di sconforto, in cui l'ambiente che la circonda diventa un tutt'uno con le emozioni vive nel profondo, le sue parole hanno l'effetto di stimolare un senso di freddo, di disagio, di precarietà, che danno anche ai bei momenti passati un significato di vuoto provvisorio ed effimero. Ciò che descrive non è più l'ambiente della sua origine. E' un contesto cittadino, probabilmente quello di Barletta, a cui stentò ad abituarsi e ad adattarsi, pur avendo dovuto configurarlo come sua "collocazione " definitiva per quell'insieme imponderabile di motivi che guida il susseguirsi delle nostre scelte, anche le più importanti, anche quelle che dovremmo attuare nel modo più consapevole e razionale. Resta, comunque, la tagliente efficacia delle sue parole rimate, propria di chi può dominare capacità linguistiche, ed anche tecniche, assolutamente rare anche in chi si fregia del titolo di "scrittore".
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